I migliori corsi di formazione: ecco a chi rivolgersi

Stai cercando i migliori corsi di formazione sulla sicurezza sul lavoro da proporre ai tuoi dipendenti, ma non sai quali scegliere? Sono numerosi gli enti, sia pubblici sia privati, che offrono corsi di questo tipo, finalizzati all’acquisizione di competenze fondamentali per lavorare in sicurezza.

Tra i migliori troviamo quelli offerti dall’agenzia torinese Net srl, la quale si occupa a 360 gradi di sicurezza in ambito aziendale. In base al decreto legge 81/08, tutti i lavoratori devono seguire corsi sulla sicurezza sul lavoro. Questo permetterà loro di affrontare eventuali situazioni critiche o emergenziali, oltre a consentirgli di conoscere tutti i rischi legati al tipo di lavoro che sono chiamati a svolgere. Alcuni di questi corsi devono essere offerti dal datore di lavoro e i costi non devono mai essere a carico dei lavoratori. Altri possono invece essere scelti liberamente dal lavoratore, nel caso in cui ritenesse opportuno acquisire nuove competenze. Ma quali sono i principali corsi di formazione relativi alla sicurezza aziendale? Quanto durano, come sono articolati e a chi sono rivolti? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Corsi di formazione sulla sicurezza aziendale: ecco quali scegliere

I corsi di formazione aziendale permettono ai lavoratori di acquisire le competenze necessarie per ridurre gli incidenti sul lavoro.
Molti forniscono le informazioni necessarie per utilizzare correttamente attrezzature e macchinari, oltre alle informazioni basilari circa l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza più idonei. Tra i corsi di formazione di questo tipo, nei quali riveste grande importanza la parte pratica, rientrano i seguenti:

  • carrello elevatore
  • PLE
  • lavori in quota
  • macchine in movimento
  • lavori stradali

Vi sono poi altri tipi di corsi, prevalentemente teorici, finalizzati all’acquisizione di altri tipi di competenze, soprattutto normative, gestionali e di controllo.

Tra i corsi di questo tipo, uno dei più richiesti è il corso RLS Torino, destinato alla formazione dei Rappresentati dei Lavoratori per la sicurezza, figura istituita dal decreto legge 81/08. L’RLS. Oltre ad assicurarsi che l’ambiente lavorativo sia salubre, deve provvedere all’individuazione di eventuali situazioni di pericolo e allo studio di soluzioni per la prevenzione degli incidenti.

Il corso RLS Torino, della durata di 32 ore, permette ai rappresentanti eletti di acquisire le competenze necessarie per svolgere l’incarico in modo ottimale, fornendo loro informazioni circa i rischi relativi all’ambito nel quale operano, le migliori metodologie di prevenzione e controllo, e le normative sulla sicurezza e la salute sul lavoro. Sono inoltre previsti corsi di aggiornamento annuali, resi obbligatori per legge, i quali devono avere una durata di 4 ore, per i rappresentati che lavorano in aziende con un numero di lavoratori compreso tra i 15 e i 50, o di 8 ore, per gli RLS impiegati in aziende con più di 50 lavoratori.

Molto richiesto anche il corso HACCP, indispensabile per chi lavora a contatto con gli alimenti. Tra i corsi più richiesti troviamo anche il corso primo soccorso, finalizzato a fornire tutte le competenze necessarie per intervenire tempestivamente in caso di incidenti sul lavoro. Questi corsi sono rivolti nello specifico ai lavoratori scelti quali addetti al primo soccorso in ambito aziendale e che dovranno dunque essere in grado di chiamare i soccorsi e, in attesa di questi, di mettere in pratica le procedure necessarie per aiutare la persona infortunata. Il corso di primo soccorso non fornisce solo nozioni teoriche, ma prevede anche una parte pratica che consente ai partecipanti di mettere in atto quanto appreso.

Corsi di formazione per la sicurezza sul lavoro: a chi rivolgersi

Come abbiamo accennato nell’introduzione, i corsi per la sicurezza aziendale vengono offerti da enti sia pubblici sia privati. L’Accordo Stato Regioni del 7 luglio 2016 individua tra gli enti preposti alla somministrazione di questi corsi:

  • gli Enti di formazione accreditati
  • le Università, le scuole di dottorato e le istituzioni scolastiche
  • l’INAIL
  • gli ordini e i collegi professionali

Una delle aziende più affidabili con ben 25 anni di esperienza nell’ambito della sicurezza aziendale è la Net srl di Torino, la quale offre un pacchetto completo di corsi in grado di soddisfare ogni tipo di richiesta o esigenza.

Prima di scegliere l’ente presso il quale seguire un corso, è fondamentale assicurarsi che rispetti alcuni requisiti fondamentali. In primo luogo, deve trattarsi di una realtà accreditata e deve rilasciare un attestato valido e legalmente riconosciuto. In secondo luogo, il corso deve essere svolto da docenti competenti, in possesso, laddove richiesto, dei requisiti previsti dal decreto del 6 marzo 2013 emanato dal Ministero della Salute e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. È inoltre fondamentale valutare attentamente i contenuti del corso, le modalità di frequenza ed erogazione e gli orari di frequenza. Per quanto riguarda i corsi che permettono di acquisire competenze di tipo manuale, è inoltre fondamentale assicurarsi che alla parte teorica sia sempre affiancata una parte pratica.

 

Medici e infermieri: tutte le precauzioni per non contrarre il Covid

In questo lungo periodo di pandemia da covid-19, tra i soggetti più a rischio di contrarre il virus vi è indubbiamente il personale sanitario composto da medici e infermieri. Queste professioni portano infatti a dover stare in contatto con persone ammalate di covid per provvedere alla loro cura e di conseguenza a un pericolo maggiore di poter essere infettati. Per la protezione di medici e infermieri in prima linea contro il covid, sono state dunque verbalizzate molteplici precauzioni per evitare il contagio e permettere a queste persone di poter svolgere il proprio lavoro in sicurezza.

Protocollo per la sicurezza dei lavoratori della sanità contro il covid

All’inizio della pandemia, e per essere maggiormente precisi il 24 marzo 2020, è stato sancito il Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della sanità, dei servizi socioassistenziali e sociosanitari, al fine di affrontare al meglio la pandemia in corso e garantire la sicurezza di chi si presta ad essere in primo piano nella cura e nella battaglia contro il covid. Questo Protocollo è dunque un elemento essenziale che cerca di garantire a tutto il personale dei servizi sanitari e socioassistenziali gli adeguati e fondamentali livelli di protezione. Secondo le direttive espresse, il datore di lavoro deve necessariamente valutare il rischio di esposizione al contagio da Covid-19 del proprio personale sanitario, ancor meglio se affidandosi a specialisti di Sicurezza e Medicina del lavoro in grado di analizzare appropriatamente la situazione e procedere a una corretta stesura del documento di Valutazioni Rischio Torino.

