Cos’è il supporto sindacale e perché è importante per il lavoro

Il supporto sindacale rappresenta un elemento fondamentale nel mondo lavorativo di oggi, svolgendo un ruolo di primaria importanza nella tutela dei diritti dei lavoratori e nella promozione di condizioni di lavoro sostenibili.

I sindacati, infatti, sono organizzazioni che si formano per rappresentare gli interessi collettivi dei lavoratori, offrendo loro una voce unificata nella contrattazione con i datori di lavoro e con un supporto essenziale legato alla sicurezza sul lavoro.

Questo supporto non solo aiuta a bilanciare il potere tra lavoratori e datori di lavoro, ma contribuisce anche a garantire che i diritti fondamentali di sicurezza siano rispettati e promossi all’interno del luogo in cui i dipendenti saranno parte attiva del contesto.

Inoltre, il supporto sindacale è fondamentale anche in eventuali in situazioni di conflitto tra lavoratori e datori di lavoro: quando sorgono controversie, come licenziamenti ingiustificati o violazioni dei diritti lavorativi compresi quelli legati alla sicurezza sul lavoro.

Questa protezione è particolarmente importante in contesti dove i singoli lavoratori potrebbero sentirsi vulnerabili in virtù delle loro mansioni o incapaci di affrontare da soli le ingiustizie. Si tratta di uno scenario rilevante anche nel mondo del lavoro italiano, soprattutto in un panorama lavorativo dinamico come quello torinese, in cui la medicina e la sicurezza sul lavoro a Torino sono aspetti che vengono continuamente valutati e attenzionati.

L’importanza del supporto sindacale in azienda

La presenza di un sindacato forte e attivo su cui fare affidamento per il mantenimento dell’equilibrio all’interno delle relazioni aziendali è di estrema rilevanza.

Senza un’organizzazione sindacale efficace, i lavoratori rischiano di trovarsi in una posizione svantaggiata rispetto ai datori di lavoro, che possono esercitare pressioni senza alcun contrappeso: un fattore da attenzionare, soprattutto quando i lavoratori hanno a che fare con l’utilizzo di mezzi pesanti pericolosi, sostanze tossiche, o se devono lavorare in cantiere in un contesto di sicurezza precaria.

Il supporto sindacale legato alla sicurezza sul lavoro offre quindi una protezione contro pratiche discriminatorie o abusive, garantendo che tutti i lavoratori abbiano accesso a diritti fondamentali come la libertà di associazione, il diritto allo sciopero e il diritto a lavorare in condizioni di sicurezza.

La libertà sindacale, tra l’altro, è un diritto fondamentale riconosciuto a livello internazionale e nazionale perché si rivela essenziale per la protezione dei diritti dei lavoratori.

Questo diritto non solo garantisce ai lavoratori di esprimere le proprie opinioni e di rivendicare i propri diritti in modo collettivo, ma rappresenta anche una forma di autodeterminazione e di empowerment per i lavoratori stessi, mettendoli in primo piano.

Supporto sindacale e libertà sindacali dei lavoratori

La libertà sindacale va protetta nell’interesse dei lavoratori per permettere loro di partecipare attivamente alla definizione delle condizioni di lavoro e alle politiche aziendali che li riguardano in prima persona.

In assenza di questa libertà, i lavoratori possono sentirsi isolati e vulnerabili, incapaci di far valere i propri diritti o di opporsi a pratiche ingiuste anche all’interno del luogo del lavoro e tra i colleghi -si pensi alle numerose consulenze whistleblowing a Torino– che vengono richieste ogni anno.

La libertà sindacale, quindi, non è solo una questione di diritti individuali; è anche un mezzo per promuovere la giustizia sociale e l’uguaglianza all’interno della società lavorativa in tutti i suoi campi d’interesse: essa permette ai lavoratori di unirsi per affrontare questioni comuni come salari equi, orari di lavoro ragionevoli e condizioni di lavoro sicure.

Inoltre, la libertà sindacale e il supporto sindacale camminano di pari passo nel miglioramento delle relazioni aziendali: quando i datori di lavoro riconoscono e rispettano il diritto dei lavoratori di chiedere maggiori diritti, si crea un clima di fiducia e collaborazione che può portare a negoziazioni più efficaci e a soluzioni condivise.

Questo approccio collaborativo non solo beneficia i lavoratori ma può anche tradursi in una maggiore produttività e soddisfazione sul posto di lavoro: le aziende che capiscono il valore della libertà sindacale tendono a godere di una reputazione migliore e possono attrarre talenti più facilmente.

La promozione della libertà sindacale non è solo una responsabilità dei governi e delle istituzioni; è un compito che coinvolge tutti i dirigenti di un’azienda e i suoi dipendenti, poiché una forza lavoro protetta e rispettata è fondamentale per il progresso sociale ed economico della nostra società.

In sintesi, attraverso la contrattazione collettiva, l’assistenza legale e la promozione della giustizia sociale, i sindacati svolgono un ruolo di estrema rilevanza attuale nel bilanciare il potere tra lavoratori e datori di lavoro.

Del resto, la libertà sindacale è essenziale per consentire ai lavoratori di unirsi e di difendere i propri diritti in modo efficace, soprattutto quando è anche la loro sicurezza ad essere interessata e a risentire di condizioni di lavoro precaria: pertanto, il sostegno alle organizzazioni sindacali e dei consulenti del lavoro non solo beneficia i singoli lavoratori ma contribuisce anche a costruire una società più equa e giusta nel suo complesso.

Emissioni in atmosfera: cosa può fare un’azienda per ridurle

La riduzione delle emissioni negative in atmosfera, in particolare di gas serra come la CO2, è diventata una priorità fondamentale per le aziende di tutto il mondo e anche in Italia.

Le conseguenze più allarmanti riguardano senza dubbio i cambiamenti climatici, tra cui l’innalzamento delle temperature a livello globale, eventi meteorologici sempre più estremi e la perdita di biodiversità e l’estinzione di razze animali, hanno spinto governi, organizzazioni non governative e cittadini a richiedere azioni concrete per affrontare questa crisi.

In questo contesto, le aziende in Italia, e questo unagenzia di sicurezza e medicina del lavoro a Torino lo sa bene- non possono più ignorare il loro impatto ambientale e sono chiamate a svolgere un ruolo attivo nella transizione verso un’economia sostenibile rispettando le leggi vigenti e in continuo aggiornamento.

Infatti, non a caso, la sempre più vivida consapevolezza dei cambiamenti climatici e l’adozione di normative più severe hanno spinto le organizzazioni a implementare strategie efficaci per minimizzare il loro impatto ambientale, migliorando così la pulizia aziendale e l’impatto delle attività nel lungo termine, per preservare ambiente e società.

Per fortuna, nel panorama odierno, molte aziende di distinto rigore stanno anche scegliendo di andare oltre i requisiti normativi per dimostrare il proprio impegno verso la sostenibilità migliorando la loro reputazione aziendale e riducendo i costi operativi attraverso l’efficienza energetica, l’utilizzo di energie rinnovabili e l’innovazione nei processi produttivi.

