RSPP Esterno: Vantaggi e Responsabilità

L’RSPP esterno è ormai una delle figure professionali più richieste nell’ambito della realtà dell’impresa italiana: tale figura deve avere requisiti specifici e si riveste di responsabilità rilevanti che riguardano la sicurezza sul lavoro sia nella prevenzione che nella protezione.

Si tratta di figure professionali generalmente esterne alle aziende che si occupano di fornire consulenze specifiche, caso per caso, in merito alla valutazione dei rischi e ai fattori di prevenzione dei rischi sul lavoro, determinando le misure cautelative fondamentali applicabili all’interno del contesto di lavoro di riferimento.

Una figura come quella dell’RSPP esterno è molto ricercata attualmente poiché le normative di sicurezza sono particolarmente importanti per salvaguardare le condizioni lavorative dei dipendenti italiani, ma la funzione di questa figura professionale non si limita a fornire le proprie consulenze alle aziende ma anche a strutture pubbliche quali enti locali, enti pubblici, o edifici scolastici, in maniera tale da garantire all’interno di ogni contesto le misure di sicurezza e di prevenzione adeguate.

Per questo oggi molte realtà sono in prima linea per fornire questo tipo di consulenza e in ottemperanza delle disposizioni di legge vigenti. Net Srl, nota agenzia di sicurezza sul lavoro a Torino è in prima linea nel fornire alle realtà locali una consulenza per RSPP esterno a Torino anche per la stesura dei piani operativi di sicurezza a Torino.

Cosa fa un RSPP esterno e come fornisce aiuto alle aziende

L’RSPP esterno è, secondo acronimo, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, ed è oggi una delle figure più richieste all’interno del contesto imprenditoriale italiano perché è in prima linea insieme ad una serie di altre figure, per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro.

Può fornire una protezione tecnica, scientifica o ingegneristica oppure potrebbe fornire consulenze anche sulla sicurezza ambientale: l’RSPP esterno è dunque una figura multidisciplinare che fa riferimento a vari campi di specializzazione per operare il base al contesto di operatività delle aziende e per fornire consulenze mirate.

All’RSPP esterno si legano tutti i fattori legati alla sicurezza e al lavoro delle aziende, le quali scelgono tale figura professionale in base al contesto di riferimento per ottenere numerosi vantaggi nell’operatività futura e per garantire la sicurezza dei propri dipendenti secondo le norme vigenti di riferimento.

I datori di lavoro, devono necessariamente predisporre una valutazione dei fattori di rischio e l’elaborazione di una serie misure di prevenzioni adeguate, per questo si avvalgono della figura dell’RSPP esterno che possa verificare gli indici di sicurezza aziendali e le misure preventive da adottare.

La nomina di un RSPP esterno è comunque obbligatoria per le aziende, e il datore di lavoro è tenuto in prima persona ad acquisire consapevolezza e a formarsi in tal senso: pena specifiche sanzioni che potrebbero andare dall’arresto fino al pagamento di multe parecchio salate.

Altre considerazioni in riferimento alla figura dell’RSPP esterno

Per diventare RSPP esterno bisogna seguire, principalmente, un corso per il conseguimento del titolo, accedendo ad un corso come coordinatore per la sicurezza, sia in fase di progettazione che di esecuzione.

La figura dell’RSPP esterno è regolarmente disciplinata, nell’ottemperanza delle proprie funzioni, anche D.lgs.81/2008 il quale ne determina compiti, doveri, definizioni e caratteristiche.

L’RSPP esterno, secondo norma di legge, rientra all’interno di quell’insieme di persone e mezzi precipui a soddisfare i requisiti di prevenzione e di protezione della sicurezza sul lavoro: i requisiti professionali di questa figura sono indicati nell’articolo 32 del suddetto decreto e viene nominato dal datore di lavoro.

Tra i requisiti e i doveri fondamentali dell’RSPP esterno ci sono le conoscenze adeguate per coordinare tutti gli interventi di valutazione e della messa in campo di tutte le misure preventive e di protezione per il lavoro all’interno dei contesti aziendali che hanno richiesto la sua consulenza.

L’RSPP esterno, tuttavia, non lavora da solo: accanto a lui e in accordo con la sua nomina dev’essere designata anche un’altra figura, ovvero l’addetto al servizio di prevenzione e protezione, il quale in virtù dei suoi requisiti professionali lo aiuterà nella disposizione delle scelte preventive.

La figura dell’RSPP esterno non solo deve aver superato il corso come coordinatore di sicurezza, ma deve anche aggiornarsi in merito ogni 5 anni. I rischi per cui viene formata tale figura, a parte gli approfondimenti per il campo specialistico di riferimento, sono di tipo gestionale, psicologico, sociale e organizzativo.

Nello specifico, nel suo servizio di consulenza, l’RSPP esterno fornisce pareri di sicurezza ai datori di lavoro dell’azienda e può stilare in prima persona sia i piani di sicurezza che i piani di ordinamento relativi all’azienda, può consultarsi sulla salute e sulla sicurezza visitando l’ambiente di lavoro e operare per la formazione dei lavoratori rilasciando informazioni sui rischi sulla salute e sui processi di evacuazione in caso di emergenza.

Egli ha l’obbligo finale, dunque, di valutare i fattori di rischio e ad elaborare tutte le misure di prevenzione o di protezione in base a tali rischi ed è una figura preziosa per le aziende, anche in virtù del rischio di infortuni o della protezione della salute dei dipendenti.

Valutazioni di Rischio Chimico: Procedure e Normative

La valutazione del rischio chimico nelle aziende è fondamentale in tutte le realtà d’impresa e dev’essere considerata come obbligo, soprattutto quando le aziende durante il loro lavoro o durante le fasi di produzione, devono utilizzare determinate sostanze per condurre le proprie attività.

Si tratta principalmente dell’utilizzo di agenti chimici pericolosi sia dal punto di vista chimico che tossicologico: all’interno di queste categorie infatti vengono inserite sostanze infiammabili, irritanti, corrosive, cancerogene ed esplosive che hanno un impatto negativo sulla salute dei lavoratori, soprattutto se esposti all’utilizzo di tali materiali senza gli opportuni sistemi di sicurezza.

Tali sostanze potrebbero avere anche un impatto ambientale molto forte, proprio per questo tra gli indici di valutazione vengono considerate anche le ripercussioni sull’ambiente nonché la stima delle eventuali emissioni in atmosfera a seguito del loro utilizzo.