Queste valutazioni sono fondamentali al fine di garantire al personale appropriati dispositivi di protezione individuale (spesso abbreviati in DPI), tali da offrire un livello di protezione ai lavoratori ancor maggiore rispetto a quello ritenuto normalmente adeguato dagli organismi tecnico-scientifici. Il Protocollo prevede inoltre che il personale medico e paramedico debba essere sottoposto periodicamente ai test per riscontrare l’eventuale contagio da Covid-19, tramite dunque i classici tamponi attualmente molto utilizzati proprio per monitorare tutti i casi di positività al virus e cercare di controllare l’andamento dei contagi. Infine, deve obbligatoriamente essere garantita la costante sanificazione dei luoghi di lavoro tramite procedimenti e mezzi di sanificazione appositi.

Il Protocollo, con queste precise prescrizioni, indica la necessità di definire una procedura omogenea su tutto il territorio nazionale, poiché per un maggior controllo della protezione e della prevenzione generale, è bene che vengano stabiliti Piani Generali di Sicurezza sanitaria uguali per tutti i lavoratori, e in modo particolare quelli che attualmente si trovano a dover affrontare un contatto giornaliero con pazienti positivi al Covid-19. Un’ulteriore decisione, ancora molto discussa, è l’obbligo di vaccinazione per tutto il personale sanitario, comprese anche le eventuali dosi di richiamo del vaccino stesso, le quali rappresentano requisito essenziale per l’iscrizione all’Albo professionale e il conseguente esercizio ti tale professione. In caso di mancato adempimento all’obbligo vaccinale, vi è l’immediata sospensione dal lavoro da parte degli Ordini Professionali di riferimento e la conseguente interruzione della retribuzione; inoltre tale sospensione comporta anche l’annotazione nell’Albo professionale.

DPI per medici e infermieri

Come già affermato, un’arma essenziale per la prevenzione del covid-19 da parte del personale sanitario sono i dispositivi di protezione individuale (DPI). Le attuali normative indicano come dispositivi di protezione individuale tutte le attrezzature destinate a essere indossate dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro rischi suscettibili di sfidarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni accessorio destinato appunto a tale scopo. Per quanto riguarda dunque medici e infermieri in prima linea contro il covid sono molteplici i DPI necessari e indicati dalla normative stesse.

Tra questi vi sono guanti monouso da cambiare obbligatoriamente con costanza e cestinare in maniera corretta, per ridurre la trasmissione dei microrganismi potenzialmente patogeni presenti sulle mani del personale e allo stesso tempo ridurre il rischio che gli operatori sanitari possano contagiarsi dai pazienti. All’uso dei guanti va ad ogni modo affiancato il lavaggio frequente delle mani con prodotti appositi, prima e dopo aver indossato i guanti. Inoltre sono essenziali camici di protezione adeguatamente indossati, in particolare quelli chirurgici, monouso e idrorepellenti, realizzati in tessuto non tessuto, dotati di allacciatura posteriore, maniche lunghe con polsino e di lunghezza almeno al di sotto del ginocchio. Questi camici non devono essere utilizzati fuori dalle aree di esposizione, e allo stesso tempo deve essere assolutamente evitato il loro utilizzo dopo precedenti esposizioni.

Essenziali sono anche occhiali e scudi facciali, i quali devono necessariamente essere in materiale antiappannante, con possibilità di regolazione delle stanghette e devono obbligatoriamente garantire protezione specifica da liquidi in gocce e spruzzi anche lateralmente. Infine, non possono assolutamente mancare le mascherine, da quelle chirurgiche normalmente utilizzate da tutta la popolazione, alle mascherine denominate respiratori facciali filtranti per difendersi da microrganismi e particelle in sospensione nell’aria di piccole dimensioni e dunque dalla trasmissione stessa del virus covid-19. Tutti questi dispositivi sono fondamentali ed è necessario porre molta attenzione nel fare di essi un uso corretto.

Green Pass: le sanzioni per chi risiede in ufficio senza

Ormai da qualche mese abbiamo iniziato a fare la nostra stretta conoscenza con il Green Pass. Fino a poco tempo fa nessuno di noi sapeva cosa fosse questo certificato e ora la gran parte della popolazione italiana ce l’ha e soprattutto lo utilizza tutti i giorni senza problemi. Il Green Pass è un particolare certificato che viene rilasciato tipicamente in tre casi: a seguito della prima dose del vaccino, a seguito della seconda dose e infine in caso di tampone. In ognuno di questi casi il Green Pass ha una durata differente, infine nel caso delle due dosi del vaccino si può parlare anche di Super Green Pass.

Aldilà di queste differenze, il certificato è divenuto obbligatorio in diversi contesti dai locali, ai ristoranti, bar, cinema e perfino sul posto di lavoro. Proprio su questo punto vogliamo concentrarci oggi, in quanto è sicuramente uno di quelli più ostici e controversi. I datori infatti dovrebbero controllare i certificati di tutti i dipendenti o eventualmente fare controlli a campione, un lavoro extra in aziende spesso oberate di compiti in cui anche un minimo extra richiede elevati sforzi.

Questo porta molte aziende, soprattutto le meno attente a questi che possono sembrare erroneamente piccoli dettagli, ad esporsi a possibili sanzioni e multe da parte delle autorità competenti. In questo breve articolo noi di netsrl.net vogliamo proprio approfondire questo aspetto della nostra vita lavorativa e capire quali sono innanzitutto le sanzioni previste per il lavoratore sprovvisto di Green Pass, successivamente quali sono quelle per il datore di lavoro che non effettua i dovuti controlli non osservando i piani generali di sicurezza.

Green Pass: sanzioni per il lavoratore sprovvisto

Iniziamo dunque ad analizzare cosa può accadere a chi acceda all’ambito lavorativo pur consapevole di essere sprovvisto di Green Pass, magari per via di un controllo mancato, per negligenza del datore o altro ancora. In questi casi il lavoratore, indipendentemente che sia pubblico o privato, è considerato secondo le direttive un assente ingiustificato, dunque senza alcun diretto allo stipendio. Questo fino a quando il dipendente non presenterà al proprio datore il Green Pass previsto per poter lavorare in azienda.

