Valutare e Gestire il Rischio: Innovazioni nei Piani Operativi di Sicurezza

Quando si tratta di sicurezza sul lavoro, l’attività di valutare e gestire il rischio presso la sede lavorativa e in osservanza dei compiti che vengono svolti, non solo è obbligatoria ma è anche importante al fine di garantire la sicurezza e l’incolumità dei dipendenti.

Secondo il Decreto Legislativo 81/2008, la responsabilità di valutare e di gestire il rischio ricade principalmente sul datore di lavoro e sulle figure che egli nominerà; quest’ultimo infatti ha anche il compito di nominare un’altra figura specializzata che può far parte del proprio organico o può essere un consulente esterno che lo aiuti ad applicare le regole di sicurezza stabilite.

Questo specialista è l’RSPP, ovvero il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione il quale deve necessariamente lavorare insieme ad un’altra figura essenziale, ossia il medico competente con il quale dovrà stilare il documento di valutazione dei rischi relativo alle attività aziendali.

Per aiutare i contesti lavorativi più disparati a conformarsi a tali principi di applicazione, sono nate varie realtà di consulenza nelle principali realtà italiane più dinamiche e industrializzate: è il caso di Net Srl, che si occupa di sicurezza e medicina del lavoro a Torino fornendo un prezioso ausilio ai responsabili di imprese e aziende che hanno il compito di stilare non solo il Documento Valutazione Rischi a Torino ma di elaborare anche i piani operativi di sicurezza a Torino.

I piani operativi di sicurezza sono fondamentali: all’interno di questi documenti vengo stabilite tutte le regole di sicurezza e di comportamento da tenere durante lo svolgimento di attività presso cantieri esterni, comprese tutte le strategie per mantenere incolumi lavoratori e dipendenti.

Rischio: dalla valutazione alla gestione con i POS

La valutazione dei rischi è un iter analitico in cui vengono poste al vaglio tutte le attività di un’azienda secondo un’ottica di prevenzione e di protezione in merito a tutti i pericoli ad esse correlati, così da ridurre i pretesti di rischio durante lo svolgimento delle attività.

A seguito di questa analisi pratica e approfondita viene stilato, per l’appunto, il documento di valutazione dei rischi, all’interno del quale vengono riportati i dati emersi che serviranno per gestire al meglio le contromisure necessarie a minimizzare i rischi per la salute e per la sicurezza.

I dati minimi che devono essere inseriti all’interno di un DVR sono:

  • dati aziendali
  • dati del personale dell’azienda
  • dati dei preposti
  • dati sui mezzi e sulle attrezzature
  • dati sui prodotti chimici eventualmente utilizzati
  • tipologie di impianti utilizzati
  • ecc.

Da questi dati emergono i rischi correlati i quali sono determinanti per acquisire il giusto quadro di rischio, per scegliere i migliori strumenti di protezione e per stabilire i comportamenti sicuri e preventivi da assumere durante lo svolgimento delle attività.

Inoltre, il documento di valutazione dei rischi deve anche contenere un programma futuro per il mantenimento della sicurezza, per fare in modo che quest’ultima venga preservata nel tempo, e dev’essere opportunamente aggiornato su base periodica o in caso di modifica delle attività aziendali.

Stabilire le probabilità che un evento potenzialmente dannoso porti ad un danno effettivo del lavoratore è essenziale per assicurare le giuste protezioni: in questo modo non solo l’azienda lavorerà conformemente agli obblighi di legge, ma assicurerà ai suoi lavoratori un ambiente sostenibile e sicuro.

Valutazione dei rischi e piani operativi di sicurezza: innovazioni e specifiche

I piani operativi di sicurezza, dunque, sono l’esplicazione pratica di tutte le contromisure specifiche da attuare in base alle valutazioni di rischio emerse dall’analisi delle attività dell’azienda.

Da questo punto di vista, il POS è uno strumento pratico e concreto che deve avere determinate caratteristiche, ma non può essere considerato ufficiale se prima non verrà nominata la squadra di sicurezza che riesca ad ottemperare agli obblighi specifici per il raggiungimento delle misure di prevenzione e di protezione.

I documenti necessari per stilare un piano operativo di sicurezza si devono riferire principalmente alle specifiche dell’opera che dovrà essere effettuata e ai dati dell’azienda; inoltre all’interno del POS dovrà essere inserito anche il documento di valutazione dei rischi in base ai quali verranno scelte tutte le contromisure adeguate.

Nei casi specifici anche il piano operativo di sicurezza dev’essere aggiornato in base alle modifiche sui lavori e dev’essere redatto secondo una concezione non statica e dinamica; inoltre è soggetto ad approvazione poiché dev’essere estremamente specifico in base al caso contestuale.

Attualmente non ci sono particolari innovazioni in merito alla stesura dei piani operativi ufficiali, ad eccezione del fatto che ormai le procedure di elaborazione, redazione e trasmissione sono tutte digitalizzate.

La mancanza di un piano operativo di sicurezza potrebbe portare alla sospensione immediata dell’azienda o dell’attività che si intende iniziare: questa viene considerata come una grande mancanza poiché il POS gioca un ruolo fondamentale nel coordinamento dei comportamenti sicuri e nella gestione dell’utilizzo dei sistemi di protezione adeguati ad ogni attività che viene svolta dall’azienda o dall’impresa in cantiere.

L’Impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla Sicurezza sul Lavoro

L’intelligenza artificiale è sempre più presente nella nostra quotidianità ed è necessario conoscere tutti i suoi vantaggi e svantaggi legati al suo utilizzo nei contesti della sicurezza sul lavoro per gestirla al meglio e per avvalersene in maniera efficiente in vista dell’utilizzo di tecnologie che si stanno sperimentando.

Oggi l’intelligenza artificiale, sappiamo bene, che ha il compito di emulare i sistemi cognitivi umani, garantendo numerosi vantaggi in molti campi delle nostre attività anche sul lavoro: oggi l’intelligenza artificiale e la robotica si basano sull’utilizzo di sistemi volti all’auto-apprendimento delle azioni dell’uomo e a saperle utilizzare in maniera pertinente in base all’ambito di riferimento a cui sono destinate.

L’intelligenza artificiale, infatti, trova un ambito di applicazione anche all’interno dei contesti lavorativi e viene sfruttata per incrementare gli indici di sicurezza del contesto di riferimento per la salvaguardia dell’ambiente di lavoro e dei suoi dipendenti.

In questo caso l’AI è in grado di comprendere e di valutare i fattori di rischio presenti sul luogo di lavoro fornendo un valido contributo ad aziende e imprese: il suo utilizzo, ovviamente, verrà regolamentato e troverà spazio all’interno di una normativa sicura e coerente.