In questo caso, ogni dirigente deve effettuare un’attenta analisi delle valutazioni per il rischio chimico nell’ottemperanza delle attività aziendali: per questo oggi realtà a Torino come Net Srl che si occupano di sicurezza e medicina del lavoro a Torino forniscono servizi di consulenza necessari a effettuare le valutazioni rischio sul lavoro Torino e ad aiutare i direttori responsabili a stilare il DVR il documento di valutazione di rischio a Torino al fine di dichiarare quali sono i possibili rischi che sussistono all’interno dell’azienda per la salute dei dipendenti nell’utilizzo di sostanze chimiche dannose.

La normativa vigente sulle valutazioni del rischio chimico

Le valutazioni del rischio chimico non possono prescindere dall’ottemperanza di alcune norme valutative di base che richiamano al rinvenimento di tutte le possibili categorie di pericolosità legate all’utilizzo di agenti chimici all’interno delle aziende, al fine di elaborare anche specifici programmi di prevenzione e per disporre l’utilizzo di mezzi di protezione adeguati.

All’interno della normativa vigente esiste uno specifico allegato che riporta tutti i valori limite di esposizione professionale e di esposizione di tipo biologico -per l’ambiente- rispetto alle sostanze pericolose, per fare in modo che le stime possano essere effettuate in base a dei valori certi che possano contribuire a proteggere la salute dei dipendenti durante il loro lavoro e per fare in modo che questi ultimi non subiscano dei danni significativi.

Le soglie di esposizione sono calcolate anche in base al tempo di esposizione alla sostanza: ogni distinta è calcolata in base ad un’esposizione a breve termine -15 minuti- o continuativa -sulle 8 ore- oppure valori non superabili neanche a seguito di un secondo.

Il datore di lavoro ha l’obbligo di passare al vaglio la presenza degli agenti chimici all’interno della sua azienda tenendo in considerazione l’indice di pericolosità di questi ultimi anche in base alla scheda di sicurezza allegata in descrizione di uno specifico agente fisico presente non solo all’interno dei materiali che vengono prodotti ma anche di quelli che vengono forniti da ambienti esterni.

Sulle sostanze di tipologia intermedia, ossia quelle derivate dal lavoro dell’azienda e dalla possibile unione di più sostanze dannose, bisogna invece effettuare uno studio specifico caso per caso, e valutare quali sono i possibili rischi stilando una scheda di valutazione apposita.

Sono considerati, poi, il livello, il modo e le circostanze in cui viene svolto il lavoro durante l’esposizione di questi agenti per considerare, sempre più approfonditamente, tutti i parametri e le esposizioni di rischio: se il livello indica il grado di esposizione, il modo e le circostanze determinano la tipologia di quest’ultima in base all’utilizzo del prodotto, ad esempio se diluito in acqua o se vengono utilizzati strumenti di protezione e di sicurezza adeguati.

Altre procedure in merito alla valutazione del rischio chimico

La valutazione dei rischi mira a degli obiettivi di miglioramento dell’utilizzo delle sostanze dannose, considerando anche se le misure preventive di protezione utilizzate fino a quel momento all’interno dell’azienda siano state efficaci nel lungo termine e se val la pena modificare qualcosa in virtù di quanto emerso dalle ultime valutazioni.

Il DVR è un documento che va aggiornato regolarmente, anche in virtù dell’ingresso di nuove sostanze da utilizzare all’interno dell’azienda e del calcolo delle misure di protezione necessarie, soprattutto quelle più comunemente utilizzate, ossia i dispositivi di protezione individuale.

Per quanto concerne, invece, le valutazioni di rischio chimico in merito alla salute ambientale, ad essere soggetto di valutazione sarà l’aria circostante nella quale verrà stimata la quantità di agenti inquinati presenti a seguito del trattamento delle sostanze interessate.

Il datore di lavoro dunque non solo dovrà dichiarare quali sono i fattori di rischio legati all’utilizzo delle sostanze chimiche all’interno dell’azienda ma anche le misure che ha deciso di adottare specificamente all’interno dell’azienda includendo anche attività come la manutenzione del luogo di lavoro e la pulizia del contesto lavorativo per minimizzare i rischi dell’esposizione.

Quando si valuta il rischio bisogna infine analizzare anche le fasi di esposizione: alcune sostanze potrebbero avere un effetto sinergico ed esporre maggiormente i dipendenti a danni di una certa portata, rendendo sempre più debole la loro resistenza all’esposizione.

Come Affrontare l’Impatto delle Nuove Normative Ambientali

Quando si parla del contesto d’azienda, seguire le normative per l’impatto aziendale è un obbligo per tutte le realtà che operano all’interno dei settori di riferimento, e la quale attività, se non svolta seguendo determinate accortezze e alcuni valori di base sanciti dalla legge, potrebbe fare danno all’ambiente.

Oggi la questione aziendale legata ai comportamenti sostenibili viene sentita particolarmente non solo dalla comunità dei cittadini – in Italia e nel mondo- ma anche dai governi, i quali spesso emanano nuove normative ambientali che si ripercuotono nel lavoro delle aziende e alle quali queste devono conformarsi per continuare a svolgere le proprie attività.

Il rispetto e la conoscenza delle norme, dunque, diventa fondamentale per il lavoro d’azienda il quale potrebbe essere soggetto a pesanti sanzioni nel caso in cui non dovesse ottemperare alla legiferazione corrente.

Per questo numerose realtà nel panorama italiano sono in prima linea nel settore della consulenza anche per trattare la delicatezza di questa tematica e per vedere, caso per caso, come le aziende possono conformarsi alle leggi vigenti in tema di rispetto per l’ambiente.

A Torino, Net Srl, si occupa di consulenza per la sicurezza e medicina del lavoro a Torino, aiutando le realtà locali a effettuare le stime necessarie per la valutazione impatto ambientale Torino e offrendo consulenza ambientale rifiuti Torino.

Sostenibilità e aziende: le nuove leggi correnti

Oggi la sostenibilità aziendale ammette nuove norme di comportamento e di fare impresa per dare molta più sicurezza all’interno del settore e per responsabilizzare le attività affrontate nel rispetto della comunità -anche europea- e dell’ambiente.

Sono state previste, negli anni, nuove figure responsabili all’interno delle aziende, come il produttore dei rifiuti primo responsabile nella gestione dei rifiuti aziendali e del loro corretto smaltimento e il delegato ambientale, nonché tutto un sistema di Gestione Ambientale che si riferisce alle responsabilità conferite sul suddetto tema in merito all’attività dell’azienda e all’impatto ambientale da essa prodotto.

Recentemente è stata emanata la nuova direttiva CSRD di provenienza Europea, la quale ha visto la luce nel 2022 ma i quali obblighi si riverberano in molte aziende nel 2024 con le conseguenti modifiche aggiornate. La suddetta legge obbliga ogni realtà aziendale a mettere a disposizione del mercato -e dunque a dichiarare- informazioni circa l’impatto socio ambientale che le realtà imprenditoriali di grandi dimensioni hanno sull’ambiente.