Nel caso l’azienda in oggetto abbia meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata o senza valido motivo della persona, il datore potrà procedere alla sospensione del lavoratore fino a dieci giorni. Questo atto può essere rinnovato un’altra volta, dunque per altri dieci giorni massimi, passati anche questi il datore di lavoro dovrà notificare il tutto alla Prefettura che procederà con la sanzione di tipo amministrativo. Il prefetto potrà a questo punto applicare una sanzione amministrativa variabile tra i 600 e 1500 euro. Infine potrebbero applicarsi ulteriori sanzioni disciplinari legate ai contratti collettivi, nel caso il lavoratore rientri in uno di questi.

Green Pass: sanzioni per il datore che non controlla

Abbiamo dunque visto in precedenza che la vita di un lavoratore che decide in autonomia di non presentare il proprio Green Pass può essere sicuramente molto dura, sino al punto di rischiare decisamente il proprio posto e sicuramente il proprio stipendio. Per quanto riguarda i datori sicuramente le cose non vanno per il meglio. Innanzitutto il datore di lavoro, stando alle normative e linee guida diffuse ed emanate da parte del governo, deve organizzare secondo le proprie modalità dei controlli del Green Pass. Uno dei modi per accelerare il processo, evitando lunghe attese e perdite di tempo, è quello della verifica a campione.

Questa deve essere effettuata solo sua una parte del proprio organico, ma che non sia mai inferiore al 20% del totale. Se abbiamo ad esempio 100 dipendenti, dovremo fare un controllo a campione almeno a 21 impiegati per essere tranquilli. Ma aldilà degli specifici obblighi cosa rischia un datore di lavoro che sceglie di non effettuare i dovuti controlli o magari li effettua in modo totalmente improprio rispetto a quando indicato dagli organi competenti? Partiamo dal presupposto che tutte le aziende, indipendentemente dal fatturato o dalla grandezza possono ricevere nel loro percorso un controllo da parte degli organi competenti.

In questo sono chiamati a vigilare i cosiddetti ispettori del lavoro e talvolta anche le aziende sanitarie locali di cui possono avvalersi i prefetti per intensificare i controlli sulla zona. Se durante un controllo un’azienda venisse scoperta sprovvista di forme di controllo efficaci e conformi a quanto previsto dalle normative, allora scatterebbero in modo immediato le sanzioni amministrative imposte dalla prefettura. Anche in questo caso le sanzioni non sono sicuramente da poco, il datore di lavoro infatti rischia di dover pagare una multa molto salata che oscilla tra i 400 e 1000 euro. Come puoi vedere la sanzione è leggermente inferiore rispetto a quella prevista per il lavoratore, in quanto si tende ad affibbiare più importanza alla responsabilità personale e individuale del singolo dipendente rispetto all’azienda in generale.

 

Sicurezza sul lavoro, quando scatta la sospensione dell’attività?

La sicurezza sul lavoro è un tema estremamente importante che come tale non va affatto sottovalutato. Ogni azienda o attività deve garantire ai propri dipendenti la sicurezza e la protezione regolate dalle attuali normative vigenti. È doveroso e fondamentale redigere, seguire e rispettare tutti i Piani Generali di Sicurezza previsti per ogni azienda, e nel caso in cui vengano portate avanti una o più violazioni in merito a essi si potrebbe incorrere anche alla sospensione dell’attività.

Mancata elaborazione del DVR e sospensione dell’attività

Una prima importante violazione delle norme in merito alla sicurezza sul lavoro è la mancata elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), ovvero un documento che, per legge, deve essere elaborato da tutte le aziende con almeno un lavoratore, volto a individuare tutti gli eventuali rischi presenti nell’azienda stessa. Questo documento è di estrema importanza poiché permette di capire quali siano le procedure di sicurezza essenziali da mettere in atto per il mantenimento della salute e della sicurezza dei lavoratori. Il DVR deve dunque essere redatto con molta cura da personale specializzato in Valutazioni Rischio Torino, tramite l’analisi di tutte le fasi lavorative dell’attività e dei potenziali pericoli nel corso delle diverse lavorazioni.

La stesura di tale documento comprende perciò sopralluoghi negli ambienti di lavoro; valutazione dei rischi specifici, valutazione del rischio chimico e valutazione del rischio d’incendio; piani specifici e personalizzati di evacuazione ed emergenza; verifica, gestione e progettazione delle normative antincendio; informazione, formazione e addestramento del personale; rapporti con gli Organi di Vigilanza e rapporti con i lavoratori; audit aziendali periodici; Servizio di Prevenzione e Protezione esterno, e ogni altro dovere relativo alla Sicurezza e Medicina del Lavoro. Il DVR deve essere prodotto entro 90 giorno dall’inizio dell’attività in azienda e deve essere poi mantenuto sempre in continuo aggiornamento sulla base dei cambiamenti che periodicamente possono verificarsi all’interno dell’azienda.

Come anticipato, la mancata elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi da parte del datore di lavoro o la mancanza di parte del documento stesso, è una grave violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. Per questo è possibile incorrere a conseguenze anche molto gravi, partendo da una sanzione pecuniaria fino ai 7000 euro fino al coinvolgimento penale, sempre del responsabile ovvero del datore di lavoro, con l’arresto fino a 6 mesi. Nel caso in cui questa mancata redazione del DVR venga poi portata avanti nel tempo, potrebbe scattare la sospensione immediata dell’attività stessa.

Altre violazioni che comportano la sospensione dell’attività

Vi sono poi ulteriori violazioni che possono portare alla sospensione dell’attività. Ad esempio, la mancata elaborazione di un Piano di Emergenza ed Evacuazione è un tipo di violazione che porta alla sospensione dell’attività fino a che l’azienda non presenta tale documento, solo a quel punto la sospensione può essere revocata. La stessa cosa vale nel caso in cui l’azienda non disponga della documentazione necessaria ad attestare la partecipazione obbligatoria dei lavoratori ai corsi di formazione e addestramento. Anche in questo caso può dunque essere adottato il provvedimento cautelare della sospensione fino a che il datore di lavoro non è in grado di fornire un documento che attesti la prenotazione della formazione, o che dimostri che il dipendente non è destinato alle mansioni lavorative per cui è previsto l’obbligo formativo.

In aggiunta a queste violazioni, anche la mancata istituzione del Servizio di Prevenzione e Protezione, e la nomina del relativo responsabile rappresentano violazioni che portano alla sospensione dell’attività. Tale sospensione può essere poi revocata solo nel momento in cui l’azienda sia in grado di presentare la documentazione che attesti la costituzione del servizio e la nomina del responsabile. Altra violazione è la mancata elaborazione del Piano Operativo di Sicurezza (POS), pagata con la sospensione dell’attività fino alla presentazione di tale documento.

