Non tutti i lavoratori sono tenuti ad indossarle sul luogo di lavoro (a seconda di quale attività lavorativa si svolga), ma tutti ne hanno sentito parlare almeno una volta nella vita: stiamo parlando delle scarpe antinfortunistiche, anche conosciute come le scarpe di sicurezza. Ed è proprio per la sicurezza dei lavoratori che viene raccomandato l’utilizzo di queste scarpe, dal momento che la loro funzione è quella di proteggere il piede durante le ore di lavoro, fornendo un sostegno contro diverse tipologie di rischio.

Abbiamo già specificato che non tutti i lavoratori hanno l’obbligo di indossarle durante le loro prestazioni lavorative: le categorie più coinvolte in questo utilizzo, invece, sono quella dei manovali, quella degli elettricisti, quella degli operai e in alcuni casi anche quella dei professionisti della ristorazione e dei professionisti della sanità. A seconda della categoria, le scarpe antinfortunistiche possono essere molto diverse: alcune sono state progettate per essere impermeabili, altre per essere isolanti, altre ancora per proteggere il piede da eventuali urti. In altre parole, esiste una tipologia di scarpa antinfortunistica per ogni categoria di lavoratori che ne ha bisogno.

Le tre tipologie di scarpe antinfortunistiche

Più nello specifico, le scarpe antinfortunistiche (che per essere definite tali devono riportare il simbolo CE), possono essere suddivise in tre categorie, ognuna delle quali contraddistinta da alcune caratteristiche:

  • le calzature da lavoro, testate secondo la norma ISO 20347, sono solitamente delle scarpe idro-repellenti e, spesso, sono dotate di una particolare soletta che escluda la possibilità di una perforazione;
  • le calzature di sicurezza, testate secondo la norma ISO 20345, sono caratterizzate dalla presenza di un puntale piuttosto rigido, capace ci proteggere il piede da un colpo pari alla caduta di un peso di circa 20 kg e da circa un metro di altezza;
  • le calzature di protezione, testate secondo la norma ISO 20346, dispongono di un puntale meno rigido rispetto alle calzature di sicurezza, e sono in grado di proteggere il piede sempre da un colpo pari alla caduta di un peso di circa 20 kg, ma da solo circa mezzo metro di altezza.

Scarpe antinfortunistiche: cosa dice la normativa

Essendo le scarpe antinfortunistiche un necessario Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) pensato per garantire la sicurezza sul lavoro, esistono delle normative proprio riguardanti questa tematica.

Più nello specifico, la normativa di riferimento è il Decreto Legislativo n. 81 del 2008: all’interno di questo decreto, viene stabilito l’obbligo di indossare le scarpe antinfortunistiche nel corso dello svolgimento di tutte le attività lavorative che possono mettere a rischio la salute del piede. Inoltre, in questo decreto, vengono anche riportate le attività lavorative che sono tenute, secondo i piani generali di sicurezza, a indossare queste scarpe. Queste attività lavorative sono le seguenti:

  • lavori sui tetti;
  • lavori stradali e di genio civile;
  • lavori su impalcatura e di demolizioni;
  • lavori di rustico;
  • lavori in calcestruzzo, con montaggio e smontaggio;
  • lavori in cantieri edili.

Questa lista di attività è ovviamente solo parziale e per tutte queste categorie è raccomandato l’utilizzo di scarpe anti-perforazione.

Altre categorie di lavoro, che secondo il Decreto Legislativo n. 81 del 2008 richiedono l’utilizzo di scarpe antinfortunistiche, ma senza la soletta anti-perforazione, sono le seguenti:

  • stabilimenti metallurgici;
  • lavori di trasformazione e di manutenzione;
  • lavori nell’industria della ceramica;
  • costruzioni navali;
  • lavori edili di impianti di riscaldamento.

Scarpe antinfortunistiche: i rischi di chi non le indossa

Oramai lo abbiamo capito: per alcune specifiche categorie lavorative (tra cui quelle che abbiamo elencato), indossare le scarpe antinfortunistiche è obbligatorio e, di conseguenza, i rischi di chi non le indossa sono molto alti. L’obbligo di indossare queste scarpe, infatti, deriva da una approfondita valutazione dei rischi, attraverso cui vengono definiti appunto tutti i rischi che ogni lavoratore che si rifiuta di indossare le scarpe antinfortunistiche corre quotidianamente. I rischi corsi, banalmente, riguardano la salute e la sicurezza dei lavoratori, che possono ferirsi, più o meno gravemente.

I lavoratori, però, non sono gli unici a rischiare: esistono, in ogni azienda, delle figure professionali che si occupano proprio del controllo della sicurezza e della verifica del fatto che i lavoratori seguano tutte le regole per la loro sicurezza. Queste figure professionali sono il datore di lavoro, il responsabile del luogo di lavoro e il RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e di Portezione): ognuno di loro ha dei compiti precisi per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, ma tutti devono verificare che le regola vengano seguite dai lavoratori, che non possono permettersi di mettere a rischio la propria salute.

Nel caso di queste tre figure professionali, il rischio non riguarda sicuramente la salute, ma riguarda il settore amministrativo: in particolar modo il datore di lavoro, nel caso in cui i suoi dipendenti non indossino le scarpe antinfortunistiche ove e quando richiesto, è tenuto a pagare delle sanzioni amministrative, più o meno esose; nei casi più gravi, inoltre, può anche essere previsto l’arresto.

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