Consulenza per adeguamento normativo NIS-2 a Torino

Consulenza per adeguamento normativo NIS-2 a Torino


 

Abstract

La consulenza per Adeguamento alla normativa NIS-2 (Network and Information Security Directive) a Torino, come da recente emanazione a livello europeo, recepita anche in Italia, rappresenta un passo fondamentale per tutte le aziende che offrono servizi essenziali o di rilevanza strategica, inclusi i settori energetico, sanitario, finanziario e dei trasporti.

Questa nuova direttiva, che si applica anche alle realtà situate a Torino e in tutto il territorio italiano, introducendo requisiti di sicurezza informatica più stringenti e mira a prevenire cyberattacchi e vulnerabilità informatiche. Nell’articolo che segue, analizzeremo in chiave gli aspetti principali della NIS-2, fornendo informazioni pratiche su come adeguarsi alla normativa e illustrando il supporto offerto da Net Srl.


Indice

  1. Introduzione alla Direttiva NIS-2
  2. Principali novità per le aziende italiane
  3. Sicurezza informatica a Torino: perché è fondamentale
  4. Come adeguarsi alla NIS-2
  5. Vantaggi di un’adeguata conformità
  6. Conclusioni e contatti
  7. Domande più frequenti (FAQ)

1. Introduzione alla Direttiva NIS-2

La Direttiva NIS-2 è stata varata dall’Unione Europea con l’obiettivo di rafforzare la resilienza delle infrastrutture critiche e digitali degli Stati membri.

  • Scopo principale: garantire un alto livello comune di cybersecurity e tutela dalle minacce informatiche su vasta scala.
  • A chi si rivolge: organizzazioni pubbliche e private che erogano servizi essenziali o che, per la loro natura, possono influenzare la stabilità e la sicurezza nazionale ed europea (ad esempio, aziende del settore energetico, trasporti, finanza, sanità, e altri “fornitori di servizi digitali” considerati critici).

2. Principali novità per le aziende italiane

  • Obblighi di notifica degli incidenti: le imprese devono comunicare tempestivamente ogni violazione di sicurezza o incidente rilevante alle autorità competenti.
  • Piani di gestione del rischio: la normativa richiede un approccio strutturato alla sicurezza, con analisi dei rischi e implementazione di misure di protezione adeguate.
  • Maggiore responsabilità per il management: i dirigenti sono tenuti a dimostrare di aver adottato le misure necessarie per assicurare la conformità alla NIS-2.
  • Sanzioni più elevate: in caso di inadempienza, le penali pecuniarie e le conseguenze reputazionali possono essere significative.

3. Sicurezza informatica, perché è fondamentale:

Torino rappresenta uno dei poli industriali e tecnologici più importanti d’Italia, con un tessuto imprenditoriale che spazia dall’automotive all’aerospaziale, dalla finanza ai servizi digitali.

  • Minacce in aumento: la crescente digitalizzazione espone le realtà locali a rischi cyber sempre più sofisticati, come gli attacchi DDOS di recente notizia contro la nostra Pubblica Amministrazione da gruppi di Hacker probabilmente localizzati in Corea.
  • Opportunità di sviluppo: adeguarsi alla NIS-2 non è solo un obbligo normativo, ma un’occasione per rafforzare la propria infrastruttura IT, proteggere i dati sensibili e consolidare la fiducia di clienti e partner.

4. Come adeguarsi alla NIS-2

  1. Analisi iniziale: mappatura dei sistemi IT e dei processi critici per identificare le vulnerabilità.
  2. Piano di cybersecurity: definizione di procedure e policy aziendali in linea con i requisiti della NIS-2 (protezione endpoint, crittografia, sistemi di monitoraggio, ecc.).
  3. Formazione del personale: sessioni di training e simulazioni di incidenti informatici per migliorare la consapevolezza degli impiegati.
  4. Implementazione di controlli di sicurezza: adozione di strumenti di prevenzione e rilevamento delle minacce (firewall, sistemi di intrusion detection, antivirus avanzati, ecc.).
  5. Monitoraggio continuo: valutazione periodica delle misure adottate e aggiornamento costante degli strumenti di difesa.

5. Vantaggi di un’adeguata conformità

  • Riduzione del rischio: una rete aziendale sicura limita la probabilità di subire attacchi informatici e perdite finanziarie o di dati.
  • Maggiore fiducia: clienti, partner e fornitori apprezzano aziende che dimostrano un alto livello di protezione digitale.
  • Conformità normativa: evitare sanzioni e penali derivanti dal mancato rispetto della NIS-2.
  • Vantaggio competitivo: un sistema informatico affidabile può fungere da leva per attrarre nuovi clienti, soprattutto nelle realtà di Torino in cui l’innovazione e la stabilità sono fattori determinanti per la scelta di un fornitore.

6. Conclusioni e contatti

L’adeguamento alla normativa NIS-2 non deve essere visto come un mero obbligo, bensì come un’opportunità per migliorare la sicurezza e la competitività della propria azienda. Net Srl offre servizi di consulenza e supporto tecnico specializzato per aiutare le organizzazioni di Torino e di tutto il territorio nazionale ad affrontare questo percorso di conformità in modo professionale e su misura.

Per informazioni o appuntamenti personalizzati, contatta:
Net Srl
Telefono: 011.8227880
Email: info@netsrl.net


7. Domande più frequenti (FAQ)

  1. Quali aziende sono tenute a rispettare la NIS-2 a Torino?
    La normativa si applica a organizzazioni che forniscono servizi essenziali o svolgono attività considerate critiche a livello nazionale ed europeo, come energie, trasporti, sanità e settore finanziario.

  2. Cosa succede se non ci si adegua alla NIS-2?
    Il mancato adeguamento può comportare sanzioni amministrative e penali rilevanti, oltre a possibili danni di immagine in caso di incidenti di sicurezza.

  3. Quanto tempo ho per conformarmi alla NIS-2?
    I tempi di adeguamento variano a seconda delle disposizioni nazionali di recepimento. È importante avviare un percorso di conformità il prima possibile per evitare ritardi e rischi.

  4. È necessario assumere nuovo personale specializzato in sicurezza informatica?
    Dipende dalle dimensioni e dalla complessità dell’azienda. In molti casi, ci si può affidare a consulenti esterni esperti, come Net Srl, per soddisfare i requisiti di conformità e implementare soluzioni di sicurezza avanzate anche in collaborazione con propri partner.

  5. Perché rivolgersi a Net Srl se la mia azienda si trova a Torino?
    Net Srl conosce da vicino il tessuto imprenditoriale locale e offre servizi personalizzati in base alle specifiche esigenze del territorio torinese, fornendo un supporto mirato e tempestivo.


Adeguarsi oggi alla NIS-2 a Torino significa investire in un futuro più sicuro e competitivo. Perché aspettare?

Contatta Net Srl per una consulenza personalizzata e assicurati di essere in regola con la normativa.
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Puoi avere maggiori informazioni sul Sito dell’Agenda Digitale UE.