In merito a questo argomento, aziende che operano nella consulenza per gli ambienti di lavoro in contesti densamente industriali, come il torinese, si occupano di offrire sostegno in merito alla gestione delle attività volte alla salvaguardia di tutti quei fattori che permettano di creare un ambiente sostenibile per gestire al meglio la medicina e la sicurezza sul lavoro a Torino.

Un’azienda, inoltre, per essere al passo coi tempi dovrà necessariamente informarsi sulle nuove leggi vigenti, come la nuova legge patente a crediti e rendersi sempre al pari con la sorveglianza sanitaria a Torino, accogliendo, quando sarà necessario, anche l’utilizzo degli strumenti di intelligenza artificiale per migliorare la sicurezza del contesto lavorativo su questi specifici ambiti di applicazione.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la sicurezza aziendale e degli ambienti di lavoro

L’intelligenza artificiale sarà capace di accogliere all’interno dei propri sistemi un’infinita quantità di dati dell’azienda e sarà capace di fornire dei consigli di correzione in merito alla gestione dei processi aziendali e della sicurezza degli ambienti di lavoro, fornendo un valido contributo sul lungo termine.

I dati verranno analizzati fornendo report a supporto dei direttori aziendali e forniranno spunti di correzione in base alla rilevazione di eventuali elementi di rischio; questo si rivela particolarmente utile per la gestione della sicurezza aziendale anche in ottemperanza del decreto 81/2008 secondo cui è necessario stilare sempre degli aggiornamenti precipui a tenere in considerazione nel tempo eventuali nuovi fattori di rischio dei lavoratori -anche dal punto di vista della salute- e a introdurre, così, nuovi sistemi di salvaguardia e di protezione.

L’intelligenza artificiale può contribuire alla salvaguardia dei luoghi di lavoro sfruttando le intelligenze umanoidi e robotiche in grado di rilevare particolari situazioni di emergenza aumentando anche l’accessibilità ai luoghi di lavoro ai soggetti fragili e che necessitano di ausilio.

I robot, inoltre, sono in grado di attuare un’osservazione costante sullo stato di salute dei lavoratori tenendo in considerazione anche i fattori di rischio a cui sono esposti che possono andare dallo stress psicologico correlato all’esposizione con sostanze tossiche e potenzialmente nocive per l’uomo, snellendo anche l’iter della sorveglianza sanitaria dei dipendenti e segnalando particolari situazioni di disagio.

I rischi associati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno dei luoghi di lavoro per la sicurezza aziendale

Oggi, ancora, le nostre conoscenze non ci permettono di fare una stima certa sui rischi associati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno dei luoghi di lavoro per la sicurezza aziendale: non esiste una giurisdizione regolamentata e molti studi sono ancora in fase di sperimentazione e di rodaggio.

Ciò che è certo è che ovviamente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno dei luoghi di lavoro può generare dei dubbi non solo pratici e teorici, ma anche strumentali ed etici.

Il rischio principale potrebbe essere quello di provocare uno squilibrio in merito alle assunzioni e alle mansioni svolte dai professionisti di settore: è possibile infatti che l’intelligenza artificiale possa sopperire ad alcune funzioni dei dipendenti e che questi ultimi vengano demansionati o licenziati in base al contesto lavorativo e alle mansioni di cui si occupano, ottenendo ovviamente un minor salario per lo svolgimento del proprio lavoro.

Un altro rischio possibile riguarda le nuove regolamentazioni e la formazione che sarà necessaria per conoscere a fondo i nuovi sistemi i intelligenza artificiale e per saperli utilizzare al meglio all’interno dei luoghi di lavoro: da questo punto di vista è probabile infatti che le aziende dovranno cambiare volto e formare opportunamente ogni dipendente con corsi specifici che mirano a renderli autonomi nell’utilizzo consapevole dell’AI.

In ogni caso, altri rischi potrebbero essere associati all’effettivo contributo in merito alla salvaguardia dei luoghi di lavoro: i vantaggi potenziali sono comunque altissimi ed è necessario che le aziende siano sempre opportunamente informate in merito ad ulteriori sviluppi di questi strumenti come i “cobot“, in grado di aiutare i dipendenti in occasioni particolarmente pericolose come i lavori in sospensione, su cavalcavie, o aiutare in caso di incendio.

La Formazione Antincendio per Dipendenti: Importanza e Metodologie Efficaci

Investire sulla formazione antincendio è fondamentale per fare in modo che il rischio degli infortuni venga minimizzato: far sì che tutti i dipendenti siano consapevoli dei pericoli ai quali sono esposti e che siano sensibilizzati sui comportamenti da assumere in caso di rischio è essenziale per evitare incidenti e soprattutto per preservare la loro sicurezza.

L’incendio viene provocato quando dei materiali combustibili all’interno dell’azienda o dell’impresa, o ancora del cantiere, i quali subiscono ossidazione a causa di molteplici cause e iniziano a produrre fiamme e fumo, elementi fatali per la salute dell’uomo i quali potrebbero anche provocare delle lesioni o dei disturbi permanenti fisici sul lungo termine.

Fare in modo che ogni dipendente possa prendere parte a dei corsi di formazione potrebbe contribuire ad accrescere le probabilità di rischio zero per gli infortuni, permettendo ad ogni lavoratore di acquisire le conoscenze necessarie per proteggersi, per fronteggiare le emergenze e ancora per riuscire ad utilizzare in maniera ottimale gli strumenti di sicurezza per la protezione personale in maniera efficace ed efficiente.

Oggi esistono realtà propedeutiche a fornire consulenze di sicurezza e a gestire al meglio la formazione dei dipendenti delle realtà aziendali o imprenditoriali per fare in modo che venga fatta una sensibilizzazione concreta sui fattori di rischio, sulle possibili ripercussioni in caso di incendio e su come fronteggiare qualsiasi emergenza associata.

In Piemonte, una delle realtà torinesi di riferimento per la consulenza aziendale e imprenditoriale in merito alla medicina e sicurezza sul lavoro Torino è Net Srl, la quale si occupa di gestire i piani operativi di sicurezza Torino e di stilare previamente i piani generali di sicurezza Torino per tutte quelle realtà che operano quotidianamente su attività esposte a molteplici rischi sul lavoro.

Investire sulla formazione garantita da queste realtà, soprattutto quando si parla di una preparazione mirata alla gestione degli incendi, è necessario per agire sempre in sicurezza e per rendere consapevoli i dipendenti di tutti i comportamenti sicuri e intelligenti da attuare per aver salva la vita in caso di rischio estremo.

L’importanza di un corso antincendio per i dipendenti

I corsi antincendio per i dipendenti sono molto importanti per fare in modo che tutti siano in grado di attuare i comportamenti migliori per agire in sicurezza: tali corsi prevedono non solo le definizioni generali che diano corrette indicazioni teoriche su cosa sia un incendio e su cosa sia, di fatto, la combustione, ma scendono nel particolare presentando le caratteristiche chimiche del fuoco per permettere loro di essere perfettamente coscienti sull’entità del fenomeno.