Tale report assume una valenza fondamentale perché permette alle agenzie che si occupano del rating di fornire un punteggio all’azienda, e per determinare quale impatto la sua attività potrebbe avere nel lungo termine nei confronti dell’ambiente.

Nonostante ciò, la norma è stata significativamente rivista per la scarsa mole di dati riportati e la loro rispettiva mancanza di qualità nonché per le evidenti limitazioni nell’ambito di applicazione della stessa nel tempo: oggi anche le imprese più piccole -e non solo quelle più grandi e quotate- verranno considerate nell’obbligo di valutazione poiché le piccole e le medie imprese sono presenti a livello molto incisivo nel territorio dell’Unione Europea e conducono, nella maggior parte dei casi, le economie locali.

Da ora sarà presente un report precompilato e omogeneo che guiderà la potenzialità della rendicontazione che comprenderà anche la possibilità di individuare nuovi obiettivi per la sostenibilità e la possibilità di comparare in maniera significativa i dati ottenuti dalle diverse realtà.

Sostenibilità ambientale e nuove normative: uno sguardo al futuro

La responsabilità socio ambientale delle aziende viene considerata quanto mai fondamentale per assicurare la sostenibilità del futuro e per minimizzare gli effetti dell’impatto ambientale nel lungo termine.

Oggi gli obiettivi sono molti e si proiettano anche in larga scala considerando gli anni a venire, fino al 2030, data in cui si auspica una riduzione significativa delle emissioni in atmosfera e un minor coinvolgimento da parte delle aziende di grande e di piccola portata nella degenerazione delle condizioni ambientali.

Le aziende odierne sono tenute a riferirsi al modello ESG (Environmental – Social -Governance) per adoperarsi nel fornire un aiuto significativo nel rispetto dell’ambiente e a fornire obiettivi certi e calcolabili per ridurre l’impatto della propria attività.

La cultura ambientale cambia il volto delle attitudini aziendali e si basa sull’eticità del fare impresa: sono sempre di più le realtà che investono nella sostenibilità ambientale e gli incentivi che supportano gli obiettivi futuri, fornendo ad ogni contesto d’impresa la possibilità di progredire secondo le normative vigenti.

Gli investimenti vengono utilizzati principalmente per stabilire nuovi modi migliori di fare impresa, che mirano a migliorare l’efficienza energetica delle attività aziendali, all’adozione di pratiche migliori per la gestione dell’energia -si pensi di fatto all’attenzione per l’utilizzo delle fonti rinnovabili e sull’utilizzo di fonti energetiche alternative-.

Non manca poi la consapevolezza circa l’importanza di una formazione verticale che parta dai direttori e dai responsabili eletti per gestire il tema e le iniziative dell’azienda in merito alla sostenibilità ambientale che coinvolgano anche i dipendenti della realtà creando un sistema consapevole e integrato.

Gli investimenti basati sui criteri ESG mirano a migliorare non solo il microambiente aziendale, per quanto concerne la tipologia di sviluppo e dell’utilizzo di pratiche di produzione sostenibile, ma si orientano anche al benessere sociale e nella forza dell’etica aziendale.

Consigli per la Manutenzione degli Estintori in Azienda

La manutenzione degli estintori è essenziale per fare in modo che la struttura nella quale è situata un’azienda sia dotata di tutti i mezzi di sicurezza necessari per estinguere, o per proteggere dipendenti o visitatori dalla propagazione di un incendio.

La presenza di estintori all’interno di un’azienda è prevista ed è stata resa obbligatoria attraverso disposizioni legislative precise contenute all’interno del testo unico in materia di salute e di sicurezza sul lavoro, noto anche come D.lgs. 81/2008 e completato, in seconda battuta, nel 2o21 da altri obblighi concernenti la messa in sicurezza di impianti e di attrezzature precipue alla prevenzione della sicurezza nei contesti dei luoghi di lavoro.

Necessario dunque che, a seconda del contesto e del numero di dipendenti presenti all’interno di una struttura o di un cantiere, ci siano idonee unità di estintori per mantenere alto l’indice di sicurezza, ma questa accortezza non basta per fare in modo che la protezione di dipendenti e del pubblico venga mantenuta nel tempo.

Secondo gli obblighi di legge correnti, e facendo riferimento alla norma UNI 9994-1 del 2013, il collaudo degli estintori all’interno di una struttura destinata ad essere un luogo di lavoro e la successiva manutenzione degli estintori sono aspetti non solo da attenzionare secondo normativa, ma step fondamentali per mantenere sempre alta la sicurezza degli ambienti.

La manutenzione, infatti, è di estrema importanza: quest’ultima permette di gestire nel migliore dei modi la funzionalità delle unità degli estintori facendo sì che questi siano sempre pronti da utilizzare nel caso in cui dovesse sorgere un’emergenza d’incendio,

All’interno della norma UNI 9994-1 del 2013 sono presenti infatti tutti i criteri necessari per effettuare una corretta manutenzione delle suddette apparecchiature: dalla supervisione periodica alla revisione costante.

Per avere sempre delle apparecchiature supervisionate secondo norma di legge, è necessario seguire degli accorgimenti precisi che possono essere effettuati solo ed esclusivamente da un addetto professionista antincendio abilitato, che conosca a fondo questi strumenti e la normativa correlata sulla sicurezza: in questo caso, se la tua azienda si trova a Torino, informarsi con figure preposte alla manutenzione estintori Torino potrebbe essere essenziale.

Come effettuare una manutenzione degli estintori secondo normativa di legge

Per effettuare una manutenzione degli estintori secondo normativa di legge, se non sai da dove iniziare, sarebbe bene rivolgersi ad un’agenzia di sicurezza sul lavoro a Torino che possa fornirti le migliori consulenze e che possa affidare il tuo caso al personale preposto per i collaudi, per la manutenzione e per la revisione dei suddetti apparecchi.

Una manutenzione effettuata secondo norma di legge da parte di un professionista deve seguire un protocollo specifico che comprenda alcuni passaggi fondamentali: bisogna ricordare che ogni passaggio va effettuato con cura e che venga opportunamente collaudato, altrimenti sarà la ditta stessa a rispondere penalmente di tale inosservanza.

In primo luogo, l’estintore, se necessario, dev’essere sostituito: sia che funzioni a CO2 che di un estintore a polvere; la sostituzione è necessaria, poiché se dovesse essere mancante anche un solo apparecchio e la ditta venga sottoposta a controllo, anche qui si potrebbe incorrere in un possibile procedimento penale.

Quando un estintore viene manutenuto, è necessario che venga smontato nelle sue componenti: l’addetto responsabile deve rimuovere infatti il sigillo e il manometro, sostituendo quest’ultimo con uno nuovo e certificato; inoltre bisogna effettuare anche i corretti controlli dei valori della pressione interna per fare in modo che l’apparecchio funzioni correttamente quando necessario.