Vi sono poi ulteriori condizioni che potrebbero portare gli organi ispettivi ad applicare questo provvedimento cautelare. Tra questi la mancata consegna ai dipendenti dei necessari Dispositivi per la Protezione Individuale; oppure la mancata predisposizione da parte dell’azienda delle corrette protezioni verso il vuoto e delle necessarie armature di sostegno. Può essere adottata la sospensione dell’attività anche nel caso in cui l’azienda abbia modificato o rimosso i dispositivi di sicurezza, di controllo o segnalazione; nel caso in cui l’azienda non abbia provveduto a ricoprire i conduttori nudi in tensione, o non vi siano disposizioni organizzative e procedurali per proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi.

Infine, è possibile imbattersi nella sospensione anche nel caso in cui l’azienda non abbia adottato impianti di terra, interruttori differenziali e magnetotermici, ovvero strumenti idonei in grado di tutelare i lavoratori dai contatti diretti e indiretti, oppure nel caso questi elementi siano malfunzionanti. Tutte queste violazioni sopracitate possono portare alla sospensione dell’attività dell’azienda fino alla presentazione della documentazione richiesta o della messa a norma di tutti i dispositivi e delle protezioni necessarie al mantenimento della sicurezza sul lavoro.

Aggiornamenti sulla sicurezza: ogni quando devono essere fatti

Come sanno gli imprenditori, il testo unico sulla sicurezza del lavoro, il D.lgs 81/08 obbliga tutte le imprese di qualsiasi settore alla stesura del Documento di Valutazione Rischi (in sigla DVR). Tra i doveri previsti vi sono l’individuazione di tutti i rischi connessi al tipo di lavorazione, all’ambiente in cui si opera e alle interferenze da parte di altre lavorazioni; inoltre va inserita l’individuazione di idonei dispositivi di protezione collettiva ed individuale e la formazione continua dei lavoratori. Il DVR ovviamente va tenuto aggiornato, ogni qual volta c’è un cambiamento importante all’interno dell’impresa. Non solo, è indispensabile anche organizzare corsi di aggiornamento per il personale, in linea con le novità legislative e tecnologiche che si susseguono. Ma ogni quanto va fatto l’aggiornamento dei lavoratori?

Aggiornamento dei lavoratori: la scadenze

per rispondere a questa domanda bisogna citare l’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011; riporta, con riferimento ai lavoratori, che “è previsto un aggiornamento quinquennale, di durata minima di 6 ore, per tutti e tre i livelli di rischio sopra individuati”. In linea generale, dunque, l’aggiornamento dei lavoratori va effettuato ogni cinque anni.

Ma non è così semplice. Uno dei requisiti indispensabili è che la formazione fatta in azienda sia adeguata in relazione a quanto previsto dall’Accordo. Inoltre, bisogna tenere conto di nuove situazione nell’ambiente di lavoro, come l’introduzione di nuove tecnologie e/o attrezzature, o se vi sono modifiche nelle mansioni degli operatori; in questi casi non è sufficiente un semplice aggiornamento, ma serve un vero e proprio percorso formativo per i dipendenti coinvolti da tali cambiamenti.

L’art. 37, comma 6, del Decreto Legislativo 81/08, inoltre, afferma che “la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti deve essere periodicamente ripetuta in relazione all’evoluzione dei rischi o all’insorgenza di nuovi rischi”. Dunque, non solo ogni qual volta ci sia un cambiamento, ma quando anche emergano nuovi rischi non presi in considerazione dal DVR, andrà prevista anche un’adeguata formazione dei lavoratori. L’effettivo aggiornamento, inoltre, è soggetto a controlli da parte degli organi di vigilanza e quindi anche da parte dei professionisti esterni per la sicurezza sul lavoro che l’azienda incarica. Si tratta di capire, poi, se l’aggiornamento è previsto per i lavoratori di tutte le imprese. La risposta, sulla base delle normative di riferimento, è affermativa: l’aggiornamento è espressamente obbligatorio per tutti i lavoratori.

Di che cosa tratta l’aggiornamento

Le ore di aggiornamento non devono trattate tematiche sviluppate nei corsi base di formazione. Scopo dell’aggiornamento sarà quello di informare i partecipanti su nuove disposizioni di legge, sull’evoluzione e sulle innovazioni dei settori nei quali operano. Un percorso di aggiornamento destinato ai lavoratori dovrebbe trattare gli aggiornamenti in materia giuridica; gli approfondimenti di natura tecnica sui rischi a cui sono esposti i lavoratori; informazioni generali sull’organizzazione e gestione della sicurezza nell’impresa; sulle misure di prevenzione dei possibili rischi. Oltre ai lavoratori, anche i preposti dal datore di lavoro (vale a dire le figure dirigenziali) hanno l’obbligo di aggiornamento ogni cinque anni: in questo caso le ore di formazione non dovranno essere inferiori a 6 e ci si occuperà delle proprie mansioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Per quanto riguarda il responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), dopo aver seguito un corso di formazione base, suddiviso in moduli, dovrà effettuare l’aggiornamento previsto per i datori di lavoro, sempre con frequenza quinquennale. Condizioni e durata del corso dipendono dal livello di rischio presente nell’azienda ed è stabilito in funzione del settore Ateco al quale il tipo di lavorazione appartiene. In particolare, se il rischio è basso, il corso di aggiornamento per l’RSPP sarà di durata pari a 6 ore; se il rischio è medio la durata del corso sale a 10 ore; se il rischio è alto si arriva a 14 ore. L’aggiornamento non può mancare il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. L’aggiornamento del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS) deve essere fatto per non meno di 4 ore, per le imprese che hanno tra 15 e 50 dipendenti, di almeno 8 ore per le imprese con un numero superiore di dipendenti. Per le aziende con meno di 15 lavoratori, l’aggiornamento del RLS va fatto in presenza di “evoluzione dei rischi o all’insorgenza di nuovi rischi”. I contenuti del percorso di aggiornamento riguardano soprattutto approfondimenti sulla sicurezza dei lavoratori, ad esempio sulle norme antincendio e sulle misure più efficaci di prevenzione degli infortuni sul lavoro. In tempi di pandemia, dove anche ospitare un corso di aggiornamento potrebbe diventare un problema, l’aggiornamento delle varie figure aziendali può svolgersi in presenza, sia nella sede aziendale, sia in quella di un ente formatore, oppure a distanza, in modalità e-learning. Concludiamo ricordando che le ore di aggiornamento professionale non devono comportare oneri economici per i lavoratori, e dunque il costo è a carico del datore di lavoro, sia per quanto riguarda il costo del corso di aggiornamento, sia per quanto riguarda la retribuzione del lavoratore che segue il corso.