I corsi infatti presentano anche la teoria che riguarda la temperatura dell’infiammabilità, i suoi limiti di volume, l’indice percentuale relativo alla possibilità di esplosione in base al materiale che brucia, facendo dunque un’opportuna differenziazione tra sostanze solide, liquide o gassose.

Le reazioni chimiche di combustione sono fondamentali da conoscere per sapere preventivamente, in base al materiale coinvolto, come gestire la fiamma in base alla sua pericolosità e alla porosità dei materiali e in base alle categorie di riferimento agli indici di rischio correlato.

Infine, i corsi di formazione antincendio prevedono anche un’opportuna preparazione sulla conoscenza delle sostanze estinguenti da poter utilizzare all’interno del luogo di lavoro per gestire le fiamme o per spegnerle del tutto mettendo in sicurezza il contesto: tra le sostanze più comunemente utilizzate sono presenti l’acqua, le schiume contenute all’interno degli estintori, ed alcuni gas -a patto che non siano pericolosi per l’ambiente-.

Effetti degli incendi sull’uomo e metodologie di prevenzione associate sul lavoro

Quando è necessario fronteggiare un’emergenza correlata al rischio incendio è necessario fare attenzione alle situazioni di pericolo ad esso associato: per questo i corsi di formazione analizzano anche gli indici di rischio e le ripercussioni associate che possano danneggiare la salute dell’uomo quando non ha ripercussioni fatali.

Si pensi infatti alle esalazioni di monossido di carbonio, particolarmente dannose per il nostro organismo, di anidride carbonica, di acido cianidrico e di molte altre sostanze particolarmente asfissianti che riducono la percentuale di ossigeno presente nell’aria.

Le metodologie di prevenzione degli incendi sul lavoro mirano, ovviamente, ad adottare tutte quelle misure di sicurezza volte a salvaguardare la salute e l’incolumità dei dipendenti che sono quotidianamente esposti al rischio incendio durante lo svolgimento delle proprie mansioni ma anche in virtù di una tutela ambientale che possa salvaguardare il contesto circostante.

Quando si parla di misure preventive, ognuna di esse è importante, ed è necessario che ogni dipendente le conosca per assumere dei comportamenti di sicurezza che li rendano autonomi e consapevoli.

In ogni caso, le misure di prevenzione da adottare per ridurre il rischio di infortuni, sono rivolte alle aziende e ai direttori di impresa i quali devono assumersi la responsabilità di predisporre impianti elettrici a norma nella struttura, di utilizzare per quanto possibile materiali non combustibili e anti-scintilla, di assicurare la ventilazione dei locali e di predisporre ogni strumento di sicurezza necessario sia per la protezione personale dei dipendenti sia per l’edificio in cui si opera, contrassegnando ogni punto di riferimento con una segnaletica adeguata e a norma.

Gestione del Rischio Elettrico in Azienda: Metodi di Prevenzione e Intervento

Il rischio elettrico in azienda in base alle attività condotte dall’ambiente di lavoro deve essere opportunamente valutato e riportato all’interno del Documento della Valutazione del Rischio sul lavoro secondo le norme previste dal decreto legislativo 81/2008 che regola la sicurezza sul lavoro.

Oggi è possibile valutare i rischi singolarmente in base all’aiuto di opportuni software che aiutano le aziende a quantificare chiaramente le possibilità di pericolo correlate alle varie mansioni che vengono svolte all’interno del luogo di lavoro.

Tra i pericoli più comuni, dunque, che è obbligatorio valutare nei suoi indici di rischio, ci sono quelli elettrici: il rischio elettrico sul luogo di lavoro dev’essere valutato non solo in base alle norme vigenti dichiarate all’interno del decreto legislativo 81/2008 ma anche in base alle disposizioni emanate dall’INAIL, ossia l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro.

Oggi per valutare correttamente i rischi sul lavoro, compresi quelli relativi ai pericoli elettrici ai quali i lavoratori sono sottoposti quotidianamente in azienda, esistono molte realtà di consulenza per aziende e imprese, che aiutano direttori e preposti ad avere una visione chiara di quali sono tutti i passaggi necessari per effettuare una valutazione corretta e sicura.

Nel torinese, una realtà come Net Srl che si occupa di fornire consulenza per la sicurezza sul lavoro a Torino, si occupa di garantire un supporto teorico e pratico per ogni realtà lavorativa al fine di redigere un documento valutazione rischi Torino corretto o per garantire e organizzare un supporto sindacale per la sicurezza sul lavoro a Torino per fare in modo che ogni dipendente possa ricevere le tutele adeguate.

Per fare in modo che ogni lavoratore sia consapevole dei rischi che corre dal punto di vista dei possibili infortuni elettrici e per fa sì che vengano prese in considerazione le misure di sicurezza adeguate ai casi di specie, ogni realtà lavorativa deve essere in grado di dichiarare i possibili fattori di rischio legati alla propria attività.

Cos’è il rischio elettrico e come valutarlo per la sicurezza sul lavoro in azienda

Il rischio elettrico mira a valutare le probabilità di incidente sui luoghi di lavoro legati all’esposizione ad eventuali shock di tipo elettrico e da lesioni associate, le quali possono essere più o meno gravi -o anche fatali- in base non solo alla frequenza di esposizione a questi ultimi ma anche in base alla tipologia di attività che viene svolta all’interno di un’azienda.

Il rischio elettrico mira a correlare l’indice di pericolo associato all’interno di settori singoli d’azione: ad esempio, è possibile valutarlo in base alle mansioni che vengono svolte in azienda, all’ambiente circostante, e in via generale indicando i livelli di esposizione di rischio e le probabilità in base alle tipologie di esposizione dirette o indirette.

In base alle dichiarazioni proposte dall’INAIL invece, ogni azienda deve segnalare il suo settore di riferimento e in base a quest’ultimo verranno esposti gli indici di rischio correlati -compresi anche quelli relativi ai possibili incendi ed esplosioni- e dichiarando se gli impianti elettrici sono a norma.

Al termine dalla valutazione di rischio associata all’esposizione elettrica, il secondo step prevede di stabilire anche le regole di prevenzione necessarie al fine da migliorare i comportamenti dei dipendenti e per permettere loro di agire in assoluta sicurezza evitando gli infortuni.

Misure di prevenzione per il rischio elettrico e per la sicurezza dei lavoratori

Le misure di prevenzione per il rischio elettrico per la sicurezza dei lavoratori non possono non prevedere un’istruzione ferrea e formativa dei dipendenti in merito ai comportamenti sicuri da adottare in ottemperanza di ogni mansione e soprattutto in merito all’utilizzo delle misure protettive per la sicurezza personale e sull’addestramento dei dipendenti sul loro utilizzo.

