Il benessere sul luogo di lavoro è un diritto fondamentale, ma purtroppo non sempre garantito. Lo stress lavoro-correlato, spesso sottovalutato, può avere conseguenze devastanti sulla salute psicofisica dei dipendenti. Fino a poco tempo fa, il riconoscimento di patologie legate a un ambiente lavorativo tossico era un percorso arduo, spesso legato alla difficile dimostrazione di atti persecutori come il mobbing. Tuttavia, una recente sentenza ha segnato un punto di svolta significativo, rafforzando la tutela dei lavoratori in Italia.
La Sentenza del Tribunale di Reggio Emilia: Un Precedente Fondamentale
Una decisione del Tribunale di Reggio Emilia (sentenza n. 337/2025) ha stabilito un principio cruciale: l’INAIL è tenuto a indennizzare i lavoratori che sviluppano patologie psichiche a causa dell’ambiente lavorativo, anche in assenza di un intento persecutorio esplicito. Questo significa che non è più necessario provare il mobbing per ottenere il risarcimento; è sufficiente dimostrare che la patologia è insorta a causa del lavoro.
Questo orientamento si fonda sul principio della tutela previdenziale oggettiva: l’attenzione si sposta dalla volontà di nuocere del datore di lavoro al risultato, ovvero al danno subito dal lavoratore. Se una perizia medica accerta che ansia o depressione derivano da un clima aziendale oppressivo, l’INAIL ha l’obbligo di intervenire. Questa protezione si estende anche a malattie non tabellate, inclusi i disturbi psichici legati allo stress, purché vi sia un nesso causale con l’attività lavorativa, come ribadito dalla Corte Costituzionale.
Cosa Significa per i Lavoratori e le Aziende?
Questa sentenza rappresenta una svolta importante per tutti i lavoratori che si trovano ad operare in ambienti tossici, caratterizzati da turni estenuanti, umiliazioni, isolamento o permessi negati. Il messaggio è chiaro: la dignità in ufficio non è solo un valore etico, ma una vera e propria forma di sicurezza tutelata dalla legge. Le aziende sono ora chiamate a prestare maggiore attenzione al benessere psicologico dei propri dipendenti, non solo per obbligo morale, ma anche per evitare conseguenze legali e finanziarie.
La sicurezza sul lavoro non si limita alla prevenzione degli infortuni fisici, ma include anche la salvaguardia della salute mentale. Un ambiente di lavoro sano e rispettoso della dignità umana è un investimento per la produttività e la sostenibilità aziendale.
Proteggi la Tua Salute e i Tuoi Diritti
Se ritieni di essere vittima di stress lavoro-correlato o di aver sviluppato patologie a causa del tuo ambiente professionale, è fondamentale conoscere i tuoi diritti. Non esitare a cercare supporto e consulenza per tutelare la tua salute e la tua dignità.
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Il D.Lgs. 81/08, anche conosciuto come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, è il riferimento normativo principale che disciplina la materia della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro in Italia.
Questo articolo si propone di offrire una guida chiara e completa sul D.Lgs. 81/08, esplorandone gli aspetti fondamentali: cos’è, a cosa serve, a chi si applica e quali sono le figure chiave responsabili della sicurezza.
L’obiettivo è fornire una panoramica accessibile ma approfondita, utile sia ai datori di lavoro che ai lavoratori, per comprendere appieno gli obblighi e i diritti in materia di sicurezza e salute sul lavoro.
l D.Lgs. 81/08, noto anche come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, è la normativa cardine che regola la salute e la sicurezza in tutti i settori di attività, sia pubblici che privati, in Italia.
Entrato in vigore il 9 aprile 2008, questo decreto ha rappresentato un momento di svolta, abrogando e riorganizzando una serie di leggi e decreti precedenti in un unico corpus normativo, rendendo più chiari e coerenti gli obblighi e le responsabilità in materia di sicurezza.
L’obiettivo principale del D.Lgs. 81/08 è la prevenzione. Non si tratta solo di intervenire dopo che un infortunio è avvenuto, ma di creare le condizioni affinché gli incidenti e le malattie professionali non si verifichino affatto.