Comprendere l’entità delle emissioni e le strategie aziendali per ridurle

Nel percorso per adottare strategie di riduzione delle emissioni in atmosfera a Torino, ad esempio, il compito primario di un’azienda è quello di misurare il proprio livello attuale di emissioni.

Si tratta di un processo analitico che mira a quantificare la portata delle emissioni di gas serra attraverso strumenti idonei di rilevazione, che suddivide le emissioni in tre categorie:

  • 1) Emissioni dirette derivanti dalle attività aziendali (es. combustione di combustibili).
  • 2) Emissioni indirette legate all’uso di energia (es. elettricità).
  • 3) Altre emissioni lungo la catena di fornitura e distribuzione (es. trasporti, gestione dei rifiuti).

La misurazione accurata delle emissioni consente alle aziende di identificare i punti critici e definire un piano di carbon management.

A questo punto un’azienda può partire con un piano d’azione mirato in base ai dati specifici.

Uno dei primi aspetti su cui puntare, è sicuramente quello dell’efficienza energetica, adottando tecnologie a basso consumo energetico; inoltre anche il passaggio a fonti energetiche rinnovabili può essere utile in uno scenario di cambiamento: le aziende possono investire nell’installazione di pannelli fotovoltaici o scegliere di acquistare energia da fornitori che utilizzano fonti energetiche come il solare e l’eolico.

Condurre audit e analisi energetiche con periodicità regolare, inoltre, permetterà all’azienda di identificare aree di inefficienza e opportunità di miglioramento, fornendo così una base solida per sviluppare piani d’azione mirati e che abbiano scadenza nel lungo termine.

Infine, è essenziale ottenere le certificazioni ambientali necessarie, come la ISO 14001 o la ISO 50001 offre alle aziende una copertura e una credibilità formale per monitorare e migliorare continuamente le proprie performance ambientali.

Coinvolgimento dei dipendenti per ridurre le emissioni aziendali

Il coinvolgimento attivo dei dipendenti è essenziale per il successo delle iniziative ambientali di un’azienda e per le emissioni in atmosfera: si parla essenzialmente di creare una cultura aziendale in cui ogni membro del team si senta parte integrante del processo di sostenibilità.

Per raggiungere questo obiettivo, le aziende possono avviare programmi di formazione e sensibilizzazione che illustrano l’importanza delle pratiche ecologiche e come ognuno possa contribuire a ridurre l’impatto ambientale.

Un altro aspetto importante è la creazione di team dedicati alla sostenibilità: questi gruppi possono essere composti da dipendenti provenienti da diverse aree aziendali e hanno il compito di proporre idee innovative e soluzioni pratiche per migliorare le performance ambientali.

La diversità delle competenze all’interno di questi team può portare a nuove prospettive e approcci creativi per affrontare le sfide legate alla sostenibilità; inoltre, coinvolgere i dipendenti nella pianificazione e nell’implementazione delle strategie ambientali li rende più responsabili e impegnati nel raggiungimento degli obiettivi aziendali che diventano anche obiettivi comuni e condivisibili, così da creare l’iterazione e la solidarietà all’interno del gruppo di lavoro.

In aggiunta, è fondamentale mantenere una comunicazione aperta e trasparente riguardo ai progressi dell’azienda nella riduzione delle emissioni e nelle altre iniziative sostenibili: condividere successi, sfide e obiettivi futuri non solo informa i dipendenti, ma li incoraggia anche a contribuire attivamente al processo.

Infine, è possibile richiedere a degli esperti del settore una consulenza ambientale e rifiuti Torino per fare in modo che anche gli scarti derivati dalle attività lavorative vengano riciclati o smaltiti correttamente.

La riduzione delle emissioni in atmosfera è una sfida complessa ma necessaria per le aziende moderne: attraverso un approccio strategico che combina misurazione tecnica, efficienza energetica, utilizzo di fonti rinnovabili e coinvolgimento dei dipendenti, le organizzazioni possono non solo contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico ma anche migliorare la propria competitività sul mercato; l’impegno verso pratiche sostenibili non è solo un obbligo morale ma rappresenta anche un’opportunità economica significativa nel contesto lavorativo attuale.

Perché sottoporre i dipendenti a esami audiometrici periodici in luoghi di lavoro rumorosi

Perché sottoporre i dipendenti a esami audiometrici periodici in luoghi di lavoro rumorosi

In molti posti di lavoro, l’eccessiva esposizione al rumore potrebbe avere un impatto estremamente debilitante e irreversibile nella salute dei dipendenti: per questo si rivela assolutamente necessario sottoporre ogni lavoratore a degli esami audiometrici regolari.

Farlo significa che ogni lavoratore avrà la garanzia non solo di proteggere ma anche di monitorare la funzionalità del proprio udito, il quale viene messo quotidianamente a dura prova: per evitare danni permanenti come acufeni, ipoacusia o sordità è necessario non solo sottoporsi a esami specifici condotti da medici specializzati e ben preparati, ma anche abituarsi all’uso di strumenti di protezione personale che garantiscano la protezione totale dell’udito attutendo i rumori forti.

L’esame audiometrico è un test che mira a valutare le capacità uditiva di un soggetto. Il test è svolto da otorinolaringoiatri convenzionati con agenzie di sorveglianza sanitaria sul territorio torinese o tecnici audiometristi.

Durante l’esame il soggetto indossa specifici apparecchi attraverso i quali vengono trasmessi input sonori di diverse frequenze. Il soggetto segnala all’operatore le frequenze che sente e in base a questo si ottiene una valutazione della capacità di percepire i suoni e una panoramica dello stato di salute dell’udito del soggetto.

Esami audiometrici nei luoghi di lavoro rumorosi: ricordiamo i rischi correlati

L’esposizione prolungata a rumori molto forti e improvvisi provoca per certo danni all’udito che se non monitorati adeguatamente possono aggravarsi e diventare totalmente irreversibili.

Come abbiamo fatto presente nel paragrafo precedente, i deficit provocati da ipoacusia, acufeni o sordità, possono non solo ledere la salute dei dipendenti ma potrebbero anche renderli non più idonei in breve tempo a continuare a svolgere il proprio lavoro.

Per questo tutte le realtà imprenditoriali torinesi che gestiscono attività di cantiere, di fabbrica, di miniera, o nel campo musicale, dove i rumori e il livello di esposizione sonora superano di molto i decibel consentiti, preferiscono rivolgersi ad una delle agenzie che si occupano di sicurezza del lavoro sul territorio per gestire un programma di controllo periodico dei dipendenti con esami audiometrici regolari che possano segnalare per tempo la presenza di eventuali danni o che permettano di monitorare in maniera concreta la salute uditiva a tutela dei lavoratori.

Dunque, nel caso in cui un dipendente dovesse accusare improvvisamente segnali di perdita uditiva, tra cui si annoverano:

  • non sentire eventuali rumori
  • non sentire segnali d’allerta
  • non sentire parole e frasi
  • non sentire i colleghi
  • stati confusionari

È imperativo adottare fin da subito delle misure di risposta che possano aiutare l’individuo, le quali potrebbero includere un periodo di riposo, la modifica dell’esposizione al rumore, o l’utilizzo più attento degli apparecchi di protezione dell’udito.