La cosa più importante, dopo aver raggiunto la corretta valutazione dell’indice di rischio associato alle attività dell’azienda, è quella di verificare anche l’idoneità dei macchinari e degli strumenti utilizzati per lo svolgimento di ogni mansione -le quali comprendono anche delle attività di controllo dei macchinari e della loro manutenzione-; anche gli strumenti adibiti alla protezione e alla sicurezza dei lavoratori devono essere sempre conforme ai dettami di legge e devono essere controllati periodicamente e contrassegnati con le certificazioni adeguate.

Il rischio elettrico è da attenzionare valutando ogni probabilità in base alle tipologie di incidente che possono verificarsi tra contatti diretti e contatti indiretti: se nel primo caso, infatti, viene toccato direttamente un sistema cablato in tensione -magari danneggiato-; nel secondo caso, quando si tocca uno strumento in contatto con la corrente elettrica.

I rischi a cui sono esposti i lavoratori sono potenzialmente fatali e lesivi; i lavoratori potrebbero contrarre e sperimentate effetti di fibrillazione ventricolare, lesioni da ustioni, tetanizzazione o arresto totale della respirazione: per questo è necessario che ogni realtà imprenditoriale o aziendale faccia obbligatoriamente le valutazioni di rischio associato all’utilizzo della strumentazione elettrica all’interno dei luoghi di lavoro e che vengano adottate misure preventive di protezione e di monitoraggio al fine di minimizzare il rischio di infortunio.

Integrazione della Sicurezza e Salute sul Lavoro nelle PMI

La sicurezza e la salute sul lavoro è un aspetto fondamentale da attenzionare anche per le piccole e medie imprese (PMI) le quali giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’economia all’interno del panorama nazionale italiano e in quello della Comunità Europea.

Il settore terziario è molto importante e gioca un ruolo cardine: le attività di impresa vedono impegnato, ogni giorno, un gran numero di dipendenti e, in virtù di questo, ogni piccola e media impresa è tenuta a rendersi conforme ai dettami legislativi imposti sia a livello europeo che nazionale, nella salvaguardia della sicurezza e della salute non solo per tutti coloro che vi operano all’interno, ma anche per minimizzare gli effetti dell’impatto ambientale.

Per il conseguimento dei requisiti necessari per garantire sicurezza e salute sul lavoro è necessario applicare delle misure preventive precipue a rendere i datori di lavoro e i dipendenti informati sulla normativa di base e sulle norme generali e specifiche da seguire per adempiere a tale assunto.

Per questo realtà specializzate nel panorama italiano come Net Srl sul versante torinese, si prestano a offrire consulenze mirate. Net Srl, in quanto agenzia sicurezza sul lavoro a Torino, coadiuva l’operato delle PMI fornendo ausilio nell’elaborazione dei piani generali sicurezza Torino e forniscono conoscenze strumentali e concrete per gestire la sorveglianza sanitaria a Torino per tutti i dipendenti.

Con il Decreto Legge 48 del 2023 sono state emanate direttive recenti in merito al mantenimento della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro anche nelle PMI, distinguendo particolari obblighi e doveri per le realtà di riferimento.

Le novità recenti in merito alla salute e alla sicurezza sul lavoro

Il Decreto Legge 48 del 2023 ha apportato delle modifiche in merito all’attrezzatura di protezione personale dei dipendenti durante lo svolgimento delle proprie mansioni, nonché alcune novità sull’operato del medico competente che si occupa della sorveglianza sanitaria di ognuno di loro, per garantire sistemi di sicurezza aggiuntivi ed una salvaguardia più attenta dell loro stato di salute.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di nominare un medico competente, infatti, soprattutto nei casi in cui le mansioni dei lavoratori siano esposte ad un certo indice di rischio -si pensi all’esposizione di sostanze nocive o di attività a rischio nei cantieri-, non solo in linea preventiva, ma anche in itinere, nella possibilità dell’insorgenza di nuovi rischi come l’esposizione a radiazioni ottiche artificiali e a sostanze radioattive generali o con rischio specifico.

Il medico competente ha l’obbligo di elaborare una cartella sanitaria per ogni dipendente la quale è comunque sottoposta a segreto professionale ed è finalizzata solo ed esclusivamente a segnalare al datore di lavoro l’effettiva idoneità del lavoratore nell’ottemperanza delle sue mansioni in virtù del suo stato di salute.

Tale figura professionale nell’ambito sanitario può anche sensibilizzare il corpo dei dipendenti per renderli edotti sui rischi che corrono e sulle misure che possono tenere in considerazione per la salvaguardia della propria salute.

Il Decreto Legge 48 del 2023 apporta delle modifiche anche in merito all’utilizzo delle attrezzature di sicurezza per la salvaguardia personale, non solo per le PMI ma anche per i lavoratori singoli e privati che erogano un servizio a rischio. Dunque vige l’obbligo di utilizzare sempre l’attrezzatura di sicurezza prevista per la propria mansione nonché l’esposizione del tesserino ufficiale del lavoratore.

Questa modifica mira alla salvaguardia del lavoratore anche durante l’erogazione di servizi considerati meno complessi come eventuali riparazioni, manutenzioni e pulizia dei macchinari e per i quali sussistono comunque fattori di rischio notevoli.

Altre considerazioni in merito alla salvaguardia della sicurezza e della salute nelle PMI

La salvaguardia e la sicurezza della salute nelle PMI riguarda anche il noleggio dei macchinari pesanti, per le quali bisogna rilasciare un documento -il quale rimarrà in archiviazione agli atti- che confermi il buono stato del macchinario e le avvenute manutenzioni previste per il suo corretto funzionamento, preservando così la salvaguardia dei lavoratori che lo utilizzeranno e che sono dotati di patentino ufficiale o di certificazione per farlo.

Le novità che sono state introdotte in merito alla salvaguardia e alla sicurezza della salute nelle PMI servono a minimizzare i fattori di rischio che portano ogni giorno, sia in Italia che in Europa a registrare un elevato numero di incidenti e di infortuni sul lavoro.

Spesso le PMI però devono scontarsi con una mancanza di risorse, soprattutto in termini finanziari, per mettersi in pari con le nuove normative vigenti, mettendo anche da parte l’importanza della creazione di una cultura sulla sicurezza favorendo, invece, la produzione.

Quest’attitudine, però, non porterà mai ad uno stato di sviluppo delle PMI in quanto, a causa della mancata ottemperanza delle norme di sicurezza e in caso di incidenti, spesso le spese che riguardano i risarcimento o le sanzioni potrebbero portare ad una chiusura dell’attività e a un danno per la comunità in quanto, un membro, si è infortunato o ha perso la vita.

Si rivela essenziale, dunque, promuovere la sensibilizzazione delle PMI in merito a tali temi, facendo in modo che queste ultime possano investire nella prevenzione e nella sicurezza per i propri dipendenti.