Il decreto mira a garantire un ambiente di lavoro salubre e sicuro per ogni lavoratore, attraverso una serie di misure preventive e protettive. Questo include la valutazione dei rischi, la formazione e l’informazione dei lavoratori, l’adozione di misure tecniche e organizzative adeguate, e la sorveglianza sanitaria.
In sintesi, il D.Lgs. 81/08 serve a tutelare la vita e la salute dei lavoratori, promuovendo una cultura della sicurezza che sia parte integrante di ogni attività lavorativa.
A chi si applica il D.Lgs. 81/08?
Una delle caratteristiche fondamentali del D.Lgs. 81/08 è la sua ampia applicabilità. Il decreto si estende a tutti i settori di attività, sia privati che pubblici, e a tutte le tipologie di rischio. Questo significa che le sue disposizioni non riguardano solo le industrie o i cantieri edili, ma anche uffici, scuole, ospedali, negozi, attività agricole e qualsiasi altro luogo in cui si svolga un’attività lavorativa.
Il campo di applicazione del D.Lgs. 81/08 include, in linea di principio, tutti i lavoratori e le figure ad essi equiparate. Tra questi rientrano non solo i dipendenti a tempo indeterminato o determinato, ma anche:
Soci lavoratori di cooperative o di società
Lavoratori a progetto
Stagisti e tirocinanti
Lavoratorisomministrati
Lavoratori a domicilio
Volontari (in alcuni contesti specifici)
Allievi degli istituti di istruzione e universitari e partecipanti ai corsi di formazione professionale (limitatamente all’uso di laboratori, attrezzature di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici).
In sostanza, chiunque svolga un’attività lavorativa, a prescindere dalla tipologia contrattuale o dal settore, è soggetto alle tutele e agli obblighi previsti dal Testo Unico. Di conseguenza, anche tutti i datori di lavoro, intesi come i soggetti titolari del rapporto di lavoro o, comunque, coloro che hanno la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva, sono tenuti ad applicare le disposizioni del decreto e a garantire la sicurezza dei propri lavoratori.
Le figure chiave della sicurezza secondo il D.Lgs. 81/08
Il D.Lgs. 81/08 definisce un sistema di gestione della sicurezza che si basa sulla collaborazione e sulla responsabilità di diverse figure professionali. Ognuna di esse ha compiti e obblighi specifici, volti a garantire un ambiente di lavoro sicuro. Ecco le principali:
Datore di Lavoro (DL)
Il Datore di Lavoro è la figura centrale e il principale responsabile dell’attuazione delle misure di sicurezza. I suoi obblighi non sono delegabili e includono:
La valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR)
La designazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)
La nomina del Medico Competente per la sorveglianza sanitaria
La fornitura ai lavoratori di dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati
L’informazione, formazione e addestramento dei lavoratori sui rischi specifici e sulle misure di prevenzione
Dirigente per la Sicurezza
Il Dirigente per la sicurezza è colui che, in ragione delle competenze professionali e dei poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, attua le direttive del datore di lavoro organizzando l’attività lavorativa e vigilando su di essa. Ha responsabilità dirette nell’applicazione delle norme di sicurezza.
Preposto per la Sicurezza
Il Preposto per la sicurezza è la persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli, sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa. Ha un ruolo di vigilanza attiva sul campo.
Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)
Il RSPP è una figura professionale designata dal datore di lavoro per coordinare il Servizio di Prevenzione e Protezione. Non ha responsabilità dirette sull’applicazione delle misure di sicurezza, ma ha il compito di supportare il datore di lavoro nella valutazione dei rischi, nell’individuazione delle misure preventive e protettive, nell’elaborazione delle procedure di sicurezza e nella formazione dei lavoratori. Deve possedere specifiche capacità e requisiti professionali.
Medico Competente (MC)
Il Medico Competente è il professionista che collabora con il datore di lavoro per la valutazione dei rischi e si occupa della sorveglianza sanitaria dei lavoratori. Effettua visite mediche periodiche, esprime giudizi di idoneità alla mansione specifica e istituisce e aggiorna le cartelle sanitarie e di rischio. Il suo ruolo è fondamentale per la tutela della salute dei lavoratori in relazione ai rischi professionali.
Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS)
Il RLS è la persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro. Ha il diritto di consultazione preventiva e partecipazione alla valutazione dei rischi, di accesso ai luoghi di lavoro e di ricevere informazioni e documentazione aziendale in materia di sicurezza. La sua presenza è un elemento chiave per la partecipazione dei lavoratori alla gestione della sicurezza.
Lavoratore
Anche il Lavoratore ha un ruolo attivo e importanti obblighi in materia di sicurezza. Deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni. I suoi obblighi includono:
Osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti.
Utilizzare correttamente i macchinari, le attrezzature, gli utensili, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e i dispositivi di sicurezza.
Utilizzare correttamente i dispositivi di protezione individuale (DPI) messi a loro disposizione.
Segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto qualsiasi condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza.
I documenti fondamentali della Sicurezza sul Lavoro
Per garantire l’efficace attuazione delle misure di prevenzione e protezione, il D.Lgs. 81/08 prevede l’obbligo di redigere e mantenere aggiornati specifici documenti. Il più importante tra questi è senza dubbio il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).
Documento di valutazione dei Rischi (DVR)
Il DVR è il documento cardine del sistema di gestione della sicurezza aziendale. La sua redazione è un obbligo non delegabile del datore di lavoro e deve contenere:
Una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza, inclusi quelli collegati allo stress lavoro-correlato, e che specifichi i criteri adottati per la valutazione stessa.
L’indicazione delle misure di prevenzione e protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuale (DPI) adottati.
Il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza.
L’individuazione delle procedure per l’attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere.
L’indicazione del nominativo del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) o del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (RLST), e del Medico Competente che ha effettuato la sorveglianza sanitaria.
Il DVR deve essere elaborato entro 90 giorni dall’inizio dell’attività e deve essere aggiornato in caso di modifiche significative del processo produttivo, dell’organizzazione del lavoro, o in seguito a infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità. È uno strumento dinamico, fondamentale per la gestione proattiva della sicurezza in azienda.
Conclusione
Il D.Lgs. 81/08 non è semplicemente un insieme di norme burocratiche, ma un sistema integrato e dinamico volto a promuovere e tutelare la salute e la sicurezza in ogni ambiente di lavoro. Comprendere e applicare correttamente le sue disposizioni non è solo un obbligo legale, ma un investimento strategico nel benessere dei lavoratori, nella produttività aziendale e nella reputazione dell’impresa. La sicurezza sul lavoro è un valore condiviso che richiede l’impegno costante di tutte le figure coinvolte, dal datore di lavoro al singolo lavoratore.
Investire nella sicurezza significa ridurre i rischi di infortuni e malattie professionali, migliorare il clima aziendale, aumentare l’efficienza operativa e, in ultima analisi, contribuire a un futuro lavorativo più sostenibile e umano. Affidati a Net S.r.l. per la tua Sicurezza sul lavoro.
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Il Decreto Direttoriale n. 43/2025 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) segna un punto di svolta nella gestione della patente a crediti per le imprese e i lavoratori autonomi operanti nei cantieri. Questo aggiornamento, in linea con il D.M. 132/2024, introduce nuove modalità di visualizzazione delle informazioni tramite il portale dei servizi INL, promuovendo trasparenza e accessibilità.
Accesso e Trasparenza: Chi può consultare la Patente a Crediti?
La digitalizzazione della patente a crediti garantisce un accesso controllato e sicuro ai dati, permettendo a diverse figure professionali di consultare le informazioni rilevanti. I soggetti abilitati all’accesso includono:
Titolari della patente o loro delegati: Accesso completo a dati aziendali/personali, dettagli della patente (numero, data di rilascio, stato), punteggio (iniziale e attuale), eventuali sospensioni e decurtazioni
Pubbliche Amministrazioni: Visualizzazione di dati aziendali/personali, dettagli della patente e punteggio.