Gli strumenti di protezione personale per la tutela efficace dell’udito

Per proteggere l’udito, adottare misure preventive è l’unica arma difensiva che permette ai lavoratori di tutelarsi e alle aziende di agire secondo le norme e le disposizioni di legge in merito al tema.

Esistono infatti, strumenti di protezione personale capaci di ridurre gli effetti negativi dell’esposizione al rumore e di salvaguardare i lavoratori nonostante la costanza del loro lavoro.

Prime fra tutti, le cuffie anti-rumore e isolanti, che riducono i livelli di rumore percepiti, ovattando il sistema uditivo in presenza di forti rumori costanti e intensi, soprattutto quando si lavora presso fabbriche e cantieri.

Non possono mancare poi i tappi per le orecchie: un’opzione più comoda, pratica e meno ingombrante rispetto alle cuffie, nonostante siano anche meno efficaci da punto di vista dell’isolamento totale: vengono utilizzati infatti per proteggere l’udito in occasioni di lavoro temporanee o non continuative.

Ogni lavoratore che opera in questi contesti, comunque, dovrebbe essere sempre opportunamente formato circa le procedure di utilizzo corretto di questi dispositivi ed è compito di ogni datore di lavoro o dei preposti controllare sempre che questi ultimi siano perfettamente integri e in ottime condizioni per proteggerli efficacemente prima che inizi ogni sessione di lavoro.

Creare dunque una cultura della sicurezza e sottoporre ogni dipendente ad esami audiometrici ben precisi significa tutelare attentamente la salute di chi lavora in ambienti rumorosi; infine l’uso di strumenti di protezione personale è obbligatorio per ridurre il rischio di danni all’udito.

Investire nella salute uditiva dei dipendenti non solo protegge il loro benessere, ma contribuisce anche a creare un ambiente di lavoro più sicuro per evitare che questi ultimi possano segnalare gravi deficit causati dalla lunga esposizione ad un ambiente di lavoro potenzialmente rischioso: agire nella prevenzione, di fatto, è sempre la strategia migliore quando si tratta di salute e sicurezza sul lavoro.

Patente a Crediti – Intervista all’Avv. Giuseppe Sorrentino

Patente a Crediti – Intervista all’Avv. Giuseppe Sorrentino

 

Quali rischi corre chi dichiara il possesso di requisiti che non corrispondono alla verità?

 

Autocertificazione del Possesso dei Requisiti Patente a Crediti : Cosa succede, se un’impresa o un lavoratore autonomo, per mantenere l’operatività di cantiere, dichiara il falso, ossia fa dichiarazioni mendaci attestando il possesso di requisiti che in realtà non ha, nelle autocertificazioni destinate all’Ispettorato del Lavoro?

Intervistiamo l’Avvocato Giuseppe Sorrentino titolare dello Studio Legale Sorrentino Legal esperto in Diritto e Patrocinante in Cassazione sugli aspetti penali ed amministrativi legati a false dichiarazioni o mendaci nella autocertificazione per l’ottenimento della Patente a Crediti.

Domanda

Considerando che l’adempimento fondamentale per la continuità di esercizio “dell’attività di cantiere” dallo 01.10.2024 al 31.10.24 è la presentazione delle dichiarazioni autocertificanti quale sono i rischi al riguardo?

Risposta  

L’autocertificazione rappresenta a tutti gli effetti di legge una misura transitoria che non abilita al rilascio della Patente a punti, bensì consente solo l’operatività temporanea (per i cantieri di lavoro in attività) dalla data di entrata in vigore della nuova normativa ( 01.10.2024) fino alla data del 31 ottobre c.a.

A tal proposito il Decreto del Ministero del Lavoro del 18 settembre 2024, n. 132 suddivide espressamente le autocertificazioni in due categorie.

La prima, da ricondurre sotto il governo dall’art. 46 del DPR 445/2000 (Dichiarazioni sostitutive di certificazioni), che riguardo le autocertificazioni con oggetto (i) l’iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, (ii) il possesso del documento unico di regolarità contributiva in corso di validità ed (iii) il possesso della certificazione di regolarità fiscale,

La seconda, riconducibile al perimetro normativo delineato dall’art. 47 del DPR 445/2000 (Dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà), che riguardo le autocertificazioni con oggetto (iv) l’l’adempimento degli obblighi formativi previsti dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81, (v) il possesso del documento di valutazione dei rischi e (vi) l’avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione.

Domanda

Cosa succede, però, se un’impresa o un lavoratore autonomo, per mantenere l’operatività di cantiere, dichiara il falso, ossia attesta il possesso di requisiti che in realtà non ha,  nelle autocertificazioni destinate  all’ Ispettorato del Lavoro?

Risposta

Sotto il profilo delle conseguenze da dichiarazioni mendaci va evidenziato che, qualora l’ispettorato del lavoro dovesse accertare, da verifiche successive, la falsità dei dati e di quanto dichiarato con le autocertificazioni, si profilerebbero due significative conseguenze sanzionatorie che potrebbero mettere a serio rischio la “vita commerciale” tanto dell’impresa quanto del lavoratore autonomo.

La prima di carattere amministrativo, ossia la revoca della patente in caso di dichiarazioni false accertate dall’Ispettorato del Lavoro in fase di controllo.

La seconda di carattere penale. A tal riguardo l’art.76 del DPR 445/2000 prevede al suo secondo comma che “chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico è punito ai sensi del Codice penale e delle leggi speciali in materia.”; la norma in esame, poi, al suo terzo comma, nel richiamare espressamente gli artt. 46 e 47, stabilisce che le dichiarazioni rese sono da considerarsi considerate come fatte a pubblico ufficiale; per parte della giurisprudenza penale la fattispecie in esame determina il richiamo all’art.853 c.p., rubricato falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, che punisce l’illecito considerato con la reclusione fino a due anni.

Dal combinato disposto della normativa di riferimento, quindi, possiamo trarre la seguente conclusione: i soggetti che dichiarino il falso nelle autocertificazioni necessarie per l’esercizio temporaneo dell’attività di impresa integrano un illecito penale, ove la pena è aggravata dalla circostanza specifica secondo cui le dichiarazioni vengono considerate come rese ad un pubblico ufficiale”.

Domanda

Per specificare meglio cosa potremmo sinteticamente affermare?

Risposta

Qualora l’impresa o il lavoratore autonomo dovesse dichiarare il falso con riguardo alla sussistenza dei presupposti di legge per l’esercizio temporaneo dell’attività cantierizzata incorrerebbe in una duplice sanzione, una di carattere amministrativo (revoca della patente) ed una di segno penale. Le sanzioni cumulativamente considerate, determinerebbero un significativo “stato di crisi commerciale” difficilmente reversibile.

Domanda

A tal proposito quali sono le migliori pratiche da adottare?