RSPP Esterno: Vantaggi e Responsabilità

L’RSPP esterno è ormai una delle figure professionali più richieste nell’ambito della realtà dell’impresa italiana: tale figura deve avere requisiti specifici e si riveste di responsabilità rilevanti che riguardano la sicurezza sul lavoro sia nella prevenzione che nella protezione.

Si tratta di figure professionali generalmente esterne alle aziende che si occupano di fornire consulenze specifiche, caso per caso, in merito alla valutazione dei rischi e ai fattori di prevenzione dei rischi sul lavoro, determinando le misure cautelative fondamentali applicabili all’interno del contesto di lavoro di riferimento.

Una figura come quella dell’RSPP esterno è molto ricercata attualmente poiché le normative di sicurezza sono particolarmente importanti per salvaguardare le condizioni lavorative dei dipendenti italiani, ma la funzione di questa figura professionale non si limita a fornire le proprie consulenze alle aziende ma anche a strutture pubbliche quali enti locali, enti pubblici, o edifici scolastici, in maniera tale da garantire all’interno di ogni contesto le misure di sicurezza e di prevenzione adeguate.

Per questo oggi molte realtà sono in prima linea per fornire questo tipo di consulenza e in ottemperanza delle disposizioni di legge vigenti. Net Srl, nota agenzia di sicurezza sul lavoro a Torino è in prima linea nel fornire alle realtà locali una consulenza per RSPP esterno a Torino anche per la stesura dei piani operativi di sicurezza a Torino.

Cosa fa un RSPP esterno e come fornisce aiuto alle aziende

L’RSPP esterno è, secondo acronimo, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, ed è oggi una delle figure più richieste all’interno del contesto imprenditoriale italiano perché è in prima linea insieme ad una serie di altre figure, per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro.

Può fornire una protezione tecnica, scientifica o ingegneristica oppure potrebbe fornire consulenze anche sulla sicurezza ambientale: l’RSPP esterno è dunque una figura multidisciplinare che fa riferimento a vari campi di specializzazione per operare il base al contesto di operatività delle aziende e per fornire consulenze mirate.

All’RSPP esterno si legano tutti i fattori legati alla sicurezza e al lavoro delle aziende, le quali scelgono tale figura professionale in base al contesto di riferimento per ottenere numerosi vantaggi nell’operatività futura e per garantire la sicurezza dei propri dipendenti secondo le norme vigenti di riferimento.

I datori di lavoro, devono necessariamente predisporre una valutazione dei fattori di rischio e l’elaborazione di una serie misure di prevenzioni adeguate, per questo si avvalgono della figura dell’RSPP esterno che possa verificare gli indici di sicurezza aziendali e le misure preventive da adottare.

La nomina di un RSPP esterno è comunque obbligatoria per le aziende, e il datore di lavoro è tenuto in prima persona ad acquisire consapevolezza e a formarsi in tal senso: pena specifiche sanzioni che potrebbero andare dall’arresto fino al pagamento di multe parecchio salate.

Altre considerazioni in riferimento alla figura dell’RSPP esterno

Per diventare RSPP esterno bisogna seguire, principalmente, un corso per il conseguimento del titolo, accedendo ad un corso come coordinatore per la sicurezza, sia in fase di progettazione che di esecuzione.

La figura dell’RSPP esterno è regolarmente disciplinata, nell’ottemperanza delle proprie funzioni, anche D.lgs.81/2008 il quale ne determina compiti, doveri, definizioni e caratteristiche.

L’RSPP esterno, secondo norma di legge, rientra all’interno di quell’insieme di persone e mezzi precipui a soddisfare i requisiti di prevenzione e di protezione della sicurezza sul lavoro: i requisiti professionali di questa figura sono indicati nell’articolo 32 del suddetto decreto e viene nominato dal datore di lavoro.

Tra i requisiti e i doveri fondamentali dell’RSPP esterno ci sono le conoscenze adeguate per coordinare tutti gli interventi di valutazione e della messa in campo di tutte le misure preventive e di protezione per il lavoro all’interno dei contesti aziendali che hanno richiesto la sua consulenza.

L’RSPP esterno, tuttavia, non lavora da solo: accanto a lui e in accordo con la sua nomina dev’essere designata anche un’altra figura, ovvero l’addetto al servizio di prevenzione e protezione, il quale in virtù dei suoi requisiti professionali lo aiuterà nella disposizione delle scelte preventive.

La figura dell’RSPP esterno non solo deve aver superato il corso come coordinatore di sicurezza, ma deve anche aggiornarsi in merito ogni 5 anni. I rischi per cui viene formata tale figura, a parte gli approfondimenti per il campo specialistico di riferimento, sono di tipo gestionale, psicologico, sociale e organizzativo.

Nello specifico, nel suo servizio di consulenza, l’RSPP esterno fornisce pareri di sicurezza ai datori di lavoro dell’azienda e può stilare in prima persona sia i piani di sicurezza che i piani di ordinamento relativi all’azienda, può consultarsi sulla salute e sulla sicurezza visitando l’ambiente di lavoro e operare per la formazione dei lavoratori rilasciando informazioni sui rischi sulla salute e sui processi di evacuazione in caso di emergenza.

Egli ha l’obbligo finale, dunque, di valutare i fattori di rischio e ad elaborare tutte le misure di prevenzione o di protezione in base a tali rischi ed è una figura preziosa per le aziende, anche in virtù del rischio di infortuni o della protezione della salute dei dipendenti.

Valutazioni di Rischio Chimico: Procedure e Normative

La valutazione del rischio chimico nelle aziende è fondamentale in tutte le realtà d’impresa e dev’essere considerata come obbligo, soprattutto quando le aziende durante il loro lavoro o durante le fasi di produzione, devono utilizzare determinate sostanze per condurre le proprie attività.

Si tratta principalmente dell’utilizzo di agenti chimici pericolosi sia dal punto di vista chimico che tossicologico: all’interno di queste categorie infatti vengono inserite sostanze infiammabili, irritanti, corrosive, cancerogene ed esplosive che hanno un impatto negativo sulla salute dei lavoratori, soprattutto se esposti all’utilizzo di tali materiali senza gli opportuni sistemi di sicurezza.

Tali sostanze potrebbero avere anche un impatto ambientale molto forte, proprio per questo tra gli indici di valutazione vengono considerate anche le ripercussioni sull’ambiente nonché la stima delle eventuali emissioni in atmosfera a seguito del loro utilizzo.

In questo caso, ogni dirigente deve effettuare un’attenta analisi delle valutazioni per il rischio chimico nell’ottemperanza delle attività aziendali: per questo oggi realtà a Torino come Net Srl che si occupano di sicurezza e medicina del lavoro a Torino forniscono servizi di consulenza necessari a effettuare le valutazioni rischio sul lavoro Torino e ad aiutare i direttori responsabili a stilare il DVR il documento di valutazione di rischio a Torino al fine di dichiarare quali sono i possibili rischi che sussistono all’interno dell’azienda per la salute dei dipendenti nell’utilizzo di sostanze chimiche dannose.