RLS e RLST: Consultazione di dati aziendali/personali, dettagli della patente e punteggio.
Organismi paritetici: Accesso a dati aziendali/personali e dettagli della patente.
Responsabili dei lavori: Visualizzazione di dati aziendali/personali, dettagli della patente e punteggio.
Coordinatori per la sicurezza (progettazione ed esecuzione): Consultazione di dati aziendali/personali e dettagli della patente.
Committenti (soggetti che affidano lavori o servizi): Accesso a dati aziendali/personali, dettagli della patente e punteggio.
L’accesso avviene in modo sicuro tramite SPID (livello 2), CIE o altri strumenti equivalenti, inserendo il codice fiscale del titolare. Tutte le operazioni sono tracciate e registrate in un log immutabile per 5 anni, in conformità con il GDPR, garantendo la massima sicurezza e trasparenza.
Le Nuove FAQ INL: Chiarimenti Essenziali sulla Patente a Crediti
L’INL ha recentemente pubblicato 5 nuove FAQ, portando a un totale di 32 chiarimenti, per rispondere ai quesiti più frequenti sulla gestione della patente a crediti. Questi aggiornamenti sono cruciali per imprese e professionisti del settore:
DURF per imprese con meno di tre anni (FAQ n. 28): Le imprese attive da meno di tre anni, non disponendo del DURF, devono indicare “NON OBBLIGATORIO” nell’istanza di rilascio della patente a crediti, in quanto non rientrano nell’ambito dell’art. 17-bis del D.Lgs. 241/1997.
Obblighi formativi in fase di completamento (FAQ n. 29): È consentito presentare l’istanza anche se il percorso formativo obbligatorio non è ancora concluso, a patto che l’avvio sia documentato e l’interessato autocertifichi la regolarità degli obblighi.
SOA in corso di rinnovo ed esenzione (FAQ n. 30): Le imprese che hanno avviato il rinnovo della qualificazione SOA mantengono l’esenzione dalla patente a crediti durante il periodo di “ultra vigenza” dell’attestazione, purché in classifica pari o superiore alla III.
Società consortili e obbligo della patente (FAQ n. 31): Le società consortili costituite per l’esecuzione unitaria dei lavori da soggetti consorziati con SOA sono esentate dal possesso della patente a crediti, analogamente ai consorzi ordinari.
Prestazioni intellettuali ed esenzione (FAQ n. 32): Attività come direzione lavori, rilievi, analisi energetiche/acustiche, monitoraggi ambientali/geotecnici, collaudi e verifiche tecniche sono considerate “prestazioni di natura intellettuale” e sono escluse dall’obbligo di possesso della patente a crediti. Questo include figure come Direttori dei Lavori, Direttori Operativi, Coordinatori della Sicurezza in Fase di Esecuzione, e professionisti che svolgono analisi e rilievi specifici.
L’Importanza della Patente a Crediti per la Sicurezza nei Cantieri
La patente a crediti rappresenta uno strumento fondamentale per elevare gli standard di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili. Introdotta per qualificare imprese e lavoratori autonomi in base al rispetto delle normative sulla salute e sicurezza sul lavoro, essa promuove una cultura della prevenzione e della responsabilità.
Il punteggio iniziale di 30 crediti, che può essere incrementato o decurtato in base al comportamento dell’impresa o del lavoratore, incentiva l’adozione di pratiche virtuose e il rispetto delle normative vigenti. La possibilità di visualizzare lo stato della patente in tempo reale offre un ulteriore livello di controllo e garanzia per tutti gli attori coinvolti nel processo edilizio.
Conclusione: Verso un Futuro più Sicuro e Trasparente
Le recenti disposizioni e i chiarimenti forniti dall’INL con il Decreto Direttoriale n. 43/2025 e le nuove FAQ rappresentano un passo significativo verso una maggiore chiarezza e operatività nella gestione della patente a crediti. Rimanere aggiornati su queste novità è essenziale per imprese e lavoratori autonomi per garantire la conformità normativa e l’efficienza delle proprie attività, contribuendo a un ambiente di lavoro più sicuro.