Risposta

Si rende necessario adottare tutte le cautele del caso e, quindi, nell’incertezza sul possesso dei requisiti di legge utili al rilascio della patente a punti, rivolgersi a società/professionisti specializzate per il tempestivo adeguamento alle normative di settore  come Net Srl e soprattutto, evitare di trasmettere autocertificazioni mendaci poiché con le stesse si corre il rischio di  cristallizzare il comportamento illecito ,  rendendo certe le sanzioni nel caso di successivi controlli da parte dell’ispettorato del lavoro.

Domanda  

Avvocato può indicarci un po di “Contesto normativo”?

Risposta

Il D.L. n. 19/2024, convertito con la Legge n. 56/2024, nell’incidere sul D.Lgs.n.81/08, per mezzo della modifica del suo art.27, ha introdotto l’istituto della “ Patente a Crediti “che trova applicazione, per espressa previsione, nei confronti di tutte le imprese ed i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili.

La norma primaria ( art.27), poi, in ossequio ai Trattati UE ed al principio di armonizzazione, prescrive  che per le imprese ed i lavoratori autonomi stabiliti in uno Stato membro dell’Unione europea diverso dall’Italia o in uno Stato non appartenente all’Unione europea la patente a punti sia sostituita da  un documento equivalente rilasciato dalla competente autorità del Paese d’origine; diversamente , nel caso di Stato non appartenente all’Unione europea, occorre un documento equivalente riconosciuto dalla legge italiana.

Il nuovo istituto subordina il rilascio della  “Patente a Crediti” al ricorre dei seguenti requisiti:

  •  iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura;
  •  adempimento, da parte dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei prestatori di lavoro, degli obblighi formativi previsti dal presente decreto;
  •  possesso del documento unico di regolarità contributiva in corso di validità;
  •  possesso del documento di valutazione dei rischi, nei casi previsti dalla normativa vigente;
  •  possesso della certificazione di regolarità fiscale, di cui all’articolo 17-bis, commi 5 e 6, del decreto legislativo 9 luglio 1997 n. 241, nei casi previsti dalla normativa vigente;
  •  avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nei casi previsti dalla normativa vigente.

Il possesso dei predetti requisiti, deve essere autocertificato, ai sensi artt.46 e 47 del DPR 445/2000 (testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa), per il periodo compreso tra lo 01.10.2024 (data di entrata in vigore della riforma) ed il 31.10.2024 (data a partire dalla quale sarà possibile accedere alla procedura telematica finalizzata al rilascio della patente a punti)

Ringraziamo L’avvocato Giuseppe Sorrentino per la sua disponibilità.

 

Avvocato Giuseppe Sorrentino

Equipaggiamenti di Sicurezza Essenziali per Ogni Tipo di Lavoro

La sicurezza sul posto di lavoro richiede l’elaborazione di protocolli in qualsiasi contesto professionale per evitare inconvenienti per la salute dei dipendenti o potenzialmente mortali.

Gli accessori di sicurezza personale sono dispositivi ad alta resistenza progettati ad hoc per proteggere i lavoratori in tutte le parti del corpo sensibili e maggiormente esposte al rischio per evitare che questi ultimi siano vittime di infortuni o di malattie legate all’attività lavorativa -si pensi, ad esempio, a chi lavora in condizioni di inquinamento acustico o a chi ha a che fare con sostanze radioattive o tossiche-.

Questi accessori puntano ad assicurare ai dipendenti estrema sicurezza e permettono dunque di investire anche su un ambiente di lavoro migliore: ogni membro di un eventuale progetto lavorativo, infatti, avrebbe così la grande serenità di poter lavorare in un ambiente che investe risorse e attenzioni per la protezione quando la sua vita viene messa a rischio.

Gli accessori di sicurezza personale sono dunque molto importanti: per questo in realtà imprenditoriali molto sviluppate come quella torinese, stanno crescendo sempre di più richieste di consulenza sulla sicurezza e medicina del lavoro a Torino per fare in modo che le realtà lavorative non solo si conformino ai parametri di sicurezza aziendale e imprenditoriale imposte dalla legge, ma che riescano a creare un substrato solido informativo e gestionale per mantenere la sicurezza dei lavoratori nel tempo.

L’importanza degli accessori di sicurezza personale

Molti dipendenti che lavorano nel campo edilizio, in cantiere, sono circondati da macchinari pesanti e sono soggetti a molteplici rischi: per questo un’impresa che lavora in questo settore è obbligatoriamente tenuta a far fronte alle esigenze di protezione dei dipendenti, in quanto si tratta di uno dei contesti in cui il rischio di incidenti fatali potrebbe essere molto alto.

In un contesto del genere, infatti, gli accessori o i dispositivi di sicurezza personale diventano indispensabili e stilare un documento di valutazione di rischio a Torino prima di procedere con i lavori è obbligatorio.

Ovviamente, non esiste solo il contesto edile: ogni settore, non a caso, ha le sue specificità e i suoi rischi, per questo i dispositivi di sicurezza possono variare a seconda delle attività svolte; eppure tra gli accessori più comuni si annoverano:

  • caschi
  • scarpe antinfortunistiche e
  • imbracature di sicurezza
  • guanti
  • visiere
  • cuffie isolanti
  • giubbotti catarifrangenti
  • mascherine

I dispositivi di sicurezza personale e la formazione sui comportamenti utili da tenere sono determinanti per prevenire l’insorgenza di malattie e di incidenti; cosa che potrebbe rivelarsi anche utile per le aziende che puntano a investire per minimizzare i costi che potrebbero derivare da indennità di malattia, risarcimenti e controversie legali.

Le aziende che dimostrano un impegno serio per la sicurezza dei propri dipendenti inoltre si assicurano un posto di rilevanza dal punto di vista reputazionale nel mondo del mercato, ed è anche più in vista: questo significa che avrà anche maggiori possibilità di acquisire clienti e di ottenere preziosi partner commerciali e investitori per progetti particolarmente promettenti.

Tipologie di accessori personali essenziali per la sicurezza e le loro funzioni nel dettaglio

I dispositivi di sicurezza, come esposto nel paragrafo precedente, devono variare nel loro uso e nella loro adozione a seconda del settore e del contesto lavorativo, nonché dei rischi specifici opportunamente valutati nei piani generali di sicurezza a Torino.

Facciamo però più nello specifico una panoramica approfondita delle funzioni di tutti quegli accessori che devono essere presenti sul luogo di lavoro non solo per comprenderne l’importanza ma anche per sensibilizzare i lettori.

I caschi di sicurezza, sono essenziali poiché tutelano la testa dei dipendenti da eventuali oggetti che cadono, che schizzano o che potrebbero ledere in maniera pericolosa il capo dei lavoratori soprattutto in sede di cantiere o di altri settori che prevedono la lavorazione di materiali pesanti.