Le giuste precauzioni nelle industrie metalmeccaniche

In tema di sicurezza sul lavoro, i fattori di rischio nella lavorazione dei metalli sono fondamentali. Per questo i piani generali di sicurezza dell’industria metalmeccanica devono essere particolarmente accurati. Cominciamo col dire che per industria metalmeccanica intendiamo quel settore che si occupa della lavorazione e della produzione di oggetti in metallo. Indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa, conoscere e approfondire tutti i rischi legati a questo tipo di lavorazioni permette di attuare, come richiede la legge, norme di prevenzione e tutela dei lavoratori che siano efficaci. All’interno dell’industria metalmeccanica vi sono diverse sottocategorie, che si distinguono in base alla destinazione di macchinari o impianti prodotti: produzione di impianti industriali, macchinari da costruzione, carpenteria metallica, etc…

Principali rischi per le industrie metalmeccaniche

Il testo unico sulla sicurezza del lavoro, cioè il D.lgs 81/08 obbliga tutte le imprese di qualsiasi settore alla stesura del Documento di Valutazione Rischi (in sigla DVR). Si tratta di un testo che viene elaborato dal datore di lavoro, in collaborazione con professionisti come quelli di Net Srl, che è il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione , nonché con l’intervento del medico competente.

Nel DVR vi è l’obbligo di individuare tutti i rischi legati al tipo di lavoro svolto, sia legati ai macchinari, sia all’uso di particolari sostanze, sia legati all’ambiente stesso. Inoltre, deve elencare le misure concrete per prevenire tali rischi, cercando di eliminarli.

Nelle industrie metalmeccaniche i principali rischi sono sicuramente legati all’utilizzo di macchinari complessi che possono produrre schegge, residui chimici, fumi, o procurare incidenti al lavoratore in caso di malfunzionamento. A ciò si devono aggiungere i rischi legati all’esposizione a fumi e gas prodotti dalla saldatura, dai vapori di oli, dall’esposizione a solventi e vernici che incidono sulla respirazione.

Un altro evidente fattore di rischio è il rumore, che in un’officina meccanica è sempre presente. Oltre a danneggiare l’udito, impedisce di sentire gli avvertimenti di pericolo da parte dei colleghi o i segnali di allarme.

Ancora, valutati attentamente i rischi da sovraccarico biomeccanico, dovuti a movimenti ripetitivi o al sollevamento di carichi pesanti. A questo proposito, se in azienda si usano muletti e gru per spostare pesi, andranno valutati i relativi rischi nel loro uso. Uso ed eventuale malfunzionamento, magari causa scarsa manutenzione o per manomissioni. Un altro elemento importante di rischio deriva dall’uso improprio dei dispositivi di protezione individuale, perché erroneamente ritenuti scomodi.

Possiamo quindi suddividere i fattori di rischio in meccanici, fisici, chimico-biologici. All’interno del DVR, dunque, tutti questi rischi andranno individuati, coinvolgendo i lavoratori nell’analisi, ed elencati per andare ad indicare le soluzioni, sia con l’utilizzo di dispositivi di protezione collettiva che di dispositivi di protezione individuale, che riducano il più possibile il rischio, fino ad eliminarlo.

Formazione e dispositivi di protezione

Ridurre o eliminare gli infortuni sul lavoro è l’obiettivo del DVR, ma si ottiene realmente solo se, dopo aver adottato i dispositivi di protezione individuale e collettiva, i lavoratori sono formati adeguatamente alla conoscenza dei rischi, all’uso corretto di macchinari, dispositivi di sicurezza e al corretto comportamento nell’emergenza. Quali sono i più importanti DPI che possono proteggere e tutelare la salute del lavoratore? Vediamo di analizzarli a seconda del rischio che si corre. Indubbiamente, per ridurre rischi meccanici, termici, fisici o chimici, uno dei Dpi più importanti da utilizzare sono i guanti di protezione. La stessa funzione la svolgono tute da lavoro e scarpe anti infortunistiche, che ad esempio proteggono i piedi nel caso di caduta di oggetti pesanti. Per quanto riguarda il rischio chimico e biologico, con la pandemia abbiamo scoperto l’importanza delle mascherine, ma nel caso delle saldature anche delle maschere protettive, nonché di maschere dotate di filtri e respiratori per proteggersi da esalazioni e fumi, in caso di attività come sabbiatura, smerigliatura o cromatura.

A questi DPI possiamo aggiungere gli occhiali protettivi per quelle lavorazioni che sprigionano una luce particolarmente intensa o vi è il rischio che schegge di materiale possano ferire gli occhi. Il rischio rumore è ridotto con l’adozione di dispositivi otoprotettori, come cuffie e auricolari, necessari per chi lavora in ambiento in cui la rumorosità è elevata. Essi proteggono da eventuali danni all’udito abbattendo la quantità di decibel in eccesso rispetto al limite previsto dalla normativa.

L’uso di questi dispositivi di protezione deve essere accompagnato da una seria formazione degli addetti sul corretto utilizzo e la loro manutenzione. Non solo, ma i lavoratori hanno l’obbligo di segnalarne il malfunzionamento od eventuali difetti. Occorre che siano sostituiti periodicamente secondo quanto previsto dalle istruzioni di ciascun DPI. Nel settore metalmeccanico, inoltre, per molti di questi rischi, è richiesta dalle leggi in materia la Sorveglianza Sanitaria obbligatoria dei lavoratori. Si tratta di visite periodiche per controllare lo stato di salute dei lavoratori. Tali visite sono stabilite dal Medico Competente, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Protezione dell’impresa o del professionista esterno cui l’impresa si affida, in base ai rischi rilevati nel DVR e ai profili dei lavoratori.

Come rendere il tuo posto di lavoro sicuro

La sicurezza sul lavoro è un argomento sempre più discusso e che nel 2021 ha finalmente trovato lo spazio che merita tra i fattori fondamentali da tenere in considerazione quando si possiede un ufficio o un qualunque altro luogo di lavoro. Con il termine “sicurezza sul lavoro” ci si riferisce a tutti i provvedimenti e le misure essenziali per rendere sicuro un luogo di lavoro, finalizzate al benessere dei lavoratori dal punto di vista della salute e della sicurezza. L’insieme di norme che stabilisce se un luogo è sicuro o meno si rivolge sia alle persone che ogni giorno devono necessariamente recarsi in ufficio o in qualsiasi altra sede lavorativa, sia ad eventuali collaboratori esterni che frequentano il luogo saltuariamente. La sicurezza sul lavoro è studiata per tutelare e proteggere tutte le categorie di lavoratori, sia quelli fissi che quelli occasionali. Si tratta di un insieme di regole e norme assolutamente fondamentali mirate a garantire il benessere fisico e psichico di chi lavora e a creare un ambiente lavorativo in cui le persone possono svolgere le proprie attività in totale tranquillità e serenità: il costante timore di farsi male o di cadere vittime di un infortunio, oltre a essere un’esperienza totalmente negativa da prevenire a tutti i costi, si riflette infatti in modo molto negativo anche sulle performance lavorative e sulla produttività dei dipendenti, lasciando un’impronta estremamente negativa sull’intera azienda. Se solo poco tempo fa questi aspetti non venivano presi in considerazione, al giorno d’oggi la sicurezza sul lavoro è parte integrante di una corretta gestione di una società. Vediamo come funziona.