La Sorveglianza Sanitaria in azienda è una componente fondamentale per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori, quindi attraverso valutazioni periodiche, monitoraggi dedicati e formazione specifica, le imprese possono prevenire malattie professionali e infortuni, riducendo il rischio di sanzioni e migliorando la produttività complessiva. In questo articolo, scoprirai quali strumenti e metodi adottare per assicurare una corretta sorveglianza sanitaria, come implementare efficaci misure di prevenzione e gestione, e come trarre ispirazione da casi di successo reali. Ci si chiede Come gestire correttamente la Sorveglianza Sanitaria in azienda e l’idoneità Sanitaria dei Lavoratori.
Approfondimento degli Argomenti
1. Introduzione
La sorveglianza sanitaria è l’insieme di attività volte a valutare lo stato di salute dei lavoratori, con particolare attenzione a eventuali rischi specifici connessi all’ambiente di lavoro o alle mansioni svolte. Secondo il D.Lgs. 81/08, ogni azienda deve adottare un piano di sorveglianza sanitaria aderente ad un Protocollo Sanitario messo a punto dal Medico Competente nominato che sia coerente con i rischi identificati nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR). Quindi l’importanza di questo processo risiede non solo nell’adeguamento alle normative, ma anche nella prevenzione di infortuni e malattie professionali, contribuendo a creare un ambiente di lavoro più sicuro e produttivo.
2. Strumenti e Metodi di Valutazione
Descrizione di strumenti specifici utilizzati per la valutazione
Questionari di salute: raccolta di informazioni sullo stato di salute dei lavoratori, utile per individuare aree di miglioramento o potenziali patologie legate all’ambiente di lavoro.
Software dedicati: permettono di gestire i dati raccolti dalle visite mediche periodiche, di programmare le scadenze e di elaborare report utili al Medico Competente e al Datore di Lavoro.
Analisi dei fattori chiave che influenzano il tema trattato
Fattori psicosociali (stress da lavoro correlato): sono in crescente aumento e impattano notevolmente sul benessere individuale.
Carichi di lavoro e turnazioni: una gestione inefficace può esporre i lavoratori a situazioni di fatica eccessiva.
Monitoraggio e raccolta dati attraverso tecnologie avanzate o metodi tradizionali
Visite mediche periodiche: effettuate dal Medico Competente in base alle specifiche mansioni e ai rischi individuati.
Visite specialistiche di secondo livello: effettuate da medici specialisti in ambito specifico.
Strumenti digitali: app o portali web che facilitano la comunicazione tra azienda, lavoratori e medico, rendendo più agevole la segnalazione di sintomi o patologie.
3. Metodi di Prevenzione e Gestione
Formazione specifica e sensibilizzazione su tecniche e strategie di gestione
Corsi di informazione: sui rischi specifici (chimici, biologici, ergonomici) e sulle corrette procedure operative.
Workshop periodici: su tematiche come la prevenzione dello stress lavoro-correlato, l’ergonomia delle postazioni e la corretta movimentazione dei carichi.
Interventi organizzativi per migliorare le condizioni generali
Piani di rotazione del personale: per ridurre l’esposizione prolungata a determinati rischi.
Miglioramento dell’ergonomia: adeguamento degli spazi e delle attrezzature di lavoro per limitare il rischio di infortuni muscoloscheletrici.
Supporto psicologico e counseling, inclusione di servizi di supporto specifici
Sportelli di ascolto: gestiti da professionisti esterni o interni, per affrontare problematiche legate allo stress o a conflitti interpersonali.
Programmi di benessere aziendale: attività di team building, promozione di uno stile di vita sano e supporto al work-life balance.
4. Esempi Pratici
Azienda Manifatturiera: grazie all’analisi dei dati raccolti dalle visite mediche e a un software di gestione della sorveglianza sanitaria, ha potuto ridurre del 30% l’assenteismo legato a malattie professionali.
Impresa di Servizi: l’introduzione di workshop mirati sullo stress lavoro-correlato e di un piano di rotazione dei turni ha favorito la diminuzione di richieste di malattia e migliorato il benessere complessivo dei dipendenti.