Anche gli occhiali protettivi e le visiere, sono fondamentali per proteggere gli occhi dei dipendenti da microparticelle dannose, polvere, schegge, radiazioni chimiche e molto altro: per questo vengono caldamente consigliate a chi utilizza strumenti elettrici di taglio come motoseghe o a chi lavora in ambienti particolari; di pari passo con le visiere, i guanti negli stessi contesti proteggono le mani e la pelle dalle abrasioni delle sostanze chimiche e dai tagli a seconda della loro resistenza.

Le scarpe antinfortunistiche con strutture forti e salde e con suole antiscivolo sono gli strumenti di protezione personale migliori per proteggere i piedi dei lavoratori da oggetti pesanti e da pavimentazioni che potrebbero favorire delle cadute accidentali.

Infine, imbracature di sicurezza, maschere e respiratori, non possono mancare in un ambiente lavorativo in cui si lavora in sospensione o in cui vengono respirate continuamente particelle tossiche e polveri: si tratta di contesti più industriali in cui si lavora il carbone e chimici in cui in genere si è esposti maggiormente a sostanze di tipo tossico o a fumi.

Stress Lavoro-Correlato: Strategie Efficaci per la Prevenzione

Lo stress da lavoro-correlato è ormai un argomento di grande interesse e particolarmente attuale non nel mondo del lavoro tecnologico, moderno e d’avanguardia: lo stress legato alla sovrastimolazione, alle richieste continue a instancabili e alle aspettative sempre più alte di produttività influisce in maniera negativa e quasi deleteria nei dipendenti.

Inoltre, essere continuamente esposti a questa tipologia di stress ha un impatto più che determinante anche nella produttività finale delle aziende: dunque informarsi su cosa sia lo stress da lavoro-correlato, riconoscerne i sintomi e adottare strategie efficaci per la prevenzione è fondamentale per ogni datore di lavoro che vuole creare un ambiente di lavoro sano e sostenibile e preservare i propri dipendenti per assicurarsi un’attività longeva e produttiva.

Per questo molti datori di lavoro o capi d’azienda preferiscono chiedere consulenza a degli esperti del settore: nel caso di Torino, ad esempio, le richieste di sostegno da parte di esperti per gestire al meglio le questioni che riguardano la sicurezza sul lavoro a Torino per trattare problematiche legate alla valutazione dello stress da lavoro correlato a Torino, sono aumentate sempre di più, denunciando il fatto che ormai si tratta di una questione complessa e sempre più in crescita.

Lo stress lavoro-correlato si verifica prontamente quando le richieste necessarie al luogo di lavoro superano per lungo tempo la portata delle capacità di un individuo di affrontarle in maniera attenta, presente e risolutiva.

Un dipendente potrebbe ritrovarsi a dover organizzare tutto il proprio lavoro cercando di far fronte ad una scadenza imposta non ben calibrata con la mole degli altri compiti che ha da svolgere, e di dover rendere conto anche di tutto il resto.

Questo può capitare soprattutto in quelle situazioni in cui vi è carenza di personale e in cui le aziende pretendono che una sola persona rivesta più ruoli con diverse mansioni, sottoponendola a livelli di stress sempre più alti.

Lo stress da lavoro correlato può causare problemi fisici e psicologici se non viene gestito adeguatamente e per tempo: in questo caso, dunque, vanno attenzionati vari aspetti del proprio lavoro come l’organizzazione, le dinamiche tra colleghi -le quali spesso sono il principale fattore di stress in un contesto di invidia o di competizione- e le aspettative irrealistiche su sé stessi o del datore di lavoro.

I sintomi dello stress da lavoro-correlato e strategie di prevenzione

I sintomi dello stress da lavoro-correlato sono generalmente:

  • mal di testa
  • stanchezza
  • disturbi gastro-intestinali
  • insonnia
  • ansia
  • irritabilità
  • attacchi di panico
  • scarsa concentrazione
  • depressione
  • isolamento
  • apatia
  • assenteismo

Alcun di questi sintomi, soprattutto quelli fisici, potrebbero essere considerati malesseri comuni legati ad altre origini tra sintomi influenzali, periodi particolarmente stancanti e altro; il resto dei segnali invece, che riguardano il malessere psicologico e soprattutto le proprie attitudini e i propri comportamenti e pensieri nel luogo di lavoro, potrebbero essere davvero allarmanti e sono quelli che davvero costringono a intervenire prima che il malessere del dipendente diventi totalmente ingestibile.

La prevenzione in merito alle condizioni causate dallo stress da lavoro-correlato richiede un approccio che coinvolga entrambi i fronti, sia le aziende che i singoli lavoratori: valutare i rischi in tal senso nell’ambiente di lavoro potrebbe essere un primo passo importante; identificare infatti quali potrebbero essere i fattori di stress a cui sono esposti i dipendenti e capire che in modo possano influenzare il loro lavoro potrebbe essere determinante.

Inoltre, è di vitale importanza investire su un ambiente di lavoro positivo e incoraggiare il supporto tra colleghi, favorendo un clima di collaborazione che riduca l’isolamento favorisca anche la possibilità di potersi rivolgere a degli sportelli di consulenza whistleblowing se necessario.

Infine, per rendere il programma di prevenzione davvero efficace, ogni azienda dovrebbe essere in grado di valutare e di stabilire degli obiettivi realistici e raggiungibili a seconda delle inclinazioni del dipendente, al suo modo di lavorare e soprattutto in relazione alla mole di lavoro che deve gestire ogni giorno: la flessibilità lavorativa e l’equilibrio tra vita professionale e personale sono degli ingredienti fondamentali per permettere ad ogni membro del team di vivere le ore lavorative con entusiasmo.

Cosa fare per recuperare una condizione di stress da lavoro-correlato

Sperimentare i sintomi dello stress da lavoro-correlato è spesso disarmante, ma ci sono diverse soluzioni da tenere in considerazione per recuperare il benessere e la propria presenza attiva a lavoro.

Parlare con uno psicologo o con un consulente ed esporre le proprie problematiche potrebbe aiutare non solo ad affrontarle ma anche ad acquisire strategie utili e spendibili nel mondo del lavoro per gestire lo stress e per avere pieno controllo sulle emozioni negative.

Avere una sana routine, poi, è fondamentale per i dipendenti sia che questi lavorino in ufficio, sia che lavorino da casa: praticare esercizio fisico regolare che permetta un libero sfogo delle emozioni è importante tanto quanto stabilire degli orari ben definiti in cui essere reperibili o in cui smettere di lavorare, facendo in modo che ognuno abbia del tempo da dedicare a sé stesso, alle proprie passioni o alla propria famiglia.

Riconoscere i sintomi dello stress da lavoro-correlato e correre ai ripari, dunque, è essenziale per prevenire il burnout definitivo e per ottenere il successo di qualsiasi azienda che conservi un ambiente sano e rispettoso dei dipendenti.

Linee guida generali per preparare un piano di emergenza per il tuo ufficio

Preparare un piano di emergenza efficace per il tuo ufficio è estremamente importante per assicurare protezione e sicurezza ai tuoi dipendenti e per fare in modo che la tua attività continui a funzionare a pieno regime non solo in termini di produttività ma anche dal punto di vista della conformità di legge.