Sicurezza sul lavoro: cos’è e come metterla in atto

Come già detto, la sicurezza sul lavoro è un aspetto fondamentale per la salute psichica e fisica di chi lavora. Un’azienda che ha a cuore il benessere dei propri dipendenti riscontrerà grazie alle proprie premure una lunga serie di benefici: dei lavoratori sereni e tranquilli sono infatti più in sintonia con chi offre loro il lavoro e sono sicuramente in grado di svolgere le proprie mansioni a cuor leggero e con più precisione. Ma come si mette in atto un buon piano mirato ad aumentare la sicurezza sul lavoro? Innanzitutto occorre effettuare un’opera di prevenzione, attuando una lunga serie di misure mirate a evitare che si verifichi qualunque tipo di evento dannoso per i dipendenti e di conseguenza per l’azienda. Ma questo non è sufficiente a rendere più sicuro un posto di lavoro: sebbene la prevenzione sia una parte fondamentale della questione, è necessario prendere alcuni provvedimenti mirati alla protezione dei dipendenti. Questo significa prevedere quali potrebbero essere eventuali eventi dannosi e pericolosi e studiare delle apposite misure per limitare al massimo i danni. In ogni caso, il primo passo per la creazione di un posto di lavoro sicuro e piacevole è prendere coscienza dell’importanza fondamentale della sicurezza sul lavoro come condizione assolutamente necessaria per il buon funzionamento di una compagnia.

Posto di lavoro più sicuro: a chi rivolgersi

Una volta presa coscienza dell’importanza fondamentale della sicurezza sul lavoro occorre mettere in atto quanto imparato e creare per i lavoratori un ambiente quanto più confortevole e sicuro possibile. Per tutte le aziende che non sanno da dove cominciare per creare la situazione ideale per i propri lavoratori, Net srl propone tante soluzioni studiate da veri esperti di sicurezza sul lavoro per rendere un’azienda sicura al 100%. La società si occupa di rendere agevole la gestione del luogo di lavoro occupandosi di consulenza per la sicurezza e di tutte le questioni burocratiche ad essa legate. Net srl punta a fornire ai propri clienti un servizio impeccabile, effettuando sopralluoghi negli ambienti di lavoro, valutazioni rischio, dei rischi chimici, o di incendio e aiutando le aziende a mettere in atto piani di evacuazione e di emergenza. Tra gli altri servizi offerti sono di fondamentale importanza per il benessere di chi lavora tutti i processi di formazione dei lavoratori, di informazione e addestramento del personale, oltre ad altre questioni quali la gestione della medicina del lavoro, la diffusione della cultura della prevenzione, della tutela ambientale, di progetti per l’ottenimento di autorizzazioni fondamentali. Sono inoltre estremamente importanti tutti i servizi legati alla gestione e alla manutenzione dei presidi antincendio. Sul sito ufficiale di Net srl sarà possibile trovare un elenco dettagliato di tutti i servizi messi a disposizione dei clienti. Net offre piani generali di sicurezza ai propri clienti da oltre 25 anni, oltre a consulenze mirate al benessere del personale e a rendere più sicuro ogni posto di lavoro. Questo tipo di servizio, oltre a essere fondamentale per i lavoratori, è anche estremamente utile alle aziende: un ambiente lavorativo sicuro dove i dipendenti possono effettuare le proprie mansioni in totale tranquillità si rifletterà in modo molto positivo sulla produttività dell’azienda stessa.

Le norme basilari per evitare incidenti in un azienda

Sono all’ordine del giorno notizie di incidenti (che nel mondo del lavoro si chiamano infortuni) dall’esito spesso fatale per i lavoratori, con conseguenze estremamente negative anche sull’impresa e l’imprenditore.

Ma quali sono le norme basilari per la sicurezza sul lavoro? Non c’è una ricetta uguale per tutti: ogni settore ha le proprie regole e strumenti specifici, nonché piani generali di sicurezza su misura che noi di netsrl.net possiamo aiutarti a organizzare. Vi è, tuttavia, una base comune a tutti. La legge, infatti, impone a qualunque impresa di adottare tutte le misure di sicurezza necessarie ad evitare rischi per la salute dei lavoratori impegnati sul luogo di lavoro. Vediamo che cosa dice la norma

Le leggi sulla sicurezza

Il Decreto Legislativo numero 81 del 2008 è il testo unico della sicurezza sul lavoro che ha sostituito il precedente D.Lgs. n. 626 o legge 626. Con tali norme si impone al datore di lavoro (coadiuvato da una serie di altri soggetti) di eliminare le fonti di pericolo che sono collegate allo svolgimento di una determinata attività lavorativa, all’interno di un determinato contesto.

Le azioni di prevenzione vanno adattate alle singole realtà e nel procedimento vanno coinvolti anche i lavoratori. Per adempiere alla normativa, l’impresa deve prevedere tre momenti fondamentali. Il primo momento è predittivo e si chiama valutazione dei rischi: l’impresa, con l’aiuto di un professionista, individua i rischi ai quali sono esposti i lavoratori ed i potenziali pericoli.

Il secondo momento è operativo: si adottano le misure di sicurezza ritenute più idonee ad eliminare o a contenere e minimizzare i rischi.

Il terzo momento è istruttivo: i lavoratori sono informati sui rischi ai quali sono esposti e viene fornita loro una formazione adeguata per l’utilizzo dei sistemi di sicurezza.

C’è poi il passaggio della valutazione dei rischi; il datore di lavoro deve prendere in considerazione vari tipi di rischio, legati al tipo di lavoro, alla specificità di quell’impresa e al luogo in cui ha sede. In particolare, la legge definisce i rischi in questo modo:

  • rischi ordinari: sono i rischi tipici di quella determinata area professionale: in un ufficio si pensi alla possibilità di rischi generali legati all’utilizzo di monitor, allo stare seduti per ore e simili
  • Rischi specifici: si tratta dei rischi propri del contesto in cui l’attività viene svolta, ad esempio in una fabbrica si pensi ai rischi legati ad un particolare solvente in uso in quel determinato contesto.
  • Rischi da interferenza: si tratta dei rischi che derivano dallo svolgimento di una determinata attività in un particolare contesto, nel quale la attività va ad interferire o è interferita da altre attività (ad esempio l’impresa di pulizie dovrà operare diversamente se si tratta di un ospedale rispetto ad un ufficio).