5. Conclusioni e Invito all’Azione
Una corretta gestione della Sorveglianza Sanitaria in azienda è fondamentale per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori per ciò investire in strumenti efficaci di valutazione e prevenzione non solo rispetta le norme vigenti, ma accresce la produttività e la motivazione del personale. Vuoi scoprire come attivare un sistema efficace e moderno di Sorveglianza Sanitaria cucito su misura per la tua impresa? Il Ministero della Salute custodisce l’elenco dei Medici Competenti accreditati.
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In questo ebook gratis che riguarda la Gdpr Privacy in italiano vengono chiariti i limiti al trattamento automatizzato e non dei dati personali.
Dall’applicazione iniziale delle normativa privacy che risale al 1996 con il Regolamento Privacy 2018 cosa cambia?
Nell’articolo 2 Ambito di applicazione materiale regolamento si applica al trattamento interamente o parzialmente automatizzato di dati personali e al trattamento non automatizzato di dati personali contenuti in un archivio o destinati a figurarvi
L’impianto di tutela dei nuovi diritti per il cittadino con il Privacy Gdpr. I cittadini devono conoscere meglio i diritti e gli strumenti che il Gdpr conferisce loro per tutelare i dati personali.
Questo aspetto fa rendere opportuno che il titolare del trattamento adotti le misure ragionevoli tenendo conto della tecnologia disponibile e dei mezzi a disposizione del titolare del trattamento comprese misure tecniche per informare della richiesta dell’interessato i titolari del trattamento che trattano i dati personali e come funziona il consenso al trattamento?
Ma cosa sono esattamente i Dati Personali?
Vengono considerati tali i dati personali come l’origine razziale o etnica le opinioni politiche le convinzioni religiose o filosofiche o l’appartenenza sindacale dati relativi alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona.
Una persona deve essere in grado quindi di trasferire i propri dati personali da un sistema di elaborazione elettronico ad un altro senza impedimenti.
Articolo 11 Trattamento che non richiede l’identificazione.
Se le finalità per cui un titolare del trattamento tratta i dati personali non richiedono o non richiedono più l’identificazione dell’interessato il titolare del trattamento non è obbligato a conservare acquisire o trattare ulteriori informazioni per identificare l’interessato al solo fine di rispettare il presente regolamento Gdpr.
Articolo 15 Diritto di accesso dell’interessato.
L’interessato ha il diritto di ottenere dal Titolare del trattamento la conferma che sia o meno in corso un trattamento di dati personali che lo riguardano e in tal caso di ottenere l’accesso ai dati personali.
Il GDPR definisce terzo “la persona fisica o giuridica l’autorità pubblica il servizio o altro organismo che non sia l’interessato il titolare del trattamento il responsabile del trattamento e le persone autorizzate al trattamento dei dati personali sotto l’autorità diretta del titolare o del responsabile”
L’interessato deve poter esercitare questo suo diritto con la stessa facilità con cui ha espresso il consenso al trattamento dei suoi dati
Net effettua consulenza professionale sull’applicazione della Privacy nell’azienda.
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La Responsabilità Amministrativa dell’impresa modelli organizzativi 231 01
Il D. Lgs. 231/01 prevede che, a seguito della commissione di un reato, è punibile non solo il soggetto (ad esempio un socio o un amministratore) che ha commesso il reato ma anche l’impresa di cui il soggetto fa parte in caso che il reato avesse come beneficiario l’impresa stessa.
Modelli Organizzativi ex D. Lgs. 231/01
L’impresa deve fare di tutto per evitare che all’interno della propria struttura organizzativa a matrice si possano creare situazioni che consentono la commissione dei reati previsti dal D. Lgs. 231/01.
Per questo motivo, il Modello Organizzativo di Gestione e Controllo costruito su sitemi di strutture a matrice rappresenta un àncora di salvezza per tutte quelle aziende che sono esposte a tale rischio. La struttura aziendale deve essere considerate se possibile sempre con una struttura a matrice.