Certificazione della Parità di Genere (UNI/PdR 125:2022)

parità di genere in ufficio

Certificazione della Parità di Genere (UNI/PdR 125:2022) per le PMI a Torino


Indice

  1. Abstract
  2. Cos’è la UNI/PdR 125:2022 e come si collega alla sicurezza sul lavoro
  3. Perché è importante per le PMI italiane
  4. Principali vantaggi della certificazione
  5. Iter di certificazione
  6. Integrazione con la normativa italiana sulla sicurezza sul lavoro
  7. Conclusione e contatti
  8. FAQ – 5 Domande più frequenti

1. Abstract

La Certificazione della Parità di Genere (UNI/PdR 125:2022) rappresenta uno strumento fondamentale per le Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane, volto a promuovere l’uguaglianza professionale e il benessere dei lavoratori. Allo stesso tempo, si integra con la normativa italiana sulla sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08), garantendo un ambiente lavorativo più inclusivo e attento a tutti. In questo articolo scopriremo cos’è la UNI/PdR 125:2022, i principali vantaggi e come avviare l’iter di certificazione, con un occhio di riguardo alla conformità e alla tutela del personale.


2. Cos’è la UNI/PdR 125:2022 e come si integra con la Sicurezza sul Lavoro

La UNI/PdR 125:2022 riferita alla Parità di Genere è una prassi di riferimento che definisce linee guida per le organizzazioni che vogliono attestare il proprio impegno nel raggiungimento della parità di genere, in termini di opportunità di carriera, retribuzioni e cultura aziendale.

Tale certificazione si collega strettamente alla sicurezza sul lavoro perché promuove:

  • Equità e inclusione: un ambiente di lavoro sicuro è anche un ambiente privo di discriminazioni.
  • Benessere del personale: la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti aumentano dove le politiche di genere e sicurezza sono integrate.

3. Perché è importante per le PMI italiane

Le PMI sono il cuore del tessuto economico italiano e spesso necessitano di standard semplici, ma efficaci, per rimanere competitive. La certificazione UNI/PdR 125:2022 sulla Parità di Genere offre:

  • Maggiore attrattività: un’azienda certificata è vista come più affidabile, sia per i clienti sia per i potenziali collaboratori.
  • Rispetto delle normative: dimostra la conformità alle disposizioni sulla parità di genere e alla sicurezza sul lavoro.
  • Accesso a bandi e agevolazioni: l’ottenimento della certificazione può facilitare la partecipazione a gare pubbliche o progetti che richiedono parametri di sostenibilità sociale.

4. Principali vantaggi della certificazione

  1. Immagine aziendale migliorata: un’organizzazione certificata mostra il suo impegno concreto verso l’equità.
  2. Fidelizzazione dei dipendenti: politiche di inclusione e sicurezza rafforzano il senso di appartenenza.
  3. Incremento della produttività: la riduzione di attriti legati a possibili discriminazioni favorisce un clima più sereno e produttivo.
  4. Riduzione dei rischi legali e reputazionali: essere in linea con le normative sulla parità di genere e sul lavoro tutela l’impresa da possibili sanzioni o controversie.
  5. Migliore gestione delle risorse umane: la certificazione richiede un monitoraggio costante di processi, formazione e statistiche sul personale.

5. Iter di certificazione della Parità di Genere

  1. Analisi interna: valutazione delle politiche aziendali esistenti in tema di parità di genere e sicurezza sul lavoro.
  2. Piano di adeguamento: se necessario, si interviene su processi HR, retribuzioni, formazione e comunicazione interna.
  3. Implementazione: attuazione delle misure progettate, con il coinvolgimento di tutto il personale.
  4. Audit esterno: un ente certificatore indipendente verifica la conformità ai requisiti UNI/PdR 125:2022.
  5. Rilascio della certificazione: una volta superata la verifica, l’azienda ottiene la certificazione formale.

6. Integrazione Parità di Genere e norme di sicurezza sul lavoro

Il D.Lgs. 81/08 sulla sicurezza sul lavoro e la UNI/PdR 125:2022 presentano obiettivi complementari:

  • Prevenzione e tutela: un ambiente sicuro e inclusivo riduce gli incidenti sul lavoro e migliora la qualità della vita lavorativa.
  • Formazione e sensibilizzazione: informare i dipendenti sui temi di sicurezza e parità di genere crea consapevolezza e spirito collaborativo.
  • Rispetto della diversità: riconoscere le esigenze di ogni lavoratore, a prescindere da genere, età o condizione, contribuisce a una prevenzione più efficace e a un clima aziendale più sereno.

7. Conclusione e contatti

La certificazione della parità di genere (UNI/PdR 125:2022) rappresenta un passo decisivo per le PMI italiane che desiderano garantire un ambiente di lavoro sicuro, inclusivo e in linea con le più recenti normative. Implementare correttamente questi standard può fare la differenza sia in termini di benessere dei dipendenti, sia di competitività sul mercato.

Se desideri ricevere una consulenza o una valutazione personalizzata sulla certificazione UNI/PdR 125:2022 o su come integrare le normative di sicurezza sul lavoro nella tua azienda, contatta Net Srl:

Telefono: 011.8227880
Email: info@netsrl.net

INFO OPERATIVE :

Unioncamere, in collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità, promuove il progetto di certificazione della Parità di Genere (UNI/PdR 125:2022) per le piccole e medie imprese italiane, svolgendo il ruolo di Soggetto Attuatore nell’ambito dell’intervento del PNRR M5C1-I1.3 “Sistema di certificazione della parità di genere”.

È stato pubblicato un nuovo avviso pubblico per l’accesso ai contributi.

Le domande di contributo potranno essere presentate dalle ore 10:00 del 26 febbraio 2025 fino alle ore 16:00 del 18 aprile 2025 tramite la piattaforma restart.infocamere.it, accedendo con SPID, CIE o CNS da parte dell’Azienda interessata.

Requisiti per l’accesso ai contributi

Le aziende che desiderano richiedere i contributi devono:

• Effettuare un pre-screening di autovalutazione per dimostrare un adeguato livello di maturità sui temi della parità di genere.

• Presentare un preventivo rilasciato da un Organismo di Certificazione iscritto nell’Elenco degli Organismi aderenti (ad esempio, CSQA).

 I contributi previsti da questo avviso si affiancano agli incentivi già esistenti per le imprese certificate, tra cui le misure premiali del Codice degli Appalti e gli esoneri contributivi.

Saremo lieti di guidarti passo dopo passo verso la conformità e il successo nel tuo percorso di certificazione, scrivi per informazioni a info@netsrl.net


8. FAQ – 5 Domande più frequenti sulla Parità di Genere

  1. Quali aziende possono richiedere la certificazione UNI/PdR 125:2022?
    Tutte le organizzazioni, incluse le PMI, che desiderano dimostrare un impegno concreto nella promozione della parità di genere.

  2. La certificazione è obbligatoria per le PMI?
    Attualmente non è obbligatoria, ma può risultare un vantaggio competitivo e talvolta è richiesta come requisito in alcuni bandi o gare pubbliche.

  3. Quali sono i costi associati alla certificazione?
    I costi variano in base alla dimensione dell’azienda e al livello di adeguamento richiesto. È consigliabile richiedere un preventivo personalizzato.

  4. Quanto tempo occorre per ottenere la certificazione?
    I tempi dipendono dall’organizzazione, dalla complessità dei processi interni e dal grado di preparazione iniziale. Di solito, si va da pochi mesi fino a un anno.

  5. In che modo la UNI/PdR 125:2022 si integra con la sicurezza sul lavoro?
    Entrambe puntano al benessere del personale: la parità di genere sostiene un clima inclusivo e collaborativo, mentre la sicurezza sul lavoro preserva la salute e l’incolumità di tutti i dipendenti.