Tutti i rischi individuati vanno riportati in un documento, detto DVR o Documento generale di Valutazione dei Rischi. Va redatto entro 90 giorni dalla costituzione di una nuova impresa.

I dispositivi di protezione

Sulla base delle misure proposte dal DVR, il datore di lavoro si organizza e dota l’impresa fondamentalmente di due strumenti principali. I DPC, cioè i dispositivi di protezione collettiva, che sono strumenti che tendono ad eliminare un determinato rischio per tutti i lavoratori, come un impianto anti-incendio, piuttosto che la dotazione di estintori o la segnalazione di percorsi di sicurezza. E poi i DPI, cioè i dispositivi di protezione individuale: si tratta delle attrezzature come casco, guanti, tute, giacche, scarpe e pantaloni da lavoro, destinate ad essere indossate e tenute dal lavoratore allo scopo di proteggerlo e ridurre il rischio.

Devono essere ergonomiche, conformi agli standard qualitativi previsti dalle leggi in materia ed i lavoratori, una volta istruiti sul loro uso, devono prendersene cura, utilizzarli correttamente ed evitare qualsiasi modifica, segnalando prontamente al datore di lavoro difetti o malfunzionamenti. La legge, inoltre, consiglia di preferire l’adozione di uno strumento di protezione collettiva che elimina il rischio, se è possibile, piuttosto che singoli strumenti di protezione individuale che si limitano a ridurlo.

Fondamentale poi il momento della formazione. Se si voglio limitare gli infortuni, l’unica garanzia è che i lavoratori sappiano come comportarsi per evitare i rischi. Ai lavoratori devono essere fornite tutte le informazioni relative ai rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro in generale ; sulle procedure che riguardano il primo soccorso, l’anti incendio e l’evacuazione; su chi tra i lavoratori sia incaricato di applicare le misure di primo soccorso e di protezione incendi; su chi sia responsabile e chi sia addetto al servizio di prevenzione e protezione, nonché il nome del medico competente.

I lavoratori vanno anche informati sui rischi specifici legati alle produzioni e al luogo in cui lavorano. Anche i lavoratori devono contribuire alla sicurezza, segnalando immediatamente al datore di lavoro e ai suoi collaboratori situazioni di pericolo, rischi o malfunzionamento delle misure di prevenzione, rispettando le regole, utilizzando correttamente i dispositivi di sicurezza, sottoponendosi ai controlli sanitari.

Sicurezza sul lavoro: sanzioni per chi viola le norme

La sicurezza sul lavoro con il passare del tempo sta diventando sempre più una tematica importante e soprattutto ormai imprescindibile per ogni azienda che si rispetta. Dall’inizio del lavoro industriale agli albori dell’ottocento, la sicurezza dei lavoratori soprattutto nel vecchio continente ha fatto passi avanti quasi inimmaginabile in passato. Nonostante questo però, ancora oggi ogni giorno abbiamo notizia di cosiddette morti bianche, ovvero morti capitate per incidenti sul luogo di lavoro o per complicanze derivate da un particolare tipo di lavoro.

In Italia, nel 2021, si sono contati oltre due decessi al giorno, mentre nel 2020 la media si attestava addirittura a oltre tre morti al giorno. Questi numeri diventano ancora più impressionanti a scala globale se pensiamo che ogni anno nel mondo muoiono circa due milioni di persone, di cui purtroppo circa dodicimila bambini.

Questi numeri spesso vengono pensati come distanti dalla nostra realtà, un po’ come i numeri dei morti per incidenti stradali o fumo. Ma in realtà purtroppo la vita quotidiana è sempre piena di rischi e dobbiamo saperli prevenire, anche sul luogo di lavoro. Se hai dubbi sul tema e cerchi un supporto professionale utile a districarsi tra normative e burocrazia puoi rivolgerti a Net Srl, che con i suoi servizi di consulenza sulla Sicurezza sul lavoro, potrà aiutarti a sviluppare al meglio i piani generali di sicurezza per la tua azienda.

Sicurezza obblighi del datore di lavoro e sanzioni

Ovviamente il lavoro nella gran parte delle aziende viene svolto da dipendenti specializzati e delegati che in parte sono responsabili per loro stessi come vedremo più avanti. Tuttavia resta senza dubbio il datore di lavoro colui che deve preoccuparsi prima di chiunque altro della sicurezza dei propri dipendenti. Questo ha ragioni sia etica che ovviamente economiche. Eticamente un uomo, capo di azienda o meno, deve fare in modo che il suo personale lavori in sicurezza di modo che possa farlo meglio e non rischiare la propria vita. Economicamente i costi di un incidente sul lavoro, causato soprattutto da una negligenza del datore, sono elevatissimi, più di qualsiasi opera di prevenzione tu possa mettere in atto.

Le sanzioni per i datori di lavoro possono variare a seconda del singolo caso, ma si può facilmente passare da sanzioni di tipo amministrativo e pecuniario, fino a quelle di tipo penale con possibile arresto. Dunque con la sicurezza sul lavoro non si scherza.

Dunque quali sono questi obblighi del datore di lavoro. Ovviamente sono moltissimi e ramificati. Innanzitutto la prima cosa da fare è la redazione di un documento di valutazione dei rischi. Questo è il primo obbligo è serve ad individuare nel proprio lavoro tutti rischi che potrebbero correre i dipendenti. Questo obbligo non è delegabile, dunque deve farlo l’imprenditore e assolutamente da integrare. Qualora questo lavoro mancasse, le sanzioni possono andare dal pagamento di un’ammenda fino all’arresto da tre a sei mesi.

Oltre il DVR (documento di valutazione dei rischi), il datore di lavoro è obbligato ad organizzare corsi di formazione del personale, per garantirne una corretta istruzione su tutti i rischi che potrebbe incorrere un dipendente nel suo lavoro. Infatti i rischi in un lavoro non sono annullabili completamente a monte, ma occorre la collaborazione di un dipendente correttamente istruito al riguardo. I corsi inoltre andranno eseguiti durante l’orario di lavoro, dunque è importante considerarlo come un investimento.

Infine il datore di lavoro ha l’obbligo di effettuare delle nomine e fornire il personale di dispositivi di protezione individuale. Nel primo caso si tratta di definire una persona che sia identificabile come il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione nell’azienda in oggetto. Questo individuo avrà il ruolo importante di coordinare il lavoro di prevenzione nell’ambito lavorativo. Inoltre questo compito può essere delegato anche ad un consulente esterno, come potrebbe essere Net Srl, ma che deve sempre rispondere al datore di lavoro.

