All’interno di un’azienda, capita spesso che i lavoratori debbano utilizzare dei DPI, ossia dei Dispositivi di Protezione Individuale. I DPI sono strumenti, dispositivi o indumenti utilizzati per proteggere la salute e la sicurezza dei lavoratori durante l’esecuzione di determinate attività lavorative. Sono progettati per ridurre al minimo i rischi e le esposizioni a potenziali pericoli sul posto di lavoro.
I DPI sono utilizzati quando altre misure di controllo, come la progettazione sicura dei luoghi di lavoro o l’utilizzo di misure di ingegneria, non sono sufficienti per eliminare completamente o ridurre adeguatamente il rischio di danni o lesioni. I DPI agiscono come una barriera fisica tra il lavoratore e i pericoli presenti nell’ambiente di lavoro. Chiaramente, insieme a questi dispositivi è anche necessario che i lavoratori ricevano un’adeguata formazione sulla sicurezza sul lavoro, anche relativa ad alcune situazioni particolari di lavoro, come ad esempio i corsi per il lavoro in spazi confinati.
In ogni caso, oltre ai corsi “classici” sulla sicurezza sul lavoro, è possibile trovare anche dei corsi che vanno a spiegare ai lavoratori il corretto utilizzo e manutenzione dei DPI, come ad esempio può accadere in un corso DPI III Categoria a Torino. Infatti, l’uso corretto dei DPI è essenziale per garantire la protezione individuale dei lavoratori. È importante indossare i DPI appropriati in base al tipo di rischio presente sul luogo di lavoro e seguire le linee guida fornite dal datore di lavoro o dalle autorità competenti per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Nei prossimi paragrafi, quindi, andremo a vedere quali sono le categorie in cui vengono suddivisi i DPI, e qual è la normativa che li riguarda.
La suddivisione dei DPI
I dispositivi di protezione individuale (DPI) differiscono nella forma in cui proteggono la salute dei lavoratori. Secondo l’allegato VIII del Decreto Legislativo n. 81/08, i DPI sono classificati in base alla parte del corpo che proteggono (testa, viso, udito, vie respiratorie, mani e braccia, pelle, corpo intero, gambe e piedi) e suddivisi in tre categorie in base al livello di rischio a cui i lavoratori sono esposti.
Categoria I: Questa categoria comprende i DPI che offrono protezione da rischi di entità ridotta, come lievi urti e vibrazioni nocive agli organi vitali, contatto con oggetti caldi (con una temperatura non superiore ai 50°C), lesioni superficiali causate da prodotti chimici o strumenti meccanici, danni causati dai raggi solari e condizioni atmosferiche non estreme. Gli esempi di DPI in questa categoria possono includere copricapi leggeri, guanti e occhiali da sole, a seconda del rischio individuato.
Categoria II: La seconda categoria comprende i DPI che non rientrano né nella categoria I né nella categoria III, ossia quelli che offrono protezione da rischi moderati o significativi. Questa categoria include guanti e caschi per la protezione da rischi meccanici ad impatto elevato e indumenti ad alta visibilità con dettagli rifrangenti.
Categoria III: I dispositivi appartenenti alla categoria III sono progettati per prevenire gravi lesioni, danni irreversibili e rischi molto elevati per la salute dei lavoratori. Questa categoria include DPI per la protezione da annegamento, elmetti resistenti alle alte temperature (almeno 100°C), giubbini antiproiettile e protezioni per cadute dall’alto, scosse elettriche, radiazioni ionizzanti e agenti biologici nocivi.
La classificazione delle categorie dei DPI fornisce una guida per selezionare il tipo di protezione adeguata in base al livello di rischio specifico sul luogo di lavoro, garantendo la sicurezza e la salute dei lavoratori.
La normativa che regola la formazione sui DPI
È di fondamentale importanza che i lavoratori acquisiscano le conoscenze necessarie per:
- Scegliere il DPI corretto da utilizzare;
- Utilizzare correttamente i DPI;
- Valutare lo stato e l’efficienza dei DPI;
- Eseguire una corretta manutenzione dei DPI.
Il datore di lavoro ha l’obbligo di fornire ai propri dipendenti una formazione o addestramento adeguato che consenta di raggiungere gli standard necessari per ridurre ulteriormente i rischi di incidenti. Infatti, l’articolo 77 del Decreto Legislativo 81/08, nella sezione H, sottolinea che il datore di lavoro “”assicura una formazione adeguata e organizza, se necessario, uno specifico addestramento riguardante l’uso corretto e la pratica dei DPI“”.
La principale sfida che rende complesso il raggiungimento di un adeguato livello di conoscenza dei DPI da parte dei lavoratori è il fatto che solo per i DPI di terza categoria e per i dispositivi di protezione dell’udito è obbligatorio ottenere un certificato di formazione attraverso la partecipazione a un corso con verifica delle conoscenze acquisite. Questa situazione spesso porta a trascurare l’addestramento che sarebbe necessario fornire ai lavoratori per i DPI di prima e seconda categoria.
La mancanza di una conoscenza adeguata dei DPI può portare i lavoratori a utilizzarli in modo errato, a non effettuare una corretta manutenzione e a valutarne in modo impreciso le condizioni di efficienza, il che può portare a incidenti di varia gravità. È evidente come la mancanza di una conoscenza approfondita di tali dispositivi possa portare, ad esempio, a ritenere che un casco sia efficiente nonostante sia già danneggiato, o a considerare ancora utilizzabili dei dispositivi di protezione dell’udito deformi e quindi non più efficienti.