Adottando e mantenendo correttamente il Modello di Gestione con attenzione al organigramma funzionale, infatti, si presuppone che il reato possa essere commesso da parte di un soggetto aziendale solo a seguito di una volontaria e fraudolenta elusione del Modello stesso, quindi non direttamente imputabile all’azienda e tenendo essa fuori dall’aspetto sanzionatorio.
Occorre tuttavia precisare che l’adozione dei modelli organizzativi 231 non è obbligatoria per l’azienda anche se modelli organizzativi aziendali essendo esimenti rappresentano l’unico sistema affidabile per difendersi dalle possibili sanzioni previste dal D. Lgs. 231/01.
Cos’è un Modello Organizzativo?
Il Modello Organizzativo ai sensi del D. Lgs. 231/01 è UN COMPLESSO DI REGOLE, STRUMENTI E CONDOTTE FUNZIONALI A DOTARE L’AZIENDA DI UN SISTEMA ORGANIZZATIVO DI GESTIONE E CONTROLLO FINALIZZATO ALLA PREVENZIONE DEI REATI.
Le fasi del modello organizzativo
L’adozione del Modello prevede un ciclo 5 fasi:
1. ANALISI DEI PROCESSI AZIENDALI: vengono analizzate le varie attività aziendali ed individuate quelle nel cui ambito possono essere commessi i reati.
2. FORMAZIONE DEL PERSONALE: i soggetti aziendali devono essere formati sulle procedure e sulle decisioni definite dall’ente e volte ad evitare la commissione dei reati.
3. COMUNICAZIONE: devono essere previsti dei meccanismi di comunicazione delle informazioni all’Organismo di Vigilanza.
4. GESTIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE: devono essere definite ed implementate specifiche procedure per la gestione delle risorse finanziarie, affinché venga impedita la commissione dei reati.
5. EFFICACIA DEL SISTEMA: occorre definire ed attuare un sistema disciplinare che garantisca la punibilità dei comportamenti non corretti, al fine di garantire l’efficacia del sistema.
Per informazioni su consulenza e addestramento del personale: 011. 8227880
Net S.r.l. elabora Piani di Sicurezza e Coordinamento e Piani Operativi di Sicurezza (Piani di Montaggio, Uso e Smontaggio ponteggi) per ogni cantiere ed in particolare di:
il rispetto di sicurezza cantieri edili normativa ed effettuare sopralluoghi in loco: sia per curare la Sicurezza del cantiere, sia per effettuare le rilevazioni strumentali relative all’ambiente di lavoro ed alle attrezzature utilizzate;
raccogliere le informazioni necessarie per l’elaborazione dei Piani di Sicurezza;
elaborare il Piano di Sicurezza e Coordinamento (P.S.C.);
elaborare il Piano Operativo di Sicurezza (P.O.S.);
elaborare il Piano di Montaggio, Uso e Smontaggio del ponteggio (P.iM.U.S.).
Documenti concernenti obblighi a carico del Datore di Lavoro disponibili da esibire in caso di controllo.
Nomine e attestati di formazione ai corsi (gestione delle emergenze incendi ed evacuazione, primo soccorso, RLS, RSPP, medico competente)
Certificazioni e verbali sicurezza cantiere e della formazione dei lavoratori nella sicurezza cantieri edili
Cartelle sanitarie personali e certificati medici di idoneità per la sicurezza nei cantieri
Certificati di conformità e schede di manutenzione di impianti, attrezzature, macchine, DPI
Documentazione relativa alla attuazione degli obblighi in caso di lavoro in appalto responsabile sicurezza cantiere (Normalmente il D.Lavoro)
Valutazione dei rischi, DVR ed eventualmente il DUVRI
POS, PIMUS e altri piani di coordinamento e gestione delle emergenze
Ricevute della consegna delle tessera di riconoscimento e dei DPI
Verbali della Riunione Periodica, delle verifiche periodiche, di elezione e consultazione del RLS, di ispezione e prescrizione degli Organi di Vigilanza
Certificato di iscrizione alla Camera di Commercio e dichiarazione di non essere oggetto di provvedimenti di sospensione o di interdizione
la constatazione dell’idoneità tecnica professionale dei lavoratori forniti dalle imprese e delle imprese stesse che partecipano ai lavori all’interno del cantiere.