Per maggiori informazioni o per fissare un appuntamento, chiama Net Srl allo 011.8227880 o scrivi a info@netsrl.net. Siamo qui per aiutarti a rendere la tua impresa un ambiente di lavoro sempre più sicuro, inclusivo e in linea con gli standard più avanzati.

RENTRI, il nuovo registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti

Il modello RENTRI e le novità normative sulla gestione dei rifiuti in Italia

RENTRI, il nuovo registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti

È diventato ufficialmente operativo il nuovo sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti (RENTRI). Questo sistema introduce una nuova modalità di gestione degli obblighi previsti dal D.Lgs. n. 152/2006, in particolare per quanto riguarda la tenuta e vidimazione dei registri cronologici di carico e scarico rifiuti e l’emissione, vidimazione e compilazione dei Formulari di Identificazione per il Trasporto dei Rifiuti (FIR).

L’importanza dell’argomento è sottolineata dall’imminenza delle prime scadenze e dalle numerose novità previste. Dal 13 febbraio 2025, l’utilizzo dei nuovi modelli di registro di carico/scarico rifiuti e FIR sarà obbligatorio, sostituendo quelli attualmente in uso, anche se già vidimati.

 

Le Novità Principali

  • Nuovi modelli obbligatori: dal 13 febbraio 2025, tutti dovranno utilizzare i nuovi modelli di registro e FIR
  • Sistema digitale per la tracciabilità: il RENTRI sostituisce i vecchi sistemi cartacei, garantendo maggiore efficienza e trasparenza
  • Obblighi differenziati: non tutti i soggetti sono obbligati all’iscrizione, ma tutti dovranno adeguarsi alle nuove modalità di vidimazione e gestione dei rifiuti
  • Transizione graduale: i soggetti obbligati si iscriveranno in scaglioni, mentre gli altri potranno adottare il sistema su base volontaria

 

Per chi è obbligatoria l’iscrizione al RENTRI?

  1. Enti ed imprese che effettuano il trattamento (recupero e smaltimento) dei rifiuti pericolosi e non pericolosi
  2.  Enti e imprese che raccolgono o trasportano rifiuti (pericolosi e non pericolosi) a titolo professionale
  3.  Enti e imprese che operano come Commercianti e intermediari senza detenzione di rifiuti pericolosi e non pericolosi
  4. Consorzi per il recupero e riciclaggio di specifiche tipologie di rifiuti
  5. Enti e imprese produttori di rifiuti speciali pericolosi
  6. Enti ed imprese con più di 10 dipendenti, produttori di rifiuti speciali non pericolosi, cioè:
      1. Prodotti in ambito di lavorazioni industriali
      2. Prodotti in ambito di lavorazioni artigianali
      3. Derivanti dall’attività di recupero e smaltimento dei rifiuti, i fanghi prodotti dalla potabilizzazione e da altri trattamenti delle acque e dalla depurazione delle acque reflue, oltre che i rifiuti da abbattimento di fiumi, dalle fosse settiche e dalle reti fognarie
  7. Produttori di rifiuti speciali pericolosi diversi da enti o imprese

 

L’iscrizione al RENTRI non è obbligatoria per:

  • Enti ed imprese, fino a 10 dipendenti, produttori di rifiuti speciali non pericolosi rientranti nelle categorie di cui ai precedenti sotto-punti della lettera F
  • Enti e imprese produttori di rifiuti speciali non pericolosi diversi da quelli di cui ai precedenti sotto-punti della lettera F
  • Produttori di rifiuti speciali non pericolosi diversi da enti o imprese

Sebbene l’iscrizione non sia obbligatoria per le categorie appena citate, è comunque possibile iscriversi volontariamente al RENTRI. I soggetti che decideranno di farlo  dovranno comunque utilizzare l’applicativo RENTRI per l’Emissione e Vidimazione dei formulari secondo il nuovo modello a partire dal 13 Febbraio 2025.

 

Scaglioni di Iscrizione e Scadenze

Gli scaglioni di iscrizione al RENTRI (e le scadenze per i successivi adempimenti) variano in base a:

  • Tipo di attività svolta dall’impresa
  • Numero di dipendenti
  • Dalla tipologia di rifiuti prodotti (nel caso di produttori)

Ecco una tabella che fornisce una riassunto delle principali scadenze.

Tabella RENTRI

I produttori di rifiuti con meno di 50 dipendenti, che non sono ancora obbligati all’iscrizione, continueranno a tenere il registro di carico e scarico in formato cartaceo utilizzando il nuovo modello scaricabile dal portale RENTRI. Questo dovrà essere accompagnato da un frontespizio vidimato presso le Camere di Commercio.

 

In conclusione

Il RENTRI rappresenta un passo importante verso la digitalizzazione e tracciabilità dei rifiuti in Italia. L’adozione di questo sistema garantirà una gestione più trasparente, efficiente e conforme alle normative europee, pur richiedendo un periodo di adattamento e adeguamento da parte di enti, imprese e produttori.

Per ulteriori approfondimenti o chiarimenti sulla Consulenza contattare la Dott.ssa Serena Daniele tramite email serena.daniele@netsrl.net

Rifiuti e Impatto Ambientale: La Guida per le Imprese sulla Gestione Responsabile

Rifiuti e Impatto Ambientale: La Guida per le Imprese sulla Gestione Responsabile


Abstract

La gestione responsabile dei rifiuti è un pilastro fondamentale per contenere l’impatto ambientale e promuovere la sostenibilità aziendale. In questo articolo analizziamo come monitorare la produzione di rifiuti, quali strumenti di valutazione adottare, come formare il personale e riportiamo esempi pratici di successo. L’obiettivo è fornire alle imprese un quadro chiaro su come ridurre i costi, aumentare l’efficienza operativa e salvaguardare l’ambiente.

Parole chiave: rifiuti, impatto ambientale, gestione responsabile, sostenibilità, imprese.


Sviluppo dei Contenuti

1. Definizione del tema principale e spiegazione dell’importanza del suo studio o monitoraggio

La gestione dei rifiuti è un argomento cruciale nell’ambito della sostenibilità aziendale. Un controllo efficace della produzione di scarti, infatti, non solo risponde a obblighi normativi (come previsto dalla Direttiva (UE) 2008/98/CE sui rifiuti), ma tutela anche l’immagine dell’azienda. Monitorare costantemente l’impatto ambientale dei processi produttivi contribuisce a ridurre i costi, aumentare la competitività e proteggere le risorse naturali.

2. Strumenti e Metodi di Valutazione

  1. Descrizione di strumenti specifici utilizzati per la valutazione
    • Questionari e Checklist: utili per raccogliere dati iniziali sulle pratiche interne di gestione dei rifiuti.
    • Software di Gestione Ambientale: piattaforme che monitorano, in modo sistematico, la quantità e la tipologia di rifiuti prodotti, consentendo un’analisi puntuale e personalizzata.
  2. Analisi dei fattori chiave che influenzano il tema trattato
    • Ciclo di Vita dei Prodotti: valutare l’intero ciclo di produzione per identificare i punti di maggior incidenza di scarti.
    • Catena di Fornitura: collaborare con fornitori e partner che condividano politiche di riduzione dei rifiuti e uso di materiali eco-compatibili.
  3. Monitoraggio e raccolta dati attraverso tecnologie avanzate o metodi tradizionali
    • Sensori IoT: dispositivi che tracciano in tempo reale il livello di riempimento dei contenitori di rifiuti e la qualità dei processi di smaltimento.
    • Audit Ambientale: un’analisi periodica, condotta in azienda o in collaborazione con enti terzi, per garantire il rispetto delle normative e individuare possibili margini di miglioramento.