Sebbene sia auspicabile per tutti che non si verifichino in alcuna maniera degli eventi imprevisti, la legge italiana con il decreto legislativo 81/2008 ha stabilito delle regole fondamentali a cui tutte le aziende dono conformarsi per fare in modo che l’ambiente di lavoro risulti sicuri.

Avere un piano per la gestione delle emergenze, stilato appositamente dopo aver valutato le condizioni di rischio in base alle attività dell’azienda o dell’impresa, è il primo passo fondamentale per realizzare un ambiente di lavoro sicuro e sostenibile: per questo in Italia, in città altamente industrializzate, imprenditoriali e aziendali come Torino, esistono realtà di consulenza che si occupano di sicurezza e medicina sul lavoro a Torino alle quali ci si può rivolgere per un sostegno mirato e concreto.

Valutare il rischio: elaborare un piano d’emergenza sicuro

Per preparare un piano di emergenza sicuro è necessario comprendere quali siano, in linea concreta, le tipologie di rischi che potrebbero verificarsi durante le attività all’interno della tua impresa o della tua azienda.

Stilare il documento di valutazioni rischio sul lavoro a Torino si rivela dunque propedeutico, in un secondo momento, ad elaborare un piano di protezione sicure e idoneo ai possibili pericoli.

Oggi vengono considerati vari fattori che potrebbero contribuire a creare un ambiente di lavoro esposto al pericolo: a parte i rischi legati all’imprevedibilità delle calamità naturali, l’utilizzo di sostanze tossiche, di attrezzi pesanti e pericolosi o essere esposti a radiazioni, potrebbe contribuire a rendere fatale l’attività per i dipendenti che non sono adeguatamente equipaggiati per farvi fronte.

Oggi esistono tantissimi software che ti aiutano a stilare dei piani operativi di sicurezza a Torino o per qualsiasi altra città: questi software di guidano nella compilazione in base ad alcune sezioni e a domande specifiche che ti permetteranno di stilare un documento a norma di legge; ovviamente, sarebbe meglio affidarsi ad un professionista del settore in maniera tale da evitare spiacevoli errori.

Dopo aver stilato il piano operativo di sicurezza della tua azienda, avrai avuto modo di elaborare, ad esempio, specifici percorsi di evacuazione in caso di incendio o di terremoto, avrai individuato i punti di raccolta idonei e avrai avuto modo di identificare tutti quei rischi correlati alle attività svolte da ogni singolo individuo che lavora per te.

Per fare in modo che tutto possa filare sempre liscio, assicurati anche di instaurare un’ottima dialettica con le autorità locali, includendo anche gli agenti di polizia o i vigili del fuoco: chiedi anche a questi ultimi un parere strategico che possa favorire un ambiente di protezione idoneo allo svolgimento delle attività lavorative della tua azienda.

Formazione e addestramento per i dipendenti: eseguire il piano d’emergenza

Un piano di emergenza non serve a nulla se rimane solo un documento ben redatto, per questo è essenziale che ogni dipendente venga formato e addestrato opportunamente per eseguirlo in maniera corretta proprio se dovesse verificarsi davvero un’emergenza.

Qui non si parla solo di istituire giornate propedeutiche a migliorare la risposta organizzativa dello staff e l’esecuzione attenta delle procedure di base: le esecuzioni pratiche di protezione devono essere calibrate anche a seconda delle attività singole e rischiose che ogni dipendente deve eseguire.

Per questo un’azienda che si rispetti avrà sempre la necessità di investire nella formazione continua dei dipendenti perché tutti siano in grado di reagire, per quanto possibile, i autonomia o mediante una risposta coordinata strategica e sicura: corsi di primo soccorso o di rianimazione cardiopolmonare fino alla capacità di condurre e di gestire mezzi pesanti, sono essenziali per la corretta formazione dei dipendenti.

Assicurati anche che il tuo ufficio o la tua impresa dispongano delle risorse necessarie per affrontare un’emergenza dai kit di pronto soccorso -compresi i defibrillatori e gli estintori in caso di incendio- agli strumenti di protezione personale che prevengano eventuali infortuni.

Inoltre, ricorda sempre che un piano di emergenza non è mai definitivo e che deve necessariamente essere aggiornato con cadenza regolare: le valutazioni dovrebbero essere annuali o semestrali ed essere sottoposte sempre a revisioni e controlli da parte delle autorità competenti.

Preparare un piano di emergenza per il tuo ufficio è una caparra da investire nella sicurezza e nel benessere dei propri dipendenti ed è anche un obbligo dal punto di vista legale: con un’accurata valutazione dei rischi, la creazione di procedure chiare per ogni attività che viene svolta all’interno del contesto lavorativo, la formazione del personale e l’aggiornamento regolare del documento, potrai contribuire a creare un ambiente di lavoro più sicuro per evitare qualsiasi tipologia di incidente.

Formazione Aziendale: Corsi Essenziali per la Sicurezza sul Lavoro

La formazione aziendale è un presupposto obbligatorio: tutte le aziende nonché le grandi, le piccole e le medie imprese, devono assolvere all’obbligo delle formazione del personale e dei dipendenti in merito alle necessità di sicurezza sulla salute e sul lavoro.

Ovviamente gli obblighi non valgono per aziende a conduzione familiare senza dipendenti o per i lavoratori autonomi; la necessità di rispettare la legge scatta quando viene posto in essere un contratto di lavoro tra un’azienda e un dipendente al quale va assicurata tutela e protezione e al quale si deve una formazione aziendale specifica in merito alla sicurezza sul lavoro.

In virtù delle condizioni odierne, tutte le aziende del territorio italiano sono state tenute a conformarsi alle nuove leggi e a stabilire dei programmi di formazione specifici per la sicurezza e per la tutela dei dipendenti sia dal punto di vista della valutazione dei rischi correlati alle attività, sia dal punto di vista sanitario per il monitoraggio della salute.

Oggi sono molte, ad esempio, le aziende del torinese (e di altre zone italiane particolarmente attive dal punto di vista imprenditoriale ed economico) che richiedono a realtà di consulenza di sicurezza e medicina del lavoro a Torino di poter usufruire anche di corsi online di formazione sulla sicurezza per ottenere la certificazione di RSPP esterno a Torino ad esempio o per seguire corsi da dirigente aziendale o da datore di lavoro.

Ovviamente in questa grande mole di competenze da padroneggiare, per chi lavora in azienda esistono corsi obbligatori e corsi non obbligatori che variano in base ai campi di applicazione e al livello di specializzazione che si vuole raggiungere.

Corsi di formazione sulla sicurezza aziendale tra obblighi e competenze

Come già accennato, è necessario seguire dei corsi specifici per la sicurezza aziendale: alcuni di essi sono assolutamente obbligatori secondo direttive di legge.

In questo caso, è necessario tenere in considerazione il fatto che la maggior parte delle realtà che erogano tali servizi offrono la possibilità di partecipare ai corsi tramite piattaforme di streaming online, in sede, oppure si occupano di trattare temi specifici come i corsi sull’utilizzo sicuro delle attrezzature in base al campo di applicazione delle realtà aziendali.