Sistemi di Gestione SGSL – Modello UNI-INAIL a Torino
sistema di gestione Sgsl
BS OHSAS 18001-2007– Occupational Healt and Safety Assessment Series (OHSAS) – fornisce le linee guida per l’implementazione di un Sistema di Gestione della Salute e della Sicurezza (S.G.S.L.) al fine di: permettere ad un’Organizzazione di controllare i propri rischi e di migliorare il livello di sicurezza sul lavoro.
Pertanto, la gestione della salute e della sicurezza sul lavoro costituisce parte integrante della gestione generale dell’azienda.
Il SGSL Uni INAIL Sistema della Gestione Sicurezza, definisce le modalità per individuare, all’interno della struttura organizzativa aziendale, le responsabilità, le procedure, i processi e le risorse per la realizzazione delle norme di salute e sicurezza vigenti.
La scelta di adottare sistemi gestione sicurezza integrato nasce proprio dall’esigenza di condivisione della filosofia comportamentale che sta alla base del sistema stesso.
Nello specifico, l’utilizzazione di un modello comportamentale di riferimento, al fine di ottenere benefici nel corso dell’esercizio dell’attività, vuole tendere all’ottimale armonizzazione dei rapporti interni ed alla condivisione degli obiettivi.
La conformità al disposto normativo viene considerato in azienda un assunto imprescindibile, tanto è che dall’entrata in vigore di modelli normativi conformi alla direttiva 391/89, essi sono stati prontamente recepiti ed attuati.
Tuttavia l’esigenza dell’impresa nell’adozione del SGSL Inail che rappresenta i Sitemi Gestione Sicurezza, conforme al modello UNI – INAIL con le relative linee guida UNI INAIL relativamente al SGSL nella sua edizione di settembre 2001, vuole applicare detta filosofia comportamentale, ottenendo una riduzione del fenomeno infortunistico ed un ottimale rapporto tra impresa e lavoratori ed efficienza di feed-back del sistema.
sistema gestione sicurezza
Il SGSL è stato sviluppato da NET S.r.l., partendo da quanto indicato dalle Linee Guida Nazionali INAIL ISPESL UNI, ritenendo che esse, ancor più di quanto indicato dalle norma BS OHSAS 18000, siano un modello di riferimento correttamente applicabile anche nelle piccole realtà aziendali e completo nelle sue articolazioni.
Il manuale descrive il SGSL Sitema Gestione Sicurezza:
le modalità ed i criteri con cui il sistema è realizzato, gestito e revisionato;
descrive la politica, l’organizzazione, le responsabilità e le modalità con cui vengono prese le decisioni;
permette di identificare, definire, realizzare e controllare tutte le attività che hanno influenza sulla Sicurezza del Lavoro (SSL) in conformità con le Linee Guida UNI-INAIL.
Il manuale di S.G.S.L. che Net elabora si compone pertanto prevalentemente di due parti:
– La prima Analitico-descrittiva: parte in cui viene presentata l’azienda;
– La seconda operativa: nella quale viene fornito il modello operativo utilizzato dall’azienda in questione, trasversale a tutti i settori, per l’implementazione del S.G.S.L., realizzato in:
Procedure gestionali (PGSS);
Istruzioni Operative.
Come specifica INAIL Adottare efficacemente un Sgsl Inail, vuol dire:
consentire la riduzione di infortuni e malattie professionali recentemente confermate da un recente studio dell’Inail e quindi la riduzione dei costi dovuti alla mancata sicurezza
consente di accedere alla richiesta di riduzione del tasso di premio da corrispondere all’Inail il cosiddetto Premio assicurativo Oscillazione del tasso da effettuarsi attraverso l’adozione del modulo OT23
come previsto dall’articolo 30 del Decreto Legislativo numero 81/2008 ha efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni di cui al Decreto Legislativo numero 231/01.
Schema del sistema di gestione Sgsl
Le buone prassi inoltre