La normativa vigente sulle valutazioni del rischio chimico

Le valutazioni del rischio chimico non possono prescindere dall’ottemperanza di alcune norme valutative di base che richiamano al rinvenimento di tutte le possibili categorie di pericolosità legate all’utilizzo di agenti chimici all’interno delle aziende, al fine di elaborare anche specifici programmi di prevenzione e per disporre l’utilizzo di mezzi di protezione adeguati.

All’interno della normativa vigente esiste uno specifico allegato che riporta tutti i valori limite di esposizione professionale e di esposizione di tipo biologico -per l’ambiente- rispetto alle sostanze pericolose, per fare in modo che le stime possano essere effettuate in base a dei valori certi che possano contribuire a proteggere la salute dei dipendenti durante il loro lavoro e per fare in modo che questi ultimi non subiscano dei danni significativi.

Le soglie di esposizione sono calcolate anche in base al tempo di esposizione alla sostanza: ogni distinta è calcolata in base ad un’esposizione a breve termine -15 minuti- o continuativa -sulle 8 ore- oppure valori non superabili neanche a seguito di un secondo.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di passare al vaglio la presenza degli agenti chimici all’interno della sua azienda tenendo in considerazione l’indice di pericolosità di questi ultimi anche in base alla scheda di sicurezza allegata in descrizione di uno specifico agente fisico presente non solo all’interno dei materiali che vengono prodotti ma anche di quelli che vengono forniti da ambienti esterni.

Sulle sostanze di tipologia intermedia, ossia quelle derivate dal lavoro dell’azienda e dalla possibile unione di più sostanze dannose, bisogna invece effettuare uno studio specifico caso per caso, e valutare quali sono i possibili rischi stilando una scheda di valutazione apposita.

Sono considerati, poi, il livello, il modo e le circostanze in cui viene svolto il lavoro durante l’esposizione di questi agenti per considerare, sempre più approfonditamente, tutti i parametri e le esposizioni di rischio: se il livello indica il grado di esposizione, il modo e le circostanze determinano la tipologia di quest’ultima in base all’utilizzo del prodotto, ad esempio se diluito in acqua o se vengono utilizzati strumenti di protezione e di sicurezza adeguati.

Altre procedure in merito alla valutazione del rischio chimico

La valutazione dei rischi mira a degli obiettivi di miglioramento dell’utilizzo delle sostanze dannose, considerando anche se le misure preventive di protezione utilizzate fino a quel momento all’interno dell’azienda siano state efficaci nel lungo termine e se val la pena modificare qualcosa in virtù di quanto emerso dalle ultime valutazioni.

Il DVR è un documento che va aggiornato regolarmente, anche in virtù dell’ingresso di nuove sostanze da utilizzare all’interno dell’azienda e del calcolo delle misure di protezione necessarie, soprattutto quelle più comunemente utilizzate, ossia i dispositivi di protezione individuale.

Per quanto concerne, invece, le valutazioni di rischio chimico in merito alla salute ambientale, ad essere soggetto di valutazione sarà l’aria circostante nella quale verrà stimata la quantità di agenti inquinati presenti a seguito del trattamento delle sostanze interessate.

Il datore di lavoro dunque non solo dovrà dichiarare quali sono i fattori di rischio legati all’utilizzo delle sostanze chimiche all’interno dell’azienda ma anche le misure che ha deciso di adottare specificamente all’interno dell’azienda includendo anche attività come la manutenzione del luogo di lavoro e la pulizia del contesto lavorativo per minimizzare i rischi dell’esposizione.

Quando si valuta il rischio bisogna infine analizzare anche le fasi di esposizione: alcune sostanze potrebbero avere un effetto sinergico ed esporre maggiormente i dipendenti a danni di una certa portata, rendendo sempre più debole la loro resistenza all’esposizione.

Come Affrontare l’Impatto delle Nuove Normative Ambientali

Quando si parla del contesto d’azienda, seguire le normative per l’impatto aziendale è un obbligo per tutte le realtà che operano all’interno dei settori di riferimento, e la quale attività, se non svolta seguendo determinate accortezze e alcuni valori di base sanciti dalla legge, potrebbe fare danno all’ambiente.

Oggi la questione aziendale legata ai comportamenti sostenibili viene sentita particolarmente non solo dalla comunità dei cittadini – in Italia e nel mondo- ma anche dai governi, i quali spesso emanano nuove normative ambientali che si ripercuotono nel lavoro delle aziende e alle quali queste devono conformarsi per continuare a svolgere le proprie attività.

Il rispetto e la conoscenza delle norme, dunque, diventa fondamentale per il lavoro d’azienda il quale potrebbe essere soggetto a pesanti sanzioni nel caso in cui non dovesse ottemperare alla legiferazione corrente.

Per questo numerose realtà nel panorama italiano sono in prima linea nel settore della consulenza anche per trattare la delicatezza di questa tematica e per vedere, caso per caso, come le aziende possono conformarsi alle leggi vigenti in tema di rispetto per l’ambiente.

A Torino, Net Srl, si occupa di consulenza per la sicurezza e medicina del lavoro a Torino, aiutando le realtà locali a effettuare le stime necessarie per la valutazione impatto ambientale Torino e offrendo consulenza ambientale rifiuti Torino.

Sostenibilità e aziende: le nuove leggi correnti

Oggi la sostenibilità aziendale ammette nuove norme di comportamento e di fare impresa per dare molta più sicurezza all’interno del settore e per responsabilizzare le attività affrontate nel rispetto della comunità -anche europea- e dell’ambiente.

Sono state previste, negli anni, nuove figure responsabili all’interno delle aziende, come il produttore dei rifiuti primo responsabile nella gestione dei rifiuti aziendali e del loro corretto smaltimento e il delegato ambientale, nonché tutto un sistema di Gestione Ambientale che si riferisce alle responsabilità conferite sul suddetto tema in merito all’attività dell’azienda e all’impatto ambientale da essa prodotto.

Recentemente è stata emanata la nuova direttiva CSRD di provenienza Europea, la quale ha visto la luce nel 2022 ma i quali obblighi si riverberano in molte aziende nel 2024 con le conseguenti modifiche aggiornate. La suddetta legge obbliga ogni realtà aziendale a mettere a disposizione del mercato -e dunque a dichiarare- informazioni circa l’impatto socio ambientale che le realtà imprenditoriali di grandi dimensioni hanno sull’ambiente.

Tale report assume una valenza fondamentale perché permette alle agenzie che si occupano del rating di fornire un punteggio all’azienda, e per determinare quale impatto la sua attività potrebbe avere nel lungo termine nei confronti dell’ambiente.