Per quanto riguardi i DPI, dispositivi di protezione individuale, sicuramente ne avrete sentito parlare durante la recente pandemia e in merito alle mascherine. Ecco quelli sono dei DPI, ma lo sono anche le scarpe antinfortunistica, l’abbigliamento adatto e la giusta strumentazione per il proprio lavoro.

Obblighi del lavoratore

Come abbiamo visto gli obblighi del datore di lavoro sono molti e altrettanto serie anche le possibili conseguenze di una negligenza in questo ambito. Tuttavia il datore non può fare tutto da solo ed ha sempre bisogno della collaborazione dei suoi dipendenti in ogni ambito. Ovviamente gli obblighi di un dipendente sono molto più limitati e soprattutto secondari in quanto si possono racchiudere quasi semplicemente nel: seguire le regole.

Oggi dipendente infatti, tenuto conto che a monte sia stato fatto tutto per essere messo in grado di lavorare in sicurezza, ha l’obbligo di attenersi in modo scrupoloso alle normative aziendali e mai prevaricarle. In quel caso infatti il dipendente rischia, oltre che la sua vita, anche sanzioni dirette a lui, sia di tipo amministrativo che pecuniario.

Sicurezza sul lavoro nelle industrie siderurgiche

Un ambiente di lavoro sano e sicuro per tutti i dipendenti è la priorità numero uno per ogni membro di quel particolare mondo dell’acciaio. Tutte le aziende di questo ambito dovrebbero raggiungere un obiettivo di un posto di lavoro senza incidenti.

Storicamente, la produzione dell’acciaio era un processo pericoloso e gli incidenti erano inevitabili. Oggi molte aziende siderurgiche riconoscono che ciò non è più appropriato per un’industria moderna e tecnicamente avanzata. La sicurezza sul lavoro è diventata una priorità così come i piani generali di sicurezza come quelli di Net Srl che vi aiuterà a redigerli insieme.

Non esiste area, processo o tipo di lavoro che non possa essere esente da infortuni. La sicurezza e la salute richiedono un impegno permanente al 100% da parte di tutti. Soprattutto, richiede un forte impegno da parte del top management e di tutti i livelli di gestione, che dovrebbe impostare la cultura in cui la sicurezza e la salute sono la priorità numero uno e non devono essere compromesse per nessun altro obiettivo.

Le aziende siderurgiche stanno migliorando le loro prestazioni in materia di sicurezza e salute e alcune aziende sono rimaste senza infortuni o decessi per molti anni. Queste aziende sanno che tali prestazioni richiedono l’eccellenza in tutti gli aspetti delle loro operazioni. Questa eccellenza produce anche prestazioni aziendali superiori: le aziende siderurgiche di maggior successo sono anche le più sicure.

Le aziende si sono impegnate a eliminare gli incidenti e gli infortuni dal settore e negli ultimi anni sono stati ottenuti miglioramenti significativi. I dati sulla sicurezza raccolti mostrano che l’industria siderurgica hanno visto una riduzione costante e notevole dell’indice di frequenza degli infortuni nel tempo, ovvero nell’ultimo decennio.

Sei principi di sicurezza e salute per l’industria

Tutti gli infortuni e le malattie professionali possono e devono essere prevenuti. La direzione è responsabile e responsabile delle prestazioni in materia di sicurezza e salute. Il coinvolgimento e la formazione dei dipendenti sono essenziali. Lavorare in sicurezza è una condizione di lavoro. L’eccellenza in materia di sicurezza e salute supporta ottimi risultati di business. La sicurezza e la salute devono essere integrate in tutti i processi di gestione aziendale.

Lo sviluppo e il mantenimento di una solida cultura della sicurezza è un fattore essenziale per ottenere prestazioni di sicurezza di livello mondiale. Una cultura sana e solida di per sé dipende da una leadership attiva, stimolante ed efficace in materia di sicurezza all’interno di un’organizzazione. I leader della sicurezza possono essere trovati in tutta l’industria siderurgica, dai lavoratori in prima linea che influenzano i loro colleghi al CEO, che ha un’opportunità unica e potente di avere un’influenza positiva su tutta l’azienda. I leader della sicurezza hanno l’opportunità di promuovere e stabilire un cambiamento culturale sostenibile che abbia un impatto positivo sul comportamento, gli atteggiamenti e la sicurezza e la salute complessive di tutti i dipendenti e appaltatori con la loro sfera di influenza. Si tratta di un impegno a lungo termine che richiederà il continuo investimento di risorse e impegno.

La gestione della sicurezza sul lavoro promuove la sicurezza di dipendenti, appaltatori e visitatori prevenendo lesioni personali sul luogo di lavoro e pone una forte attenzione alla prevenzione primaria dell’esposizione ai rischi.

Nella sua definizione più ampia, la gestione della salute sul lavoro comprende il benessere fisico, mentale e sociale delle persone che lavorano in azienda. L’accento è posto sugli effetti a lungo termine sull’esposizione ai pericoli. La salute dei lavoratori ha diversi determinanti, compresi i fattori di rischio sul posto di lavoro che portano a tumori, malattie muscoloscheletriche, malattie respiratorie, perdita dell’udito, malattie circolatorie, disturbi legati allo stress e altri.

La sicurezza dei processi è un insieme di competenze ingegneristiche e gestionali focalizzate sulla prevenzione di incidenti catastrofici e quasi incidenti, in particolare esplosioni, incendi, collassi strutturali e rilasci dannosi associati a una perdita di contenimento di energia o sostanze pericolose come metalli fusi, combustibili e prodotti chimici. La produzione dell’acciaio comporta processi con rischi intrinseci che richiedono un’attenta gestione. Le misure necessarie per controllare questi pericoli sono spesso complesse. L’obiettivo della gestione della sicurezza dei processi non si limita alla protezione delle persone all’interno dell’azienda, ma include anche l’ambiente, le risorse e la comunità circostante.

Raggiungi la sicurezza e il guadagno

Applicando le varie misure previste per la sicurezza dell’ambito siderurgico potrai raggiungere nel tempo i tuoi obiettivi. Raggiungere degli obiettivi di sicurezza non solo farà stare tranquilli i tuoi dipendenti, ma anche ti aiuterà a migliorare la tua produzione. Un ambiente di lavoro sano e sicuro fa lavorare meglio il nostro personale e migliorare la produzione di acciaio, nel caso del siderurgico, ma anche in altre realtà imprenditoriali più o meno avanzate.

Inoltre avere un’azienda sempre in ordine, dal punto di vista normativo, ci permette di vivere sereni senza l’idea costante che un controllo delle autorità competenti possa costarci moltissimo sia a livello finanziario che morale, rischiando anche perdite nei clienti.