3. Metodi di Prevenzione e Gestione

  1. Formazione specifica e sensibilizzazione su tecniche e strategie di gestione
    • Corsi e Workshop Interni: per istruire il personale sulla corretta differenziazione e sulla prevenzione degli sprechi.
    • Programmi di Sensibilizzazione: affissione di cartellonistica e condivisione di materiali informativi che evidenziano l’importanza di una gestione responsabile.
  2. Interventi organizzativi per migliorare le condizioni generali
    • Riduzione all’Origine: preferire materie prime che generano meno rifiuti e ottimizzare i processi di produzione per ridurre scarti.
    • Riuso e Riciclo: implementare politiche di riutilizzo dei materiali, come pallet e contenitori, e assicurare la corretta separazione degli scarti riciclabili.
  3. Supporto psicologico e counseling, inclusione di servizi di supporto specifici
    • Programmi di Benessere: offrire un ambiente di lavoro in cui i dipendenti possano segnalare problematiche e migliorare la qualità dei processi lavorativi.
    • Team Multidisciplinari: coinvolgere specialisti in ambito ambientale, gestionale e psicologico per un approccio integrato alla sostenibilità.

4. Esempi Pratici e Casi di Successo

  • Azienda Agroalimentare: grazie all’adozione di un software di monitoraggio e alla formazione del personale, ha ridotto del 30% gli scarti di lavorazione annuali, abbattendo i costi di smaltimento e migliorando l’immagine green del marchio.
  • Impresa Manifatturiera: ha introdotto sensori IoT nei propri stabilimenti per monitorare in tempo reale il flusso dei rifiuti, ottimizzando la logistica e riducendo notevolmente la produzione di imballaggi superflui.

5. Conclusioni e Invito all’Azione

Adottare metodi e strumenti per la gestione responsabile dei rifiuti è un investimento che produce benefici concreti: riduce l’impatto ambientale, migliora l’efficienza aziendale e rafforza la reputazione sul mercato. Se vuoi scoprire come applicare queste strategie alla tua realtà aziendale, affidati all’esperienza di Net Srl. Anche durante durante tutte le fasi della gestione dei rifiuti la sicurezza del lavoro a Torino deve essere una priorità  e contribuisce anche a costruire un’immagine aziendale positiva nel contesto attuale.

La gestione responsabile dell’impatto aziendale per le aziende, in ogni realtà come a Torino, deve partire necessariamente dalla valutazione dell’impatto ambientale.  La VIA si ottiene grazie alla collaborazione di esperti nella consulenza ambientale e rifiuti per fare in modo che ogni soluzione preventiva adottata sia davvero conforme non solo alle normative locali e nazionali, ma anche a quelle europee.

Contattaci al numero 011. 8227880 o invia una mail a info@netsrl.net per preventivi gratuiti su consulenze e valutazioni e personalizzate.

Fare la differenza è possibile: inizia oggi a costruire un futuro più sostenibile per la tua impresa.

Cosa si impara durante un corso HACCP?

corso sicurezza igienica

Cosa si impara durante un corso HACCP?

1. Abstract
2. Cos’è l’HACCP e perché è importante
3. Cosa si impara durante un corso HACCP?
4. Chi deve frequentare un corso HACCP?
5. Vantaggi della formazione HACCP per le aziende
6. Le 5 domande più frequenti
7. Contatti

 

Il corso HACCP (è un percorso formativo obbligatorio per chi opera nel settore alimentare. Attraverso i contenuti di questo corso, i partecipanti apprendono i principi del sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points), che mira a garantire la sicurezza alimentare e a prevenire rischi per i consumatori. Scopri cosa si impara durante un corso HACCP, chi deve frequentarlo e perché è essenziale per la tua azienda. Net SRL fornisce ai propri clienti il Corso di formazione Haccp, grazie al suo ruolo di agenzia Accreditata per la Formazione sul lavoro a Torino.

 

1. Contenuti del corso haccp e perché è importante

L’HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points) è un sistema di gestione della sicurezza alimentare che identifica, valuta e controlla i rischi legati alla produzione, trasformazione e distribuzione degli alimenti. Introdotto in Italia dal D.Lgs. 155/1997 e successivamente integrato nel Regolamento CE 852/2004, l’HACCP è obbligatorio per tutte le aziende del settore alimentare.

Il suo obiettivo è prevenire contaminazioni biologiche, chimiche e fisiche che potrebbero rendere gli alimenti pericolosi per i consumatori.

 

2. Cosa si impara durante un corso HACCP?

Durante un corso HACCP, i partecipanti apprendono nozioni teoriche e pratiche per applicare correttamente il sistema. Ecco i principali argomenti trattati:

Introduzione all’HACCP: storia, principi e normative di riferimento.
Analisi dei rischi: metodologie identificazione dei pericoli biologici, chimici e fisici.
Punti Critici di Controllo (CCP): come monitorarli e gestirli.
Igiene degli alimenti: norme per la manipolazione, conservazione e distribuzione.
Pulizia e sanificazione: protocolli per garantire ambienti di lavoro sicuri.
Autocontrollo alimentare: redazione e applicazione del manuale HACCP.

I corsi sono spesso suddivisi in moduli base e avanzati, a seconda del ruolo e delle responsabilità del partecipante.

 

3. Chi deve frequentare un corso HACCP?

Il corso HACCP è obbligatorio per tutti gli operatori del settore alimentare, tra cui:
– Ristoranti, bar e pizzerie.
– Supermercati e negozi di alimentari.
– Aziende di produzione e trasformazione alimentare.
– Addetti alla logistica e trasporto di alimenti.

Anche i titolari di aziende alimentari devono essere formati, poiché sono responsabili dell’applicazione del sistema HACCP.

 

4. Vantaggi della formazione HACCP per le aziende

Frequentare un corso HACCP non è solo un obbligo di legge, ma offre numerosi vantaggi:
Conformità normativa: evita sanzioni e multe.
Sicurezza alimentare: riduce il rischio di contaminazioni e malattie.
Fiducia dei clienti: dimostra impegno verso la qualità e la sicurezza.
Competitività: migliora l’immagine aziendale e apre nuove opportunità di mercato.

Le 5 domande più frequenti

1. Quanto dura un corso HACCP?

La durata varia in base al livello del corso e al ruolo del partecipante. I corsi base durano solitamente 4-8 ore, mentre quelli avanzati possono arrivare fino a 20 ore in base alla tipologia di lavorazioni e di attività dell’Azienda.

2. Il corso HACCP è obbligatorio?

Sì, è obbligatorio per tutti gli operatori del settore alimentare, come previsto dal Regolamento CE 852/2004.

3. Quanto costa un corso HACCP?

Il costo dipende dalla durata e dall’ente formativo. Net Srl offre corsi competitivi e personalizzati.

4. Ogni quanto va rinnovato il corso HACCP?

La formazione deve essere aggiornata periodicamente, di solito ogni 2-3 anni, o in caso di cambiamenti normativi significativi.