Oltre al manometro, è importante per l’eventuale revisione, utilizzare dei macchinari particolari per lo svuotamento e per il riempimento dell’estintore -se si tratta di apparecchi funzionanti a polvere-, mentre per l’estintore a CO2 è necessario che l’addetto professionista controlli ogni elemento con una pompa che emetta CO2.

Manutenzione degli estintori in azienda: il cartellino

La manutenzione degli estintori in azienda va effettuata ogni 6 mesi mentre la revisione segue delle tempistiche differenti a seconda della tipologia di estintore installato.

Secondo la norma UNI 9994-1 del 2013 un altro elemento fondamentale che dev’essere sempre opportunamente aggiornato è il cartellino dell’estintore, nel quale devono essere riportate una serie di informazioni utili agli addetti ai controlli di sicurezza.

Il cartellino dell’estintore infatti deve riportare dati specifici, come: il numero di matricola identificativo dell’estintore, i dati dell’azienda e dell’addetto antincendio, la massa dell’estintore, la tipologia, la carica presente, nonché la data in cui è stata effettuata la manutenzione e la scadenza ultima per effettuare la prossima -stessa cosa per quanto riguarda la revisione-.

Per fare in modo che la struttura della tua azienda a Torino sia a norma di legge, che sia presente il corretto quantitativo di estintori e che vengano effettuati tutti i controlli necessari, è obbligatorio stilare un documento per la valutazione di rischio Torino nel quale vengono riportati i rischi legati alla possibilità che possa propagarsi un incendio all’interno della struttura e nel quale devono essere riportate anche tutte le misure necessarie al mantenimento del sicurezza.

Rilievi di Radiazioni Ottiche Artificiali: Cosa Sapere

I rilievi di radiazioni ottiche artificiali sono essenziali da eseguire nei luoghi di lavoro in cui i dipendenti sono particolarmente esposti a tali emissioni: si tratta di una situazione in cui potrebbero verificarsi altissimi fattori di rischio a causa degli organi del campo visivo coinvolti, i quali potrebbero essere negativamente influenzati.

I rischi da esposizione alla radiazione ottica sono in primis l’occhio e il tessuto cutaneo: se un lavoratore si espone per un tempo prolungato a queste emissioni, potrebbe sperimentare una serie di gravi disagi come eritemi -dunque scottature più o meno critiche sulla pelle-, tumori cutanei, accelerazione dell’invecchiamento della pelle e una reazione cutanea alla fotosensibilità per quanto riguarda il derma.

Per quanto concerne l’apparato della vista e gli organi che lo compongono, invece, le radiazioni ottiche artificiali potrebbero provocare foto-congiuntivite, danni alla cornea oculare, cataratta, lesione della retina, bruciature della cornea o della retina.

Essenziale dunque comprendere che gli effetti possono variare in base all’intensità dell’emissione e in base ai tempi di esposizione a questa corrente di radiazioni; inoltre, non è necessario tenere in considerazione soltanto i danni diretti derivati dall’esposizione poiché esistono una serie di altri disturbi o di effetti collaterali che il lavoratore, di norma, sperimenta a seguito dell’esposizione, quali confusione del campo visivo, fastidi relativi all’esposizioni di luce e altro ancora, compreso lo stress termico e il rischio di incendio.

Ma quando un lavoratore è esposto alle emissioni di radiazione ottiche? Un lavoratore è esposto alle radiazioni ottiche quando utilizza dei laser o altri strumenti che producono un fascio di luce artificiale: le radiazioni di solito non solo visibili e sono in genere quelli di tipologie infrarossa e ultravioletta, per questo è necessario, ai fini della sicurezza, proteggere il capo e gli occhi con degli accessori adeguati quando si svolge un lavoro di questo tipo.

Perché è essenziale misurare le radiazioni ottiche artificiali

Misurare le radiazioni ottiche artificiali, è essenziale per mettere in sicurezza l’attività di lavoratori costretti a effettuare dei lavori potenzialmente a rischio con l’utilizzo di determinati strumenti: il fine è quello di garantire al dipendente tutta una serie di strumenti utili per la sua protezione e di formarlo adeguatamente affinché possa acquisire una serie di comportamenti idonei a non esporsi al rischio prolungato o pericoloso di tali emissioni.

Il primo step, dunque, anche se hai un’azienda a Torino che prevede l’utilizzo di determinati strumenti da parte dei dipendenti, è quello di stilare un piano dei fattori di rischio e di richiedere, inoltre, dei servizi di consulenza che permettano di effettuare rilievi di radiazioni ottiche artificiali Torino: attraverso questa pratica di misurazione effettuata da professionisti esperti di sicurezza sul lavoro a Torino, vengono utilizzati strumenti adeguati per determinare l’entità del rischio di esposizione.

Lo strumento che viene utilizzato per la misurazione delle lunghezze d’onda delle radiazioni ottiche artificiali si è il cosiddetto foto radiometro portatile ed è collaudato a rilevare i valori massimi stabiliti secondo normativa europea attraverso degli specifici dispositivi di controllo quali sensori e software di funzionamento.

Il rischio relativo all’esposizioni di radiazioni ottiche artificiali viene anche disciplinato dal D.lgs. 81/2008, all’interno della sezione relativa agli agenti fisici e definisce per radiazioni ottiche tutta quella serie di radiazioni elettromagnetiche con una gamma di lunghezza d’onda tra 100 nanometri e 1 millimetro, e altre distinti estremi suddivisi per le varie tipologie di radiazioni ottiche.

Come garantire la sicurezza durante l’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali

Per garantire la sicurezza durante l’esposizioni elle radiazioni ottiche artificiali in tutti quei settori in cui è previsto l’utilizzo di strumentazioni che emettono fasci di luce laser, ultraviolette, infrarossi e altro, è necessario che il datore di lavoro, dopo aver effettuato le corrette misurazioni, munire tutti i dipendenti di attrezzature e ausili specifici che ne garantiscano la protezione durante l’utilizzo, e di eseguire una supervisione costante, anche grazie ad altre figure addette alla sicurezza, del corretto utilizzo di tali strumenti da parte dei dipendenti.

Si parla infatti di prevenzione per l’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali quando viene obbligatoriamente previsto dell’utilizzo di particolari guanti per coprire le zone esposte della pelle e più a diretto contatto con lo strumento che si sta utilizzando, tute di sicurezza, visori che coprano e proteggano gli occhi -si pensi all’utilizzo di occhiali protettivi validi, o a visiere provviste di un apposito filtro che non permette alle radiazioni ottiche artificiali di raggiungere l’occhio-.

