Quando capita di farsi male sul posto di lavoro, ci sono diversi fattori da tenere in considerazione per capire se si tratta di un vero e proprio infortunio sul lavoro, ed in base alla normativa vigente ci saranno diverse procedure da compiere per accertare la responsabilità e un eventuale diritto ad un risarcimento.

In questo articolo, in qualità di esperti sulla sicurezza sul lavoro, cercheremo di fare chiarezza su come comportarsi in caso ci si faccia male al lavoro, analizzando la normativa che regola gli infortuni sul lavoro e i casi in cui è previsto un risarcimento.

Cosa prevede la legge riguardo gli infortuni sul lavoro

In Italia a regolare gli infortuni sul lavoro è il Decreto del Presidente della Repubblica n.1124 del 30 giugno 1964, anche chiamato Testo Unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Innanzitutto, questo testo va a differenziare l’infortunio sul lavoro dall’indennità di malattia non direttamente collegata all’ambiente di lavoro e alle attività lavorative.

Infatti, si parla di infortunio sul lavoro quando si ha un evento traumatico che porta a lesioni o morte del lavoratore, che ha una causa violenta e si collega direttamente all’attività lavorativa, e comporta un’inabilità al lavoro superiore ai 3 giorni. In questo caso, l’assicurazione obbligatoria andrà a coprire tutte le spese per le prestazioni sanitarie e l’eventuale acquisto di apparecchiature specifiche necessarie alla completa guarigione del lavoratore. Inoltre, l’assicurazione obbligatoria prevede anche un indennizzo, che avrà un importo direttamente proporzionale alla gravità delle conseguenze dell’infortunio.

Va anche considerato che si configura come infortunio sul lavoro un incidente che accade, ad esempio, nel tragitto da casa al luogo di lavoro, o viceversa, poiché anche in questo caso esiste un rapporto diretto tra l’evento traumatico e lo svolgimento dell’attività lavorativa. Riguardo a quest’ultima tipologia di infortunio, va specificato che rientrano in questa casistica anche gli incidenti che avvengono quando da un posto di lavoro ci si sta recando in un luogo in cui si svolge un secondo lavoro, quelli che accadono quando ci si sta recando a consumare il pranzo, e sia se ci si sta muovendo con un mezzo privato che con un mezzo pubblico.

Responsabilità, retribuzione e risarcimento per un infortunio sul lavoro

Da ciò che abbiamo detto nel paragrafo precedente, possiamo dunque evincere che un lavoratore regolarmente assunto è coperto da un’assicurazione che fa capo all’INAIL, l’Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, che va a riconoscere un indennizzo al lavoratore qualora siano presenti i requisiti per avviare la procedura.

Per ricevere l’indennizzo da parte dell’INAIL, infatti, è necessario che l’infortunato comunichi immediatamente l’accaduto al datore di lavoro e si rechi al Pronto Soccorso, dove verranno eseguiti tutti gli accertamenti e il medico responsabile compilerà un certificato con i giorni di prognosi, che andrà trasmesso al datore di lavoro. Qualora la prognosi decisa dal medico del Pronto Soccorso superi i tre giorni, il datore di lavoro dovrà inviare telematicamente all’INAIL il modello di denuncia di infortunio sul lavoro.

Una volta che è stata presentata la denuncia di infortunio, il lavoratore dovrà presentarsi agli ambulatori dell’INAIL qualche giorno prima della scadenza della prognosi, dove il medico deciderà se prolungare il periodo di inabilità al lavoro o attestare la completa guarigione dell’infortunato, che in questo caso riceverà un certificato che attesta la sua idoneità a riprendere le normali attività lavorative.

Come abbiamo appena visto, in questa procedura è coinvolto anche il datore di lavoro, che deve trasmettere all’INAIL la denuncia di infortunio, ma va anche specificato che l’assicurazione obbligatoria va a proteggere anche questa figura, esonerando di fatto il datore di lavoro dalla responsabilità civile in caso di infortuni dei suoi dipendenti. Chiaramente, questo vale soltanto quando il datore di lavoro non è direttamente responsabile dell’infortunio: quando un incidente sul lavoro si verifica in un’azienda dove non vengono adottate le misure necessarie a garantire la piena sicurezza dei lavoratori, allora il datore di lavoro sarò ritenuto direttamente responsabile dell’infortunio.

Per concludere, andiamo ad analizzare le casistiche in cui è possibile ricevere un indennizzo per un infortunio sul lavoro, e quali sono invece i casi in cui ciò non è previsto.

Il risarcimento per un infortunio sul lavoro è previsto quando l’incidente è legato ad un rischio intrinseco all’attività lavorativa che si sta svolgendo, quando c’è un rischio ambientale, o quando c’è un rischio improprio, ovvero l’incidente è avvenuto durante un’attività preparatoria o strumentale allo svolgimento della mansione principale del lavoratore.

Al contrario, non è previsto un risarcimento nel caso in cui ci sia un rischio elettivo, ovvero l’incidente sia stato causato da una condotta impropria dello stesso lavoratore infortunato, che quindi va a svolgere un’attività che non rientra nelle sue mansioni oppure si trova in un luogo di lavoro che non è quello a cui è assegnato. Il risarcimento non è previsto neanche quando le cause dell’incidente sono esterne all’attività lavorativa, e quando il rischio è generico, ovvero l’incidente accade per ragioni indipendenti dall’attività lavorativa specifica.

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