5. Posso frequentare un corso HACCP online?

Sì, molti Enti, tra cui Net Srl, offrono corsi HACCP online, comodi e flessibili.

Le competenze che si acquisiscono durante un corso HACCP?

La formazione Haccp fornisce anche indicazioni sulle pratiche igieniche necessarie per prevenire la contaminazione degli alimenti: i partecipanti apprendono l’importanza dell’igiene personale, della pulizia delle attrezzature e della gestione dei rifiuti per cui è sempre bene richiedere una consulenza ambientale e rifiuti a Torino per comprendere come smaltirli al meglio dopo aver aperto l’attività.

Contatti

Se operi nel settore alimentare e hai bisogno di un Corso HACCP devi comprendere contenuti del corso Haccp. Net Srl è la scelta giusta per te offriando corsi aggiornati, personalizzati e riconosciuti, sia in presenza che online.

📞 Contattaci al numero 011.8227880 o scrivi a info@netsrl.net per prenotare una consulenza o richiedere maggiori informazioni.

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Link utili INAIL

Perché sottoporre i dipendenti a esami audiometrici periodici in luoghi di lavoro rumorosi

Perché sottoporre i dipendenti a esami audiometrici periodici in luoghi di lavoro rumorosi

In molti posti di lavoro, l’eccessiva esposizione al rumore potrebbe avere un impatto estremamente debilitante e irreversibile nella salute dei dipendenti: per questo si rivela assolutamente necessario sottoporre ogni lavoratore a degli esami audiometrici regolari.

Farlo significa che ogni lavoratore avrà la garanzia non solo di proteggere ma anche di monitorare la funzionalità del proprio udito, il quale viene messo quotidianamente a dura prova: per evitare danni permanenti come acufeni, ipoacusia o sordità è necessario non solo sottoporsi a esami specifici condotti da medici specializzati, ma anche abituarsi all’uso di strumenti di protezione personale .

L’esame audiometrico è un test che mira a valutare le capacità uditiva di un soggetto. Il test è svolto da otorinolaringoiatri convenzionati con agenzie di sorveglianza sanitaria sul territorio torinese o tecnici audiometristi.

Durante l’esame il soggetto indossa specifici apparecchi attraverso i quali vengono trasmessi input sonori di diverse frequenze. Il soggetto segnala all’operatore le frequenze che sente e in base a questo si ottiene una valutazione della capacità di percepire i suoni e una panoramica dello stato di salute dell’udito del soggetto.

Esami audiometrici nei luoghi di lavoro rumorosi: ricordiamo i rischi correlati

L’esposizione prolungata a rumori molto forti e improvvisi provoca per certo danni all’udito che se non monitorati adeguatamente possono aggravarsi e diventare totalmente irreversibili.

Come abbiamo fatto presente nel paragrafo precedente, i deficit provocati da ipoacusia, acufeni o sordità, possono non solo ledere la salute dei dipendenti ma potrebbero anche renderli non più idonei in breve tempo a continuare a svolgere il proprio lavoro.

Per questo tutte le realtà imprenditoriali torinesi che gestiscono attività di cantiere, di fabbrica, di miniera, dove i rumori e il livello di esposizione sonora superano di molto i decibel consentiti. Preferire rivolgersi ad una delle agenzie che si occupano di sicurezza del lavoro per gestire un programma di controllo periodico dei dipendenti con esami audiometrici regolari per segnalare in tempo la presenza di eventuali danni.

Dunque, nel caso in cui un dipendente dovesse accusare improvvisamente segnali di perdita uditiva, tra cui si annoverano:

  • non sentire eventuali rumori
  • non sentire segnali d’allerta
  • non sentire parole e frasi
  • non sentire i colleghi
  • stati confusionari

È obbligatorio adottare fin da subito delle misure di risposta che possano aiutare l’individuo, le quali potrebbero includere un periodo di riposo, la modifica dell’esposizione al rumore, o l’utilizzo più attento degli apparecchi di protezione dell’udito.

Gli strumenti di protezione personale per la tutela efficace dell’udito

Per proteggere l’udito, adottare misure preventive è l’unica arma difensiva che permette ai lavoratori di tutelarsi e alle aziende di agire secondo le norme e le disposizioni di legge in merito al tema.

Esistono infatti, strumenti di protezione personale capaci di ridurre gli effetti negativi dell’esposizione al rumore e di salvaguardare i lavoratori nonostante la costanza del loro lavoro.

Prime fra tutti, le cuffie anti-rumore e isolanti, che riducono i livelli di rumore percepiti, ovattando il sistema uditivo in presenza di forti rumori costanti e intensi, soprattutto quando si lavora presso fabbriche e cantieri.

Non possono mancare poi i tappi per le orecchie: un’opzione più comoda, pratica e meno ingombrante rispetto alle cuffie, nonostante siano anche meno efficaci da punto di vista dell’isolamento totale.

Ogni lavoratore che opera in questi contesti, comunque, dovrebbe essere sempre opportunamente formato circa le procedure di utilizzo corretto di questi dispositivi ed è compito di ogni datore di lavoro o dei preposti controllare sempre che questi ultimi siano perfettamente integri e in ottime condizioni per proteggerli efficacemente prima che inizi ogni sessione di lavoro.

Creare dunque una cultura della sicurezza e sottoporre ogni dipendente ad esami audiometrici ben precisi significa tutelare attentamente la salute di chi lavora in ambienti rumorosi; infine l’uso di strumenti di protezione personale è obbligatorio per ridurre il rischio di danni all’udito.

Investire nella salute uditiva dei dipendenti non solo protegge il loro benessere, ma contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro più sicuro per evitare che questi ultimi possano segnalare gravi deficit causati dalla lunga esposizione ad un ambiente di lavoro potenzialmente rischioso: agire nella prevenzione, di fatto, è sempre la strategia migliore quando si tratta di salute e sicurezza sul lavoro.

Patente a Crediti – Intervista all’Avv. Giuseppe Sorrentino

Patente a Crediti – Intervista all’Avv. Giuseppe Sorrentino

 

Quali rischi corre chi dichiara il possesso di requisiti che non corrispondono alla verità?

 

Autocertificazione del Possesso dei Requisiti Patente a Crediti : Cosa succede, se un’impresa o un lavoratore autonomo, per mantenere l’operatività di cantiere, dichiara il falso?

Ossia che succede se si fanno dichiarazioni mendaci attestando il possesso di requisiti che in realtà non si possiedono, nelle autocertificazioni all’Ispettorato del Lavoro?

Intervistiamo l’Avvocato Giuseppe Sorrentino, titolare dello Studio Legale Sorrentino Legal esperto in Diritto e Patrocinante in Cassazione sugli aspetti penali ed amministrativi legati a false o mendaci dichiarazioni nella Autocertificazione per l’ottenimento della Patente a Crediti.

Domanda

Considerando che l’adempimento fondamentale per la continuità di esercizio “dell’attività di cantiere” dallo 01.10.2024 al 31.10.24 è la presentazione delle dichiarazioni autocertificanti quale sono i rischi al riguardo?

Risposta  

L’autocertificazione rappresenta a tutti gli effetti di legge una misura transitoria che non abilita al rilascio della Patente a punti, bensì consente solo l’operatività temporanea (per i cantieri di lavoro in attività) dalla data di entrata in vigore della nuova normativa.