I rischi dell’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali sono di tipo sanitario, proprio per questo, tenendo anche in considerazione il panorama delle aziende torinesi, eleggere un medico del lavoro o uno specialista competente che possa prestare servizio di sorveglianza sanitaria Torino permetterebbe di effettuare un monitoraggio costante delle condizioni di salute dei dipendenti al fine di determinare, il più presto possibile, se sussistono danni derivati dall’esposizione più o meno prolungata di emissioni di radiazioni ottiche artificiali per strutturare anche un piano terapeutico adeguato alla gravità del danno.

Gestione delle Emergenze: Piani di Evacuazione Aziendali

In azienda è essenziale avere sempre un piano di evacuazione in caso di rischio che segua le disposizioni legislative della nostra nazione: in questo caso la valutazione dei rischi -si pensi ad esempio a quella legata al rischio incendio- per un determinato luogo di lavoro o contesto lavorativo di settore è essenziale al fine di mantenere elevati standard di sicurezza.

In generale, la valutazione di rischio, infatti, nella sua definizione, si trova nel decreto legislativo 81/2008 e viene definita come la valutazione globale documentata di tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti, in un determinato contesto, a lavorare insieme: la valutazione di rischio è necessaria per elaborare:

  • adeguate misure di prevenzione o di protezione (si pensi a dispositivi e apparecchiature di sicurezza specifici o a comportamenti sicuri da tenere prima di compiere un lavoro);
  • un programma di misure per garantire un miglioramento di suddette misure di prevenzione e di protezione nel tempo.

La valutazione dei rischi potrebbe essere eseguita per una serie di settori, non solo per aziende e uffici, ma anche per cantieri, strutture di impresa, scuole, centrali termiche, ospedali, locali commerciali e via dicendo.

In ogni parte d’Italia, e anche nella città di Torino, è necessario impostare un corretto piano di evacuazione per le aziende che risponda alle disposizioni legislative e che sia determinato dalla valutazione dei fattori di rischio per il contesto di riferimento così da poter elaborare prontamente dei piani generali di sicurezza Torino sui quali basare i piani operativi di sicurezza Torino in base alle necessità.

Evacuazione aziendale: cosa significa e quali sono le figure in gioco

Le figure in gioco in questo ambito sono in genere i coordinatori per la sicurezza e i datori di lavoro: la seconda è la figura essenziale a capo dell’azienda; i primi, invece, giocano un ruolo fondamentale poiché forniscono consulenze di carattere non solo teorico ma anche pratico sulla sicurezza assicurandosi che ogni comportamento tenuto dall’azienda -e dunque dai dipendenti- nell’esecuzione del lavoro avvenga secondo le misure di sicurezza normate dalla legge.

Il piano di emergenza e il conseguente piano di evacuazione aziendale dev’essere non solo documentato ma deve essere anche comunicato ai dipendenti in maniera tale che ognuno di loro possa esserne a conoscenza, per acquisire le condotte di sicurezza necessarie al fine di minimizzare i potenziali rischi in cui potrebbero incorrere.

Oltre al rischio incendio, sono molti i fattori che potrebbero diventare motivo di emergenza per un’evacuazione aziendale, si pensi infatti a:

  • sversamento di liquidi
  • dispersione e inalazione di sostanze tossiche
  • allagamento
  • e molti altri

Di norma, però, il pericolo principale che accomuna tutte le aziende, è quello del rischio incendio: proprio per questo sono stati stilati programmi ad hoc per piccole, medie e grandi imprese, al fine di minimizzare le categorie di minaccia che potrebbero rendere ingestibile un’emergenza non prevista all’interno di una struttura lavorativa.

Il piano d’emergenza e di evacuazione aziendale, infatti, è stato aggiornato nel 2021 ma è aperto ad aggiornamenti continui in base alla mutevolezza dei possibili fattori di rischio generale.

Si ricorda, inoltre, che un piano di evacuazione aziendale dev’essere specificamente orientato per ogni contesto lavorativo, che bisogna utilizzare una segnaletica adeguata che determini visivamente l’eventuale presenza di estintori, uscite d’emergenza e punti di raccolta non solo per i dipendenti della struttura ma anche per chi, nello specifico momento in cui scatta l’emergenza, si trova al suo interno.

La struttura di un piano di evacuazione aziendale e obblighi generali

Gli obblighi generali che riguardano i piani di evacuazione aziendali rispondono a determinate caratteristiche: in primo luogo, il piano va redatto e documentato in seguito della valutazione di rischio per aziende che superano le 10 unità di dipendenti e che prevedano un traffico di visitatori della struttura di almeno 50 persone e che, dunque, sono aperte anche al transito del pubblico.

Per ogni piano dev’essere stimato un prontuario di gestione dei comportamenti precipui a mantenere la sicurezza in caso di emergenza -nominando anche i responsabili preposti– e bisogna sempre effettuare un aggiornamento a tutti i lavoratori dipendenti del suddetto documento.

Altri due obblighi essenziali sono l’aggiornamento delle norme di sicurezza nel caso in cui dovessero cambiare eventuali equilibri, al fine di riaggiornare il piano secondo i nuovi potenziali rischi, ed effettuare periodicamente delle esercitazioni di evacuazione aziendale e del piano antincendio o del rischio previsto secondo le possibilità contestuali legate al lavoro quotidiano dell’azienda o del cantiere di riferimento.

In sostanza le procedure devono riguardare, in primis, l’evacuazione del personale non addetto a gestire l’emergenza e poi del personale addetto, spesso in collaborazione con soccorritori e vigili del fuoco.

Se hai bisogno di consulenza per effettuare una valutazione dei fattori di rischio della tua azienda di Torino, rivolgiti alla nostra agenzia di sicurezza sul lavoro a Torino: ti aiuteremo con i nostri consulenti a stilare un piano di emergenza di evacuazione aziendale secondo le norme previste dalla legge.

Sicurezza nei Luoghi di Lavoro: Norme per le PMI

La sicurezza nei luoghi di lavoro è un tema essenziale per le piccole e medie imprese, non solo dal punto di vista etico ma anche dal punto di vista legislativo: secondo le regole del D.lgs. 81/2008, sono molti gli elementi da attenzionare sul suddetto tema e ai quali i cantieri di tutte le categorie di impresa servono conformarsi per agire in sicurezza e secondo la conformità della legge.

La sicurezza sul lavoro secondo il decreto legislativo 81/2008 è sempre stato uno dei temi più discussi in Italia: ultimamente sono stati molti i casi di morti sul lavoro o di incidenti di cui ancora devono essere determinate cause e vere responsabilità, nonché fare ulteriori accertamenti circa la conformità della sicurezza con le norme legislative imposte.