Nonostante ciò, la norma è stata significativamente rivista per la scarsa mole di dati riportati e la loro rispettiva mancanza di qualità nonché per le evidenti limitazioni nell’ambito di applicazione della stessa nel tempo: oggi anche le imprese più piccole -e non solo quelle più grandi e quotate- verranno considerate nell’obbligo di valutazione poiché le piccole e le medie imprese sono presenti a livello molto incisivo nel territorio dell’Unione Europea e conducono, nella maggior parte dei casi, le economie locali.

Da ora sarà presente un report precompilato e omogeneo che guiderà la potenzialità della rendicontazione che comprenderà anche la possibilità di individuare nuovi obiettivi per la sostenibilità e la possibilità di comparare in maniera significativa i dati ottenuti dalle diverse realtà.

Sostenibilità ambientale e nuove normative: uno sguardo al futuro

La responsabilità socio ambientale delle aziende viene considerata quanto mai fondamentale per assicurare la sostenibilità del futuro e per minimizzare gli effetti dell’impatto ambientale nel lungo termine.

Oggi gli obiettivi sono molti e si proiettano anche in larga scala considerando gli anni a venire, fino al 2030, data in cui si auspica una riduzione significativa delle emissioni in atmosfera e un minor coinvolgimento da parte delle aziende di grande e di piccola portata nella degenerazione delle condizioni ambientali.

Le aziende odierne sono tenute a riferirsi al modello ESG (Environmental – Social -Governance) per adoperarsi nel fornire un aiuto significativo nel rispetto dell’ambiente e a fornire obiettivi certi e calcolabili per ridurre l’impatto della propria attività.

La cultura ambientale cambia il volto delle attitudini aziendali e si basa sull’eticità del fare impresa: sono sempre di più le realtà che investono nella sostenibilità ambientale e gli incentivi che supportano gli obiettivi futuri, fornendo ad ogni contesto d’impresa la possibilità di progredire secondo le normative vigenti.

Gli investimenti vengono utilizzati principalmente per stabilire nuovi modi migliori di fare impresa, che mirano a migliorare l’efficienza energetica delle attività aziendali, all’adozione di pratiche migliori per la gestione dell’energia -si pensi di fatto all’attenzione per l’utilizzo delle fonti rinnovabili e sull’utilizzo di fonti energetiche alternative-.

Non manca poi la consapevolezza circa l’importanza di una formazione verticale che parta dai direttori e dai responsabili eletti per gestire il tema e le iniziative dell’azienda in merito alla sostenibilità ambientale che coinvolgano anche i dipendenti della realtà creando un sistema consapevole e integrato.

Gli investimenti basati sui criteri ESG mirano a migliorare non solo il microambiente aziendale, per quanto concerne la tipologia di sviluppo e dell’utilizzo di pratiche di produzione sostenibile, ma si orientano anche al benessere sociale e nella forza dell’etica aziendale.

Consigli per la Manutenzione degli Estintori in Azienda

La manutenzione degli estintori è essenziale per fare in modo che la struttura nella quale è situata un’azienda sia dotata di tutti i mezzi di sicurezza necessari per estinguere, o per proteggere dipendenti o visitatori dalla propagazione di un incendio.

La presenza di estintori all’interno di un’azienda è prevista ed è stata resa obbligatoria attraverso disposizioni legislative precise contenute all’interno del testo unico in materia di salute e di sicurezza sul lavoro, noto anche come D.lgs. 81/2008 e completato, in seconda battuta, nel 2o21 da altri obblighi concernenti la messa in sicurezza di impianti e di attrezzature precipue alla prevenzione della sicurezza nei contesti dei luoghi di lavoro.

Necessario dunque che, a seconda del contesto e del numero di dipendenti presenti all’interno di una struttura o di un cantiere, ci siano idonee unità di estintori per mantenere alto l’indice di sicurezza, ma questa accortezza non basta per fare in modo che la protezione di dipendenti e del pubblico venga mantenuta nel tempo.

Secondo gli obblighi di legge correnti, e facendo riferimento alla norma UNI 9994-1 del 2013, il collaudo degli estintori all’interno di una struttura destinata ad essere un luogo di lavoro e la successiva manutenzione degli estintori sono aspetti non solo da attenzionare secondo normativa, ma step fondamentali per mantenere sempre alta la sicurezza degli ambienti.

La manutenzione, infatti, è di estrema importanza: quest’ultima permette di gestire nel migliore dei modi la funzionalità delle unità degli estintori facendo sì che questi siano sempre pronti da utilizzare nel caso in cui dovesse sorgere un’emergenza d’incendio,

All’interno della norma UNI 9994-1 del 2013 sono presenti infatti tutti i criteri necessari per effettuare una corretta manutenzione delle suddette apparecchiature: dalla supervisione periodica alla revisione costante.

Per avere sempre delle apparecchiature supervisionate secondo norma di legge, è necessario seguire degli accorgimenti precisi che possono essere effettuati solo ed esclusivamente da un addetto professionista antincendio abilitato, che conosca a fondo questi strumenti e la normativa correlata sulla sicurezza: in questo caso, se la tua azienda si trova a Torino, informarsi con figure preposte alla manutenzione estintori Torino potrebbe essere essenziale.

Come effettuare una manutenzione degli estintori secondo normativa di legge

Per effettuare una manutenzione degli estintori secondo normativa di legge, se non sai da dove iniziare, sarebbe bene rivolgersi ad un’agenzia di sicurezza sul lavoro a Torino che possa fornirti le migliori consulenze e che possa affidare il tuo caso al personale preposto per i collaudi, per la manutenzione e per la revisione dei suddetti apparecchi.

Una manutenzione effettuata secondo norma di legge da parte di un professionista deve seguire un protocollo specifico che comprenda alcuni passaggi fondamentali: bisogna ricordare che ogni passaggio va effettuato con cura e che venga opportunamente collaudato, altrimenti sarà la ditta stessa a rispondere penalmente di tale inosservanza.

In primo luogo, l’estintore, se necessario, dev’essere sostituito: sia che funzioni a CO2 che di un estintore a polvere; la sostituzione è necessaria, poiché se dovesse essere mancante anche un solo apparecchio e la ditta venga sottoposta a controllo, anche qui si potrebbe incorrere in un possibile procedimento penale.

Quando un estintore viene manutenuto, è necessario che venga smontato nelle sue componenti: l’addetto responsabile deve rimuovere infatti il sigillo e il manometro, sostituendo quest’ultimo con uno nuovo e certificato; inoltre bisogna effettuare anche i corretti controlli dei valori della pressione interna per fare in modo che l’apparecchio funzioni correttamente quando necessario.

Oltre al manometro, è importante per l’eventuale revisione, utilizzare dei macchinari particolari per lo svuotamento e per il riempimento dell’estintore -se si tratta di apparecchi funzionanti a polvere-, mentre per l’estintore a CO2 è necessario che l’addetto professionista controlli ogni elemento con una pompa che emetta CO2.