A tal proposito il Decreto del Ministero del Lavoro del 18 settembre 2024, n. 132 suddivide espressamente le autocertificazioni in due categorie.

La prima, da ricondurre sotto il governo dall’art. 46 del DPR 445/2000 (Dichiarazioni sostitutive di certificazioni), che riguardo le autocertificazioni con oggetto (i) l’iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, (ii) il possesso del documento unico di regolarità contributiva in corso di validità ed (iii) il possesso della certificazione di regolarità fiscale,

La seconda, riconducibile al perimetro normativo delineato dall’art. 47 del DPR 445/2000 (Dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà), che riguardo le autocertificazioni con oggetto (iv) l’l’adempimento degli obblighi formativi previsti dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81, (v) il possesso del documento di valutazione dei rischi e (vi) l’avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione.

Domanda

Cosa succede, però, se un’impresa o un lavoratore autonomo, per mantenere l’operatività di cantiere, dichiara il falso, ossia attesta il possesso di requisiti che in realtà non ha, all’ Ispettorato del Lavoro?

Risposta

Sotto il profilo delle conseguenze da dichiarazioni mendaci va evidenziato che, qualora l’ispettorato del lavoro dovesse accertare, da verifiche successive, la falsità dei dati e di quanto dichiarato con le autocertificazioni, si profilerebbero due significative conseguenze sanzionatorie che potrebbero mettere a serio rischio la “vita commerciale” tanto dell’impresa quanto del lavoratore autonomo.

La prima di carattere amministrativo, ossia la revoca della patente in caso di dichiarazioni false accertate dall’Ispettorato del Lavoro in fase di controllo.

La seconda di carattere penale. A tal riguardo l’art.76 del DPR 445/2000 prevede al suo secondo comma che “chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico è punito ai sensi del Codice penale e delle leggi speciali in materia.”.

La norma in esame, poi, al suo terzo comma, nel richiamare espressamente gli artt. 46 e 47, stabilisce che le dichiarazioni rese sono da considerarsi considerate come fatte a pubblico ufficiale; per parte della giurisprudenza penale la fattispecie in esame determina il richiamo all’art.853 c.p., rubricato falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, che punisce l’illecito considerato con la reclusione fino a due anni.

Dal combinato disposto della normativa di riferimento, quindi, possiamo trarre la seguente conclusione: i soggetti che dichiarino il falso nelle autocertificazioni necessarie per l’esercizio temporaneo dell’attività di impresa integrano un illecito penale, ove la pena è aggravata dalla circostanza specifica secondo cui le dichiarazioni vengono considerate come rese ad un pubblico ufficiale”.

Domanda

Per specificare meglio cosa potremmo sinteticamente affermare?

Risposta

Qualora l’impresa o il lavoratore autonomo dovesse dichiarare il falso con riguardo alla sussistenza dei presupposti di legge per l’esercizio temporaneo dell’attività cantierizzata incorrerebbe in una duplice sanzione, una di carattere amministrativo (revoca della patente) ed una di segno penale. Le sanzioni cumulativamente considerate, determinerebbero un significativo “stato di crisi commerciale” difficilmente reversibile.

Domanda

A tal proposito quali sono le migliori pratiche da adottare?

Risposta

Si rende necessario adottare tutte le cautele del caso e, quindi, nell’incertezza sul possesso dei requisiti di legge utili al rilascio della patente a punti, rivolgersi a società/professionisti specializzate per il tempestivo adeguamento alle normative di settore come nel caso di Net Srl.

Soprattutto, evitare di trasmettere autocertificazioni mendaci poiché con le stesse si corre il rischio di  cristallizzare il comportamento illecito ,  rendendo certe le sanzioni nel caso di successivi controlli da parte dell’ispettorato del lavoro.

Domanda  

Avvocato può indicarci un po di “Contesto normativo”?

Risposta

Il D.L. n. 19/2024, convertito con la Legge n. 56/2024, nell’incidere sul D.Lgs.n.81/08, per mezzo della modifica del suo art.27, ha introdotto l’istituto della “ Patente a Crediti “che trova applicazione, per espressa previsione, nei confronti di tutte le imprese ed i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili.

La norma primaria ( art.27), poi, in ossequio ai Trattati UE ed al principio di armonizzazione, prescrive che per le imprese ed i lavoratori autonomi stabiliti in uno Stato membro dell’Unione europea diverso dall’Italia o in uno Stato non appartenente all’Unione europea la patente a punti sia sostituita da  un documento equivalente rilasciato dalla competente autorità del Paese d’origine.

Diversamente , nel caso di uno Stato che non appartenente all’Unione europea, occorre un documento equivalente riconosciuto dalla legge italiana.

Il nuovo istituto subordina il rilascio della  “Patente a Crediti” al ricorre dei seguenti requisiti:

  •  iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
  •  adempimento, da parte dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei prestatori di lavoro, degli obblighi formativi previsti dal presente decreto;
  •  possesso del documento unico di regolarità contributiva in corso di validità;
  •  possesso del documento di valutazione dei rischi, nei casi previsti dalla normativa vigente;
  •  possesso della certificazione di regolarità fiscale, di cui all’articolo 17-bis, commi 5 e 6, del decreto legislativo 9 luglio 1997 n. 241, nei casi previsti dalla normativa vigente;
  •  avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nei casi previsti dalla normativa vigente.

Il possesso dei predetti requisiti, deve essere auto certificato, ai sensi degli artt.46 e 47 del DPR 445/2000 (testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa), per il periodo compreso tra lo 01.10.2024 (data di entrata in vigore della riforma) ed il 31.10.2024 (data a partire dalla quale sarà possibile accedere alla procedura telematica finalizzata al rilascio della patente a punti)

Ringraziamo L’avvocato Giuseppe Sorrentino per la sua disponibilità.

 

Avvocato Giuseppe Sorrentino

Equipaggiamento di Sicurezza Essenziali sui luoghi di Lavoro

Equipaggiamento di Sicurezza Essenziali sui luoghi di Lavoro

Equipaggiamenti di Sicurezza Essenziali sul Luogo di Lavoro: Cosa Devi Sapere

Indice

  1. Introduzione alla Sicurezza sul Lavoro
  2. Cosa Dice la Normativa Italiana?
  3. 7 Equipaggiamenti di Protezione Indispensabili
  4. Come Scegliere i Dispositivi Giusti per la Tua Azienda
  5. Manutenzione e Formazione: Due Pilastri Fondamentali
  6. Contatta Net Srl per una Consulenza Personalizzata

Abstract
La sicurezza sul lavoro è un tema cruciale per ogni azienda, garantita da leggi specifiche come il Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008). Questo articolo approfondisce gli equipaggiamenti di protezione essenziali, dai DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) ai sistemi antincendio, spiegando come rispettare la normativa italiana e proteggere i dipendenti. Scopri perché scegliere i dispositivi giusti, mantenerli efficienti e formare il personale sono passaggi obbligatori. Per valutazioni su misura, contatta Net Srl allo 011.8227880 o scrivi a info@netsrl.net.


 

1. Introduzione alla Sicurezza sul Lavoro

In Italia, garantire un ambiente di lavoro sicuro è un obbligo legale e morale così come gli Equipaggiamenti di Sicurezza. Ogni anno, migliaia di infortuni potrebbero essere evitati con l’uso corretto di attrezzature di protezione. Questi dispositivi non solo salvaguardano la salute dei lavoratori, ma migliorano anche la produttività e riducono i costi legati a incidenti.

2. Cosa Dice la Normativa Italiana?

Il D.Lgs. 81/2008 impone ai datori di lavoro di valutare i rischi specifici della propria attività e fornire DPI conformi alle normative UE. I dispositivi devono essere:

  • Adeguati ai rischi presenti.
  • Compatibili tra loro.
  • Sostituiti periodicamente.
    La mancata adesione può comportare sanzioni fino a 6.000€ e la sospensione dell’attività.

3. 7 Equipaggiamenti di Sicurezza Indispensabili

Ecco una lista degli Equipaggiamenti di Sicurezza irrinunciabili in talune condizioni:

  • Caschi di sicurezza: proteggono da urti e cadute (es. in edilizia).
  • Guanti antitaglio e antiscivolo: essenziali per chi maneggia utensili o materiali pericolosi.
  • Mascherine filtranti: obbligatorie in ambienti con polveri, gas o vapori tossici.
  • Calzature antinfortunistiche: con punta rinforzata e suola antiscivolo.
  • Occhiali protettivi: per lavori a rischio schegge o sostanze chimiche.
  • Impianti antincendio: estintori, allarmi e vie di fuga segnalate.
  • Cinture di sicurezza: per lavori in altezza (es. ponteggi).

4. Come Scegliere gli Equipaggiamenti di Sicurezza Giusti

La scelta dipende dal settore e dai rischi specifici. Ad esempio:

  • Un’officina meccanica richiederà guanti resistenti agli olii.
  • Un laboratorio chimico necessita di tute ignifughe e maschere con filtri specifici.
    Net Srl offre consulenze gratuite per identificare le soluzioni ottimali: chiama lo 011.8227880 o visita www.netsrl.net.

5. Manutenzione e Formazione: Due Pilastri Fondamentali

I DPI devono essere controllati regolarmente (es. sostituzione dei filtri nelle mascherine) e i dipendenti formati sul loro utilizzo. Corsi di formazione obbligatori includono:

  • Addestramento pratico all’uso degli equipaggiamenti.
  • Simulazioni di emergenza (es. evacuazione antincendio).

5 Domande Frequenti sulla Sicurezza sul Lavoro

  1. Quali sanzioni si rischiano senza DPI conformi?
    Multe fino a 6.000€ e, in casi gravi, sospensione dell’attività.
  2. I DPI sono a carico del datore di lavoro?
    Sì, è obbligo del datore fornirli gratuitamente e mantenerli efficienti.
  3. Come capire quali dispositivi servono?
    Attraverso una valutazione dei rischi, meglio se affidata a esperti come Net Srl.
  4. Ogni quanto vanno sostituiti i DPI?
    Dipende dall’usura: controllare le indicazioni del produttore e fare ispezioni periodiche.
  5. La formazione è obbligatoria anche per i lavoratori temporanei?
    Sì, tutti i dipendenti, inclusi stagisti e part-time, devono ricevere addestramento.

Gli accessori di sicurezza personale sono dunque molto importanti: per questo in realtà imprenditoriali molto sviluppate come quella della provincia di Torino, stanno crescendo sempre di più richieste di consulenza sulla sicurezza e medicina del lavoro per fare in modo che le realtà lavorative riescano a creare un substrato solido informativo e gestionale per mantenere la sicurezza dei lavoratori nel tempo.

Per Concludere:
Investire negli Equipaggiamenti di Sicurezzanella e nella sicurezza sul lavoro non è solo una questione legale, ma un segno di responsabilità verso il proprio team. Per una consulenza personalizzata o una valutazione dei rischi nella tua azienda, contatta Net Srl allo 011.8227880 o via email a info@netsrl.net. La sicurezza inizia da scelte informate!

 

Link sito INAIL

Stress Lavoro-Correlato: Strategie Efficaci per la Prevenzione

Lo stress da lavoro-correlato è ormai un argomento di grande interesse e particolarmente attuale non nel mondo del lavoro tecnologico, moderno e d’avanguardia: lo stress legato alla sovrastimolazione, alle richieste continue a instancabili e alle aspettative sempre più alte di produttività influisce in maniera negativa e quasi deleteria nei dipendenti.

Inoltre, essere continuamente esposti a questa tipologia di stress ha un impatto più che determinante anche nella produttività finale delle aziende: dunque informarsi su cosa sia lo stress da lavoro-correlato, riconoscerne i sintomi e adottare strategie efficaci per la prevenzione è fondamentale per ogni datore di lavoro che vuole creare un ambiente di lavoro sano e sostenibile e preservare i propri dipendenti per assicurarsi un’attività longeva e produttiva.

Per questo molti datori di lavoro o capi d’azienda preferiscono chiedere consulenza a degli esperti del settore: nel caso di Torino, ad esempio, le richieste di sostegno da parte di esperti per gestire al meglio le questioni che riguardano la sicurezza sul lavoro a Torino per trattare problematiche legate alla valutazione dello stress da lavoro correlato a Torino, sono aumentate sempre di più, denunciando il fatto che ormai si tratta di una questione complessa e sempre più in crescita.

Lo stress lavoro-correlato si verifica prontamente quando le richieste necessarie al luogo di lavoro superano per lungo tempo la portata delle capacità di un individuo di affrontarle in maniera attenta, presente e risolutiva.

Un dipendente potrebbe ritrovarsi a dover organizzare tutto il proprio lavoro cercando di far fronte ad una scadenza imposta non ben calibrata con la mole degli altri compiti che ha da svolgere, e di dover rendere conto anche di tutto il resto.

Questo può capitare soprattutto in quelle situazioni in cui vi è carenza di personale e in cui le aziende pretendono che una sola persona rivesta più ruoli con diverse mansioni, sottoponendola a livelli di stress sempre più alti.

Lo stress da lavoro correlato può causare problemi fisici e psicologici se non viene gestito adeguatamente e per tempo: in questo caso, dunque, vanno attenzionati vari aspetti del proprio lavoro come l’organizzazione, le dinamiche tra colleghi -le quali spesso sono il principale fattore di stress in un contesto di invidia o di competizione- e le aspettative irrealistiche su sé stessi o del datore di lavoro.

I sintomi dello stress da lavoro-correlato e strategie di prevenzione

I sintomi dello stress da lavoro-correlato sono generalmente:

  • mal di testa
  • stanchezza
  • disturbi gastro-intestinali
  • insonnia
  • ansia
  • irritabilità
  • attacchi di panico
  • scarsa concentrazione
  • depressione
  • isolamento
  • apatia
  • assenteismo

Alcun di questi sintomi, soprattutto quelli fisici, potrebbero essere considerati malesseri comuni legati ad altre origini tra sintomi influenzali, periodi particolarmente stancanti e altro; il resto dei segnali invece, che riguardano il malessere psicologico e soprattutto le proprie attitudini e i propri comportamenti e pensieri nel luogo di lavoro, potrebbero essere davvero allarmanti e sono quelli che davvero costringono a intervenire prima che il malessere del dipendente diventi totalmente ingestibile.

La prevenzione in merito alle condizioni causate dallo stress da lavoro-correlato richiede un approccio che coinvolga entrambi i fronti, sia le aziende che i singoli lavoratori: valutare i rischi in tal senso nell’ambiente di lavoro potrebbe essere un primo passo importante; identificare infatti quali potrebbero essere i fattori di stress a cui sono esposti i dipendenti e capire che in modo possano influenzare il loro lavoro potrebbe essere determinante.