La sicurezza sul lavoro è un’esigenza primaria e sono sempre di più i consulenti della sicurezza del lavoro come quelle di agenzia sicurezza sul lavoro a Torino e in qualsiasi altra città italiana, che si occupano di consigliare alle PMI le giuste strategie da applicare, su base normativa, nel caso specifico della loro impresa o della loro attività.

I settori devono dunque conformarsi alle regole e , in virtù di tale decreto e delle integrazioni degli anni successivi, anche la formazione per dirigenti e dipendenti è diventata obbligatoria in tutti i comparti del lavoro: si tratta di una strategia utile per fare in modo che tutti i membri di un’azienda o di un’impesa -soprattutto se operanti in contesti edilizi o di particolare pericolosità -siano consci non solo dei rischi ma anche di tutti i protocolli di sicurezza necessari per ogni caso di specie.

La salute e la sicurezza del lavoro dunque sono prerogative fondamentali che devono entrare all’interno della cultura italiana, al fine di dare a tali temi un’importanza prioritaria quando si parla di rischi sul lavoro soprattutto quando si ha a che fare con macchinari pesanti o la sicurezza di impalcature edilizie.

Sicurezza e norme per le PMI: regole e legislazione

Il testo unico sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, racchiuso nelle sue norme nel D.lgs. 81/2008 riporta informazioni essenziali per le piccole e medie imprese: contiene ben 286 articoli e parte da criteri di carattere generale sulla sicurezza che è necessario comprendere per bene prima di addentrarsi all’interno delle dichiarazioni normative specifiche.

L’obiettivo è stato quello di garantire una sicurezza essenziale e uniforme per tutte le Piccole e Medie Imprese sul territorio nazionale; il decreto legislativo comprende varie tematiche principali tra le quali sono indicate regole specifiche che riguardano:

  • i luoghi di lavoro
  • l’uso delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale
  • un approfondimento sui cantieri temporanei o mobili
  • segnaletica di salute e sicurezza sul lavoro
  • movimentazione manuale dei carichi (pesanti)
  • attrezzature munite di videoterminali
  • agenti fisici
  • sostanze pericolose

Ogni punto fa riferimento ad un capitolo specifico del decreto, e approfondisce le suddette tematiche in un’ottica legislativa che va interpretata al meglio grazie all’aiuto dei consulenti della sicurezza sul lavoro e concretizzata nel caso specifico della propria azienda.

Un ruolo fondamentale è anche giocato dall’attività RSPP, adottata anche dalle agenzie di sicurezza sul lavoro di Torino: la pratica di consulenza RSPP esterno a Torino è infatti dedicata ai datori di lavoro sulle tematiche comuni derivate dalle valutazioni rischio sul lavoro a Torino che riguardano dunque gli aggiornamenti sul valore delle normative antincendio o del primo soccorso, nonché la gestione di tutta la documentazione correlata, al fine di rendere i luoghi di lavoro dei contesti sicuri.

In questo caso secondo decreto normativo, infatti, il ruoli determinanti sono quelli del datore di lavoro e del dirigente sul lavoro: quest’ultimo infatti deve provvedere all’attuazione delle direttive del datore di lavoro per vigilare e sovrintendere all’attività lavorativa insieme ad un’altra figura, il preposto.

PMI e regole: ulteriori approfondimenti sulle parti in gioco

Tra le figure che giocano un ulteriore ruolo determinante nella gestione della sicurezza sul lavoro tra le piccole e le medie imprese c’è il responsabile del servizio di prevenzione e protezione che ha requisiti unici per rispondere allo scopo di coordinare il servizio di prevenzione dai rischi sul lavoro, affiancato dagli addetti della prevenzione e protezione.

Non manca poi la figura del medico competente opportunamente formato per collaborare col datore di lavoro al fine di stilare un’attenta analisi dei protocolli procedurali per la prevenzione dei rischi di salute sul luogo di lavoro e addetto alla loro sorveglianza sanitaria.

In ultima analisi non manca il rappresentante dei lavoratori, ossia colui che ha il compito di segnalare qualsiasi problematica sulla sicurezza e sulla salute nei contesti specifici di lavoro.

In definitiva, sono molte le regole distinte dal decreto legislativo 81/2008 il quale negli anni è stato opportunamente aggiornato anche per fare spazio a nuove scienze relative della sicurezza, compreso l’utilizzo di software e tecnologie digitali: sebbene il problema della sicurezza del lavoro sia ancora attuale, le regole e le normative in Italia cercano di aggiornarsi costantemente.

Valutazione Stress Termico in Ambienti di Lavoro

Lo stress termico in ambienti di lavoro è un fattore fondamentale da valutare, soprattutto se l’attenzione è volta al benessere dei lavoratori all’interno degli ambienti preposti allo svolgimento delle loro mansioni: per quanto possa essere stato emanato già un decreto sulla sicurezza e sul benessere nei luoghi di lavoro -noto anche come decreto legislativo n.81 del 2008– all’interno di esso non sono state stabilite delle norme di base sull’importanza della valutazione dello stress termico.

La temperatura da mantenere è fondamentale per fare in modo che ogni dipendente che lavora all’interno di una struttura – o all’aperto- stia bene e che sia produttivo al 100% senza accusare alcun tipo di malessere: in tal senso infatti, l’aumento delle temperature atmosferiche e le estati sempre più torride, mettono a dura prova il lavoratori mettendo sotto stress il loro benessere fisico.

L’INAIL, ossia l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, ha svolto un ruolo chiave nella chiarificazione degli aspetti che riguardano l’impatto dello stress termico sul lavoro e sulle conseguenze di quest’ultimo sull’attività e sulla produttività dei dipendenti; inoltre, l’eccessivo calore potrebbe anche aumentare i fattori di rischio correlati allo svolgimento dei mestieri, causando anche possibili infortuni.

In questo senso infatti, è possibile che un lavoro possa sperimentare un senso di malessere per questo è fondamentale, per l’appunto, perseguire il raggiungimento di un comfort termico valido che permetta di effettuare una valutazione sul microclima della sede considerando eventuali fattori come calore, temperatura, umidità, livelli d’altura, esposizione agli agenti atmosferici e tanto altro.

Stress Termico e Tutela del Lavoratore

Per fare in modo che l’eventuale stress termico non impatti negativamente sul benessere dei lavoratori, è necessario che si faccia opportuna prevenzione e che vengano stabilite delle regole precise: proprio per questo è necessario, fare previamente una mappatura delle aree a rischio in cui la temperatura termica potrebbe raggiugere picchi considerevoli e inficiare incisivamente sulla salute dei lavoratori.

I fattori presi in considerazione al fine di valutare esattamente i possibili rischi partono dal riferimento della temperatura climatica associata comunque anche al tipo di mansione che viene svolta dal lavoratore, dallo sforzo fisico impresso continuativamente durante le ore di lavoro e molto altro: è necessario dunque che ogni titolare d’azienda sia assolutamente informato sulla possibile percentuale di rischio anche in base a dove sorge la sua impresa -o l’ufficio- di riferimento.

Se lo stress termico è particolarmente elevato e lo è anche la mole di lavoro e lo sforzo fisico del lavoratore durante l’ottemperanza delle sua mansioni, potrebbero essere emanate delle ordinanze di sospensione del lavoro -ad esempio durante le ore più calde- oppure delle allerte che avvisano sul possibile rischio sulla salute.

Al fine di garantire una più corretta prevenzione circa la prestazione del servizio di ogni dipendente, un fattore utile di aiuto potrebbe essere quella di organizzare in maniera differente le turnazioni di lavoro, in maniera tale che i lavoratori possano prendere delle pause e gestire dunque un ciclo di produttività e di riposo propedeutici al mantenimento del proprio benessere.

Stress Termico e Sicurezza sul Lavoro: Le Contromisure

Per quanto concerne l’eventuale prevenzione dello stress termico abbiamo già visto come si integrano i sistemi di segnalazione dei fattori di rischio e come vengono valutati, ma sarebbe anche necessario determinare una panoramica delle possibili contromisure da rendere note a tutti i proprietari di aziende e imprese nel caso in cui dovessero verificarsi dei malesseri e degli infortuni.

Innanzitutto, fare in modo che ogni dipendente possa mantenere una corretta idratazione, è assolutamente essenziale: proprio per questo è necessario che vengano messi a disposizione dei rifornimenti d’acqua adatti al raggiungimento di tale scopo sia che si parli di un ambiente lavorativo più protetto come quello di un ufficio, sia che si tratti di luoghi di lavoro più esposto come le centrali all’aria aperta o sui campi per il lavoro agricolo.

In questo caso Net Srl azienda leader della sicurezza sul lavoro a Torino si occupa di offrire consulenza a tutti quei datori di lavoro che hanno la necessità di conformarsi alle norme dell’INAIL consigliando un preposto Torino addetto alla vigilanza del comportamento dei dipendenti e dell’ottemperanza delle norme di prevenzione e di sicurezza, nonché di fare in modo che ogni azienda abbia sempre un servizio assicurato di sorveglianza sanitaria per i dipendenti.

Proprio per questo di norma viene anche nominato un medico del lavoro che sia un punto di riferimento per le aziende pronto a intervenire in caso di bisogno, o a effettuare opportuni accertamenti sul benessere fisico dei dipendenti nel tempo.

Fronteggiare dunque i rischi relativi alle possibili ondate di calore, ormai sempre più frequenti, è necessario e per farlo è obbligatorio conformarsi alle soluzioni dichiarate dall’INAIL in merito a tale tema per evitare infortuni sul lavoro o possibili malesseri che potrebbero risultare anche fatali per soggetti in età più avanzata o più fragili: per farlo è necessario che ogni realtà elabori un piano utile aziendale adatto a riorganizzare il lavoro soprattutto durante le stagioni più calde e a rischio.

Consigli per una Gestione Efficace del D.P.O. Aziendale

Il D.P.O. aziendale, ormai, è una figura cardine all’interno delle aziende già avviate: si tratta di un acronimo che si riferisce alla figura di un professionista specializzato conosciuto anche come Data Protection Officer il quale è ormai riconosciuto, anche con norme vigenti a livello europeo, come il responsabile della protezione dei dati aziendali e deve seguire le norme dichiarate dal GDPR.

Questa particolare figura in realtà è stata normativizzata in epoca abbastanza recente ed è necessario che ogni azienda nomini una figura professionale che risponda alle mansioni del profilo, in maniera tale da progettare, insieme a quest’ultimo, un preciso programma di protezione dei dati in maniera efficace.

La necessità della creazione di una figura professionale come quella del D.P.O. risiede nell’esigenza delle aziende e delle imprese di avvalersi dell’ausilio di un competente del settore che permetta a tale realtà di operare -e di gestire i dati- in maniera sicura, sia che si tratti dei dati interni dell’azienda stessa, sia che si tratti dei dati di riconoscimento di clienti e cittadini -nei casi che si riferiscono ad aziende di tipo pubblico o della pubblica amministrazione-.

I dati personali dunque, nell’acquisizione e nell’elaborazione -nonché trattamento a norma di legge e protezione- sono in genere fondamentali per un’azienda o per un’impresa per poter operare perché, volente o nolente, un’attività ha sempre un comparto che necessita dell’interazione col pubblico e con l’archiviazione di dati sensibili spesso necessari anche ad assicurare il servizio stesso.

D.P.O. ed Efficacia: l’Organizzazione con la Tecnologia

Oggi la tecnologia e la gestione di magazzini digitali di informazione come i database, giocano un ruolo chiave per fare in modo da gestire lo stoccaggio -in versione digitalizzata- dei dati sensibili di un’azienda e della sua clientela: questi dati però ovviamente vanno trattati secondo alcune regole sia di acquisizione che di protezione nel lungo termine.

Una fuga di dati, infatti, è assolutamente da evitare, soprattutto se si parla di informazioni sensibili e legate alla privacy degli individui per cui esistono specifiche regolamentazioni nel diritto: buona norma comunque è, secondo il GDPR, quella di imparare a gestire i dati personali in maniera tale che da un lato vengano opportunamente protetti, mentre dall’altro che possano essere trattati dall’azienda o dai partner aziendali al fine di erogare il proprio servizio -sia a livello nazionale che sovranazionale-.

Il D.P.O dunque ha il doppio compito di fornire una consulenza specifica al direttore dell’azienda sull’acquisizione e sul trattamento dei dati personali dei clienti, e allo stesso tempo di gestire in maniera legale la vigilanza sulla protezione di questi ultimi; infine, un altro compito di questa figura professionale è quella di raccogliere eventuali segnalazioni facendo in modo da funzionare come mediatore tra la parte lesa -i cui dati non sono stati protetti- e l’azienda di riferimento per cui presta servizio.

Il Data Protection Officer deve avere una chiara visione non solo della proprie competenze – per gestirle al meglio- ma per fare in modo che la sua consulenza sia efficace, deve opportunamente studiare una panoramica di valutazione di rischio in merito al trattamento dei dati: deve dunque essere reso partecipe delle attività organizzative dell’azienda, del comparto che gestisce il business e il marketing, gestendole con le sue conoscenze informatiche e legali.

L’Efficacia del D.P.O: Come Operano Questi Professionisti

Il D.P.O. spesso, non è un’unica figura professionale: egli deve infatti incarnare una serie di conoscenze multidisciplinari che spesso, all’interno di un’azienda, vengono saturate da un vero e proprio team strutturato di esperti – e questo capita soprattutto quando l’impresa è molto grande e si occupa della gestione di tanti clienti e di tanti dipendenti-.

Questo può capitare nello scenario di città particolarmente sviluppate dal punto di vista imprenditoriale come Torino, per la quale l’ azienda per la sicurezza sul lavoro Net Srl si occupa anche del supporto sindacale legato alla sicurezza sul lavoro.

Un Data Protection Officer deve essere conoscenza dunque dei rischi specifici in cui possono incorrere aziende e clienti con il trattamento dei dati personali: proprio per questo per organizzare il D.O.P in maniera efficace è meglio avere bene in mente una panoramica a 360 gradi degli eventuali fattori di rischio e delle possibili risoluzioni correlate.

Da una fuga di informazioni, a un hackeraggio informatico, sono molti gli scenari pericolosi che possono presentarsi come delle vere e proprie situazioni di emergenza agli occhi di un’azienda: per questo è bene che ci siano più persone che sappiano attingere alle proprie conoscenze in base alle valutazioni rischio che possano gestire l’imprevisto sia dal punto di vista teorico che dal punto di vista pratico.

In questo caso dunque, per avere una gestione efficace del comparto di lavoro del Data Protection Officer sarebbe bene affidarsi alle conoscenze di un ingegnere informatico, di un avvocato esperto di norme sulla tutela della privacy e di altri esperti del diritto, che sappiano operare in assoluta sincronia e nei tempi più rapidi per la risoluzione del problema.

Prevenzione Incidenti nei Cantieri: Nuove Tecniche

La sicurezza nei cantieri è una vera e propria prerogativa per rendere il lavoro dei dipendenti sicuro: si sa che, quando si parla di impresa di tipo edilizio -e non-, sono molti gli aspetti da attenzionare in termini di sicurezza perché questa va a contribuire non solo al benessere della salute del personale e di tutti coloro che vi operano, ma anche a minimizzare le possibilità di incidente che potrebbero avere in impatto fatale sull’incolumità degli addetti ai lavori.

Secondo le normative vigenti, ogni volta che si intende mettere in funzione un cantiere in vista di un lavoro edilizio ci sono delle regole di base da rispettare per poter prendere tutte le precauzioni necessarie in merito: in questo caso è necessario dunque fare in modo che vengano predisposti i cosiddetti piani generali di sicurezza che possano analizzare tutti i potenziali rischi legati alle attività di cantiere.

Questi ultimi infatti vanno valutati in base alle stime effettive che vengono fatte sul luogo in cui dovrà sorgere il cantiere: all’interno delle valutazioni di rischio infatti vanno inserite le stime relative alle potenziali pericolosità derivanti dal sito in questione e dichiarare anche chi saranno i responsabili di sicurezza del cantiere; saranno proprio questi ultimi a doversi assumere la responsabilità di elaborare misure preventive adeguate e soprattutto di fare in modo che queste vengano rispettate durante tutto il corso delle attività di lavoro.

Non dimentichiamo poi la determinante figura del medico competente che seguirà lo stato di salute degli addetti ai lavori e che sarà in grado di operare tempestivamente nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto in itinere.

Incidenti In Cantiere: Prepararsi al Peggio

Prima di predisporre la realizzazione di un cantiere, è necessario avvalersi dell’ausilio di figure competenti che possano aiutare a valutare tutti i possibili rischi in fase di coordinazione non solo della progettazione previa alla sua realizzazione, ma che segua anche, passo dopo passo, la messa in sicurezza del cantiere stesso prima ancora di permettere ai lavoratori di poter operare.

Nella prevenzione dei possibili rischi correlati alla realizzazione di un cantiere, nel panorama torinese, Net Srl è un’azienda che si occupa di valutazione di rischi e coadiuva i direttori dei lavori a determinare i fattori di pericolosità dei vari progetti.

In questo caso l’azienda competente si occupa non solo di stilare i piani generali di sicurezza ma anche di approvare i conseguenti piani operativi di sicurezza per fare in modo che quanto dichiarato nella documentazione presentata venga effettivamente attuato; proprio per questo Net Srl si occupa di effettuare sopralluoghi per valutare la reale sicurezza del cantiere e per verificare che tutte le strumentazioni di protezione e di prevenzione siano presenti e che vengano utilizzate secondo le regole.

La prima tecnica innovativa è quella di puntare tutto sulla prevenzione anche facendo in modo che lo stesso personale che opera in cantiere sia perfettamente preparato a seguire tutte le norme necessarie ma soprattutto che sia pronto ad agire in sicurezza in caso di pericolo: i lavoratori dunque devono essere sempre opportunamente formati e addestrati per tempo, in maniera tale che il cantiere risulti fin dal principio un ambiente familiare in cui sapranno esattamente come muoversi e come operare.

Prevenzione in Cantiere: Ulteriori Discriminanti

Il datore di lavoro, a seguito di un’attenta analisi svolta da chi di dovere in merito all’attività di cantiere, dovrà tra l’altro essere il primo responsabile nell’informare sempre i dipendenti su tutti i fattori di rischio e su quali saranno le strumentazioni utili da utilizzare come elementi di protezione per scongiurare, il più possibile, ogni probabilità di incidente.

Oggi la nuova frontiera per aumentare a dismisura l’efficacia e l’affidabilità delle dichiarazioni e delle valutazioni di rischio è quella di presentare dei piani generali di sicurezza e dei piani operativi di sicurezza illustrati, che permettano di rappresentare graficamente ogni fase del processo di messa in sicurezza del lavoro.

Ogni possibile rischio infatti oggi va perfettamente riportato graficamente insieme a tutti i probabili fattori d’incidente -e le relative conseguenze- per poi stilare una serie di grafici correlati volti a scongiurare eventuali fatalità riportando dunque la realizzazione di soluzioni adeguate insieme alle strumentazioni utili da utilizzare secondo le normative.

Nel farlo, oggi, è proprio la tecnologia a dare man forte alla realizzazione degli effettivi piani operativi di sicurezza facendo in modo che ogni aspetto, sia testuale che grafico, venga opportunamente giustapposto secondo le necessità contestuali della dichiarazione dei fattori di rischio del lavoro e della realizzazione del cantiere in cui quest’ultimo verrà realizzato.

Se i cantieri sono particolarmente complessi da realizzare e da gestire in termini di sicurezza -si pensi a grandi progetti di tipo edile– la presenza degli addetti di sicurezza dev’essere garantita quotidianamente e deve supervisionare costantemente il cantiere in questione, includendo dunque la progettualità di richiesta di eventuali mezzi di soccorso emergenziali come la presenza di un’ambulanza in loco.