Manutenzione degli estintori in azienda: il cartellino

La manutenzione degli estintori in azienda va effettuata ogni 6 mesi mentre la revisione segue delle tempistiche differenti a seconda della tipologia di estintore installato.

Secondo la norma UNI 9994-1 del 2013 un altro elemento fondamentale che dev’essere sempre opportunamente aggiornato è il cartellino dell’estintore, nel quale devono essere riportate una serie di informazioni utili agli addetti ai controlli di sicurezza.

Il cartellino dell’estintore infatti deve riportare dati specifici, come: il numero di matricola identificativo dell’estintore, i dati dell’azienda e dell’addetto antincendio, la massa dell’estintore, la tipologia, la carica presente, nonché la data in cui è stata effettuata la manutenzione e la scadenza ultima per effettuare la prossima -stessa cosa per quanto riguarda la revisione-.

Per fare in modo che la struttura della tua azienda a Torino sia a norma di legge, che sia presente il corretto quantitativo di estintori e che vengano effettuati tutti i controlli necessari, è obbligatorio stilare un documento per la valutazione di rischio Torino nel quale vengono riportati i rischi legati alla possibilità che possa propagarsi un incendio all’interno della struttura e nel quale devono essere riportate anche tutte le misure necessarie al mantenimento del sicurezza.

Rilievi di Radiazioni Ottiche Artificiali: Cosa Sapere

I rilievi di radiazioni ottiche artificiali sono essenziali da eseguire nei luoghi di lavoro in cui i dipendenti sono particolarmente esposti a tali emissioni: si tratta di una situazione in cui potrebbero verificarsi altissimi fattori di rischio a causa degli organi del campo visivo coinvolti, i quali potrebbero essere negativamente influenzati.

I rischi da esposizione alla radiazione ottica sono in primis l’occhio e il tessuto cutaneo: se un lavoratore si espone per un tempo prolungato a queste emissioni, potrebbe sperimentare una serie di gravi disagi come eritemi -dunque scottature più o meno critiche sulla pelle-, tumori cutanei, accelerazione dell’invecchiamento della pelle e una reazione cutanea alla fotosensibilità per quanto riguarda il derma.

Per quanto concerne l’apparato della vista e gli organi che lo compongono, invece, le radiazioni ottiche artificiali potrebbero provocare foto-congiuntivite, danni alla cornea oculare, cataratta, lesione della retina, bruciature della cornea o della retina.

Essenziale dunque comprendere che gli effetti possono variare in base all’intensità dell’emissione e in base ai tempi di esposizione a questa corrente di radiazioni; inoltre, non è necessario tenere in considerazione soltanto i danni diretti derivati dall’esposizione poiché esistono una serie di altri disturbi o di effetti collaterali che il lavoratore, di norma, sperimenta a seguito dell’esposizione, quali confusione del campo visivo, fastidi relativi all’esposizioni di luce e altro ancora, compreso lo stress termico e il rischio di incendio.

Ma quando un lavoratore è esposto alle emissioni di radiazione ottiche? Un lavoratore è esposto alle radiazioni ottiche quando utilizza dei laser o altri strumenti che producono un fascio di luce artificiale: le radiazioni di solito non solo visibili e sono in genere quelli di tipologie infrarossa e ultravioletta, per questo è necessario, ai fini della sicurezza, proteggere il capo e gli occhi con degli accessori adeguati quando si svolge un lavoro di questo tipo.

Perché è essenziale misurare le radiazioni ottiche artificiali

Misurare le radiazioni ottiche artificiali, è essenziale per mettere in sicurezza l’attività di lavoratori costretti a effettuare dei lavori potenzialmente a rischio con l’utilizzo di determinati strumenti: il fine è quello di garantire al dipendente tutta una serie di strumenti utili per la sua protezione e di formarlo adeguatamente affinché possa acquisire una serie di comportamenti idonei a non esporsi al rischio prolungato o pericoloso di tali emissioni.

Il primo step, dunque, anche se hai un’azienda a Torino che prevede l’utilizzo di determinati strumenti da parte dei dipendenti, è quello di stilare un piano dei fattori di rischio e di richiedere, inoltre, dei servizi di consulenza che permettano di effettuare rilievi di radiazioni ottiche artificiali Torino: attraverso questa pratica di misurazione effettuata da professionisti esperti di sicurezza sul lavoro a Torino, vengono utilizzati strumenti adeguati per determinare l’entità del rischio di esposizione.

Lo strumento che viene utilizzato per la misurazione delle lunghezze d’onda delle radiazioni ottiche artificiali si è il cosiddetto foto radiometro portatile ed è collaudato a rilevare i valori massimi stabiliti secondo normativa europea attraverso degli specifici dispositivi di controllo quali sensori e software di funzionamento.

Il rischio relativo all’esposizioni di radiazioni ottiche artificiali viene anche disciplinato dal D.lgs. 81/2008, all’interno della sezione relativa agli agenti fisici e definisce per radiazioni ottiche tutta quella serie di radiazioni elettromagnetiche con una gamma di lunghezza d’onda tra 100 nanometri e 1 millimetro, e altre distinti estremi suddivisi per le varie tipologie di radiazioni ottiche.

Come garantire la sicurezza durante l’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali

Per garantire la sicurezza durante l’esposizioni elle radiazioni ottiche artificiali in tutti quei settori in cui è previsto l’utilizzo di strumentazioni che emettono fasci di luce laser, ultraviolette, infrarossi e altro, è necessario che il datore di lavoro, dopo aver effettuato le corrette misurazioni, munire tutti i dipendenti di attrezzature e ausili specifici che ne garantiscano la protezione durante l’utilizzo, e di eseguire una supervisione costante, anche grazie ad altre figure addette alla sicurezza, del corretto utilizzo di tali strumenti da parte dei dipendenti.

Si parla infatti di prevenzione per l’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali quando viene obbligatoriamente previsto dell’utilizzo di particolari guanti per coprire le zone esposte della pelle e più a diretto contatto con lo strumento che si sta utilizzando, tute di sicurezza, visori che coprano e proteggano gli occhi -si pensi all’utilizzo di occhiali protettivi validi, o a visiere provviste di un apposito filtro che non permette alle radiazioni ottiche artificiali di raggiungere l’occhio-.

I rischi dell’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali sono di tipo sanitario, proprio per questo, tenendo anche in considerazione il panorama delle aziende torinesi, eleggere un medico del lavoro o uno specialista competente che possa prestare servizio di sorveglianza sanitaria Torino permetterebbe di effettuare un monitoraggio costante delle condizioni di salute dei dipendenti al fine di determinare, il più presto possibile, se sussistono danni derivati dall’esposizione più o meno prolungata di emissioni di radiazioni ottiche artificiali per strutturare anche un piano terapeutico adeguato alla gravità del danno.