Inoltre, è di vitale importanza investire su un ambiente di lavoro positivo e incoraggiare il supporto tra colleghi, favorendo un clima di collaborazione che riduca l’isolamento favorisca anche la possibilità di potersi rivolgere a degli sportelli di consulenza whistleblowing se necessario.

Infine, per rendere il programma di prevenzione davvero efficace, ogni azienda dovrebbe essere in grado di valutare e di stabilire degli obiettivi realistici e raggiungibili a seconda delle inclinazioni del dipendente, al suo modo di lavorare e soprattutto in relazione alla mole di lavoro che deve gestire ogni giorno: la flessibilità lavorativa e l’equilibrio tra vita professionale e personale sono degli ingredienti fondamentali per permettere ad ogni membro del team di vivere le ore lavorative con entusiasmo.

Cosa fare per recuperare una condizione di stress da lavoro-correlato

Sperimentare i sintomi dello stress da lavoro-correlato è spesso disarmante, ma ci sono diverse soluzioni da tenere in considerazione per recuperare il benessere e la propria presenza attiva a lavoro.

Parlare con uno psicologo o con un consulente ed esporre le proprie problematiche potrebbe aiutare non solo ad affrontarle ma anche ad acquisire strategie utili e spendibili nel mondo del lavoro per gestire lo stress e per avere pieno controllo sulle emozioni negative.

Avere una sana routine, poi, è fondamentale per i dipendenti sia che questi lavorino in ufficio, sia che lavorino da casa: praticare esercizio fisico regolare che permetta un libero sfogo delle emozioni è importante tanto quanto stabilire degli orari ben definiti in cui essere reperibili o in cui smettere di lavorare, facendo in modo che ognuno abbia del tempo da dedicare a sé stesso, alle proprie passioni o alla propria famiglia.

Riconoscere i sintomi dello stress da lavoro-correlato e correre ai ripari, dunque, è essenziale per prevenire il burnout definitivo e per ottenere il successo di qualsiasi azienda che conservi un ambiente sano e rispettoso dei dipendenti.

Linee guida generali per preparare un piano di emergenza per il tuo ufficio

Preparare un piano di emergenza efficace per il tuo ufficio è estremamente importante per assicurare protezione e sicurezza ai tuoi dipendenti e per fare in modo che la tua attività continui a funzionare a pieno regime non solo in termini di produttività ma anche dal punto di vista della conformità di legge.

Sebbene sia auspicabile per tutti che non si verifichino in alcuna maniera degli eventi imprevisti, la legge italiana con il decreto legislativo 81/2008 ha stabilito delle regole fondamentali a cui tutte le aziende dono conformarsi per fare in modo che l’ambiente di lavoro risulti sicuri.

Avere un piano per la gestione delle emergenze, stilato appositamente dopo aver valutato le condizioni di rischio in base alle attività dell’azienda o dell’impresa, è il primo passo fondamentale per realizzare un ambiente di lavoro sicuro e sostenibile: per questo in Italia, in città altamente industrializzate, imprenditoriali e aziendali come Torino, esistono realtà di consulenza che si occupano di sicurezza e medicina sul lavoro a Torino alle quali ci si può rivolgere per un sostegno mirato e concreto.

Valutare il rischio: elaborare un piano d’emergenza sicuro

Per preparare un piano di emergenza sicuro è necessario comprendere quali siano, in linea concreta, le tipologie di rischi che potrebbero verificarsi durante le attività all’interno della tua impresa o della tua azienda.

Stilare il documento di valutazioni rischio sul lavoro a Torino si rivela dunque propedeutico, in un secondo momento, ad elaborare un piano di protezione sicure e idoneo ai possibili pericoli.

Oggi vengono considerati vari fattori che potrebbero contribuire a creare un ambiente di lavoro esposto al pericolo: a parte i rischi legati all’imprevedibilità delle calamità naturali, l’utilizzo di sostanze tossiche, di attrezzi pesanti e pericolosi o essere esposti a radiazioni, potrebbe contribuire a rendere fatale l’attività per i dipendenti che non sono adeguatamente equipaggiati per farvi fronte.

Oggi esistono tantissimi software che ti aiutano a stilare dei piani operativi di sicurezza a Torino o per qualsiasi altra città: questi software di guidano nella compilazione in base ad alcune sezioni e a domande specifiche che ti permetteranno di stilare un documento a norma di legge; ovviamente, sarebbe meglio affidarsi ad un professionista del settore in maniera tale da evitare spiacevoli errori.

Dopo aver stilato il piano operativo di sicurezza della tua azienda, avrai avuto modo di elaborare, ad esempio, specifici percorsi di evacuazione in caso di incendio o di terremoto, avrai individuato i punti di raccolta idonei e avrai avuto modo di identificare tutti quei rischi correlati alle attività svolte da ogni singolo individuo che lavora per te.

Per fare in modo che tutto possa filare sempre liscio, assicurati anche di instaurare un’ottima dialettica con le autorità locali, includendo anche gli agenti di polizia o i vigili del fuoco: chiedi anche a questi ultimi un parere strategico che possa favorire un ambiente di protezione idoneo allo svolgimento delle attività lavorative della tua azienda.

Formazione e addestramento per i dipendenti: eseguire il piano d’emergenza

Un piano di emergenza non serve a nulla se rimane solo un documento ben redatto, per questo è essenziale che ogni dipendente venga formato e addestrato opportunamente per eseguirlo in maniera corretta proprio se dovesse verificarsi davvero un’emergenza.

Qui non si parla solo di istituire giornate propedeutiche a migliorare la risposta organizzativa dello staff e l’esecuzione attenta delle procedure di base: le esecuzioni pratiche di protezione devono essere calibrate anche a seconda delle attività singole e rischiose che ogni dipendente deve eseguire.

Per questo un’azienda che si rispetti avrà sempre la necessità di investire nella formazione continua dei dipendenti perché tutti siano in grado di reagire, per quanto possibile, i autonomia o mediante una risposta coordinata strategica e sicura: corsi di primo soccorso o di rianimazione cardiopolmonare fino alla capacità di condurre e di gestire mezzi pesanti, sono essenziali per la corretta formazione dei dipendenti.

Assicurati anche che il tuo ufficio o la tua impresa dispongano delle risorse necessarie per affrontare un’emergenza dai kit di pronto soccorso -compresi i defibrillatori e gli estintori in caso di incendio- agli strumenti di protezione personale che prevengano eventuali infortuni.

Inoltre, ricorda sempre che un piano di emergenza non è mai definitivo e che deve necessariamente essere aggiornato con cadenza regolare: le valutazioni dovrebbero essere annuali o semestrali ed essere sottoposte sempre a revisioni e controlli da parte delle autorità competenti.

Preparare un piano di emergenza per il tuo ufficio è una caparra da investire nella sicurezza e nel benessere dei propri dipendenti ed è anche un obbligo dal punto di vista legale: con un’accurata valutazione dei rischi, la creazione di procedure chiare per ogni attività che viene svolta all’interno del contesto lavorativo, la formazione del personale e l’aggiornamento regolare del documento, potrai contribuire a creare un ambiente di lavoro più sicuro per evitare qualsiasi tipologia di incidente.