I corsi obbligatori che devono essere necessariamente seguiti dall’organico di un’azienda sono:

  • RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione)
  • formazione sul rischio specifico aziendale
  • prevenzione antincendio
  • prevenzione rischio elettrico
  • formazione HACCP
  • addetti alla gestione delle emergenze
  • addetti al primo soccorso
  • addetti antincendio
  • RLS (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza)
  • corso per preposti

Per il resto dei corsi di formazione, dev’essere la stessa azienda a promuovere la formazione e l’acquisizione delle competenze necessarie da parte dei dipendenti per fare in modo che questi ultimi possano gestire le proprie mansioni preservando l’incolumità personale e quella degli altri.

Alcune imprese potrebbero prevedere infatti il trattamento di sostanze chimiche o tossiche o la gestione di mezzi pesanti: in ogni contesto, apprendere quali sono i rischi correlati e imparare ad utilizzare gli strumenti di protezione personale potrebbe essere essenziale.

Altre considerazioni in merito alla formazione aziendale obbligatoria

La formazione aziendale obbligatoria prevede delle attività formative destinate non solo ai datori di lavoro ma anche a tutti i dipendenti: ragione per cui ognuna di esse ha uno scopo ben preciso al fine di salvaguardare il benessere e la sicurezza di tutto l’ordito aziendale nello svolgimento delle procedure più a rischio e delle attività.

Le aziende che non si riveleranno conformi agli aggiornamenti relativi alla formazione, rischieranno la sospensione dell’attività o multe esose a seguito dei controlli periodici condotti dalle autorità.

Pertanto ogni azienda è tenuta a tenere aggiornati i propri dipendenti sulla formazione sia per quanto concerne i rischi generali sia per quanto concerne i rischi specifici.

La formazione sui rischi dev’essere calibrata in base alla loro intensità e all’indice di pericolosità il quale può essere basso, medio o alto a seconda delle attività che devono essere svolte sul luogo di lavoro.

Le modalità di apprendimento relative ai corsi di formazione per la sicurezza aziendale non solo mai statiche: è necessario ribadire infatti che le leggi relative alla tutela, alla sicurezza e alla salute sul lavoro vengono costantemente aggiornate in base a nuovi criteri di prevenzione; per questo è necessario che ogni lavoratore, datore di lavoro o esperto si mantenga sempre aggiornato partecipando ai corsi di aggiornamento previsti in itinere.

I corsi di formazione per la sicurezza aziendale non sono obbligatori solo ed esclusivamente dal punto di vista legale ma si rivelano essenziali anche dal punto di vista etico e sociale: ogni lavoratore, seguendo questi corsi, sarà in grado di ottenere le giuste competenze per svolgere il proprio lavoro in sicurezza e sarà autonomo nella gestione delle proprie mansioni.

L‘ambiente di lavoro, inoltre, sarà più sicuro, poiché ogni team avrà del personale preposto ad effettuare interventi di primo soccorso e a gestire le emergenze nell’interesse di tutto il comparto aziendale.

 

Sostenibilità Aziendale: Impatti Ambientali e Strategie di Riduzione

La sostenibilità aziendale è un tema particolarmente trattato in sede di dibattito: negli ultimi anni, l’argomento della sensibilizzazione in merito alla sostenibilità e all’acquisizione di comportamenti che preservino l’ambiente dall’attività dell’uomo si è fatto sempre più acceso, e molte novità sono state disposte a seguito della conclusione di molti confronti.

Si pensi alle leggi di derivazione europea che sono state modificate anche nel 2024: di recente, la comunità europea ha stabilito, ad esempio, che tutte le aziende saranno tenute a fornire un report esatto sull’impatto che le proprie attività possono avere sulle persone e sull’ambiente secondo le regole emanate con la direttiva Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), e l’obbligo è esteso sia a grandi imprese con più di 500 dipendenti sia a piccole che medie imprese.

Attraverso l’applicazione delle nuove leggi emanate in merito al tema della sostenibilità, si mira a ottenere dei dati e delle statistiche concrete in merito alle attività delle aziende per garantire l’acquisizione di indizi utili al fine di elaborare conseguenti contromisure per ridurre la portata dell’impatto ambientale.

In virtù di questi presupposti, comunque, anche in Italia molte aziende stanno decidendo di investire su un’attività più sostenibile soprattutto a Torino, città in cui oggi molti consulenti di sicurezza e medicina del lavoro a Torino si occupano anche di prestare preziosi ausili ai datori di lavoro che intendono effettuare corrette verifiche sulle valutazioni impatto ambientale a Torino o ricevere una consulenza ambientale e rifiuti Torino migliorando così l’orientamento del proprio lavoro.

Sostenibilità e impresa sono due concetti che sembrano non poter trovare un punto d’incontro, eppure sono molte le misure che vengono tenute in considerazione oggi per ridurre l’impatto ambientale delle attività dell’uomo presso le aziende e le imprese.

Investire sulla sostenibilità aziendale: i vantaggi

Nel mondo moderno, considerando la grande mole di aziende che hanno un notevole impatto sull’ambiente e sull’uomo a causa delle loro attività di produzione, si è rivelato necessario creare consapevolezza sui rischi ambientali e sulla responsabilità sociale delle aziende in merito a tale tema.

Proprio per questo già dal 2001 sono nate le regolamentazioni Corporate Social Responsibility (CSR) sempre di derivazione europea: in base a queste ultime, viene messa in primo piano, per l’appunto, la responsabilità sociale su base volontaria delle imprese, le quali sarebbero state tenute (senza alcun obbligo) di tenere comportamenti più etici nel rispetto dell’ambiente e delle persone.

Nel corso degli anni molto è cambiato, e le nuove leggi emanate non solo devono essere soddisfatte per legge, ma obbligano anche grandi, piccole e medie imprese ad adottare pratiche di produzione più sostenibili in base a dei parametri standard con valori limite da non superare.

Investire nella sostenibilità aziendale significa, per ogni attività, assicurare una progressione continua al proprio lavoro anche nel lungo termine, facendo in modo che i propri interessi di produzione o di erogazione dei servizi possano sposarsi col mantenimento della salubrità del pianeta e delle persone.

In questo modo, le aziende potranno trovare ragion d’essere anche in futuro e non rischiare di operare in un ambiente che loro stesse hanno danneggiato.

Grazie all’avvento di una nuova sensibilità nei confronti della tematica ambientale, oggi le aziende adottano una serie di misure efficaci che stanno contribuendo a ridurre l’impatto ambientale e a rendere più sostenibili le scelte di produzione.

Cosa fanno oggi le aziende per ridurre l’impatto ambientale

Oggi le aziende si impegnano su più fronti per ridurre l’impatto ambientale e stilano dei documenti definiti bilanci di sostenibilità, report dichiarano le loro intenzioni in merito alla gestione dell’impatto ambientale e sociale della propria attività.

Inoltre, le aziende sono tenute anche ad effettuare un’attenta analisi periodica sull’impatto ambientale e ad elaborare una serie di dati che distinguano quantitativamente:

  • emissioni in atmosfera
  • rifiuti e smaltimento sostenibile
  • utilizzo di risorse energetiche

Ovviamente, in base ai dati che ne emergono, ogni azienda è tenuta anche a comunicare i progetti futuri in termini di miglioramenti da apportare nel breve e nel lungo termine per rendere la propria attività più sostenibile rispetto agli anni precedenti.

Le aziende sostenibili che hanno deciso di investire in una produzione rispettosa, cercano di integrare tali provvedimenti in tutti gli aspetti della produzione, assumendosi una grande responsabilità ambientale: queste ultime assumono dunque il controllo di tutte le aree operative cercando di promuovere l’utilizzo di strategie utili per ridurre l’impatto nell’ambiente per essere trasparenti anche nella stesura dei report.

Infine, oltre alla responsabilità economica, l’impatto ambientale deve riverberarsi positivamente non solo nell’acquisizione di strategie eco-compatibili (per ridurre la riduzione del consumo d’acqua, ad esempio, o per produrre meno scarti e rifiuti), ma anche nella protezione della comunità e dell’economia la quale può giovare non solo al benessere dell’azienda stessa ma anche a quello dei dipendenti.

Per farlo, oggi più che mai, è necessario investire in risorse e in tecnologie ecologiche e su piani di sviluppo aziendali sostenibili e innovativi stabilendo degli obiettivi di eco-compatibilità trasparenti, perseguibili e concreti.

 

Mantenere la Salute in Azienda: Ruolo della Sorveglianza Sanitaria

La sorveglianza sanitaria assume un ruolo cardine per mantenere la salute dei lavoratori in azienda.

In generale, si fa riferimento ai casi specifici in cui le attività dell’azienda espongono i lavoratori a rischi di tipo fisico che potrebbero determinare patologie dannose per la salute.

L’obbligo della sorveglianza sanitaria in azienda, dunque, mira principalmente a tutelare i lavoratori e a monitorarne in maniera concreta e continuativa lo stato di salute, inserendo l’azienda all’interno del circuito aderente alle disposizioni di legge previste dal decreto legislativo 81/2008.

Nel caso specifico la sorveglianza sanitaria in azienda consiste nell’erogazione di una serie di servizi medici che hanno l’obiettivo di monitorare il benessere dei lavoratori anche in virtù delle tipologie di rischio alle quali sono quotidianamente esposti durante lo svolgimento delle loro attività.

In questo contesto specifico, sono molte le aziende e le imprese tenute a conformarsi alle disposizioni di legge, non solo per mantenere un ambiente lavorativo sano e sostenibile ma anche per non incorrere in pesanti sanzioni.

Per dare ausilio a queste realtà sono nati altrettanti addetti alla consulenza, soprattutto in città dinamiche industriali come Torino- che sono in grado di fornire specifiche utili e aiuti concreti per gestire insieme al datore di lavoro, ad esempio, tutti gli aspetti per la gestione della sicurezza e medicina del lavoro a Torino e per ottenere costante ausilio di sorveglianza sanitaria a Torino e per predisporre ogni visita medica di lavoro a Torino per tutti i dipendenti.

Secondo le disposizioni di legge, per il lavoratore richiedere una visita medica o di sottoporsi ad ulteriori accertamenti è un diritto e deve essergli riconosciuto al fine di garantirgli la miglior protezione possibile.

La sorveglianza sanitaria ha il duplice compito di garantire non solo il benessere dei lavoratori nel tempo ma per assicurare le migliori funzioni dell’impresa, la quale potrà sempre contare su personale in salute e idoneo a svolgere le proprie mansioni.

Sorveglianza sanitaria e aziende: ruoli ed erogazione del servizio

Ogni azienda dunque ha l’obbligo di assicurare servizi di sorveglianza sanitaria soprattutto quando emergono delle specifiche determinazioni di pericolo all’interno del documento di valutazione dei rischi, nel quale dovrebbero essere segnalati i pericoli correlati e le percentuali di possibilità di danno ai lavoratori in base alle attività che vengono svolte da loro quotidianamente.

La sorveglianza sanitaria in azienda è dunque un servizio opportunamente regolamentato: la responsabilità della sua erogazione ricade sul datore di lavoro, il quale deve necessariamente nominare la figura del medico competente dell’azienda il quale deve avere determinati requisiti.

Il medico competente, infatti, è un punto di riferimento altamente specializzato sulle materie del lavoro, e deve dimostrare di aver seguito un percorso di formazione che comprenda:

  • medicina del lavoro
  • medicina preventiva dei lavoratori
  • essere iscritto all’albo dei medici competenti

Il medico competente deve avere assumere anche una certa logica organizzativa nell’erogazione del servizio di sorveglianza sanitaria: se inizialmente è tenuto a conoscere al meglio l’azienda, compresi i rischi ai quali vengono esposti giornalmente i dipendenti, in seconda istanza dovrà effettuare le visite necessarie, gli accertamenti e prescrivere esami e terapie idonee al trattamento di eventuali malesseri.

Altre considerazioni in merito all’importanza della sorveglianza sanitaria sul lavoro

Il medico competente ha l’obbligo di informare il datore di lavoro sullo svolgimento della fase di verifica e di accertamento delle condizioni di salute del personale e deve collaborare con quest’ultimo per fare in modo che vengano adottate, eventualmente, nuove misure preventive per diminuire la percentuale di rischio legato alle attività.

Al termine del processo periodico di sorveglianza sanitaria, il medico competente ha l’obbligo di stilare un parere relativo all’idoneità del lavoratore: in tal senso, il rappresentate sanitario ha il compito di determinare se il lavoratore è ancora in grado di svolgere le proprie mansioni senza impedimenti dal punto di vista della salute minimizzando anche il rischio che eventuali ruoli particolari non vengano svolti sempre in sicurezza e con prontezza sia fisica che mentale.

Le visite mediche possono essere sia preventive che periodiche: nel primo caso le visite vengono svolte prima di un’eventuale assunzione o prima dello svolgimento di una nuova attività potenzialmente a rischio, in maniera tale da permettere una selezione più accurata del personale idoneo a svolgere una determinata mansione; nel secondo caso, invece, le visite mediche servono al monitoraggio annuale delle condizioni di salute dei dipendenti.

Altre visite mediche che possono essere disposte sono:

  • monitoraggi in itinere richiesti dai dipendenti
  • sorveglianza sanitaria di fine lavoro
  • accertamento sanitario a seguito di prolungate assenze
  • accertamento sanitario a seguito di un infortunio sul lavoro

Le visite mediche disposte dall’attività di sorveglianza sanitaria in azienda sono perfettamente calibrate in base all’esposizione del rischio e alla mansione da svolgere caso per caso: a parte i vari accertamenti e i monitoraggi che vengono effettuati di routine sul soggetto lavoratore, possono essere prescritti accertamenti ed esami specifici che servono a valutare la lucidità del dipendente e le sue prestazioni al fine da tutelare previamente la sua salute e la sua incolumità in previsione dello svolgimento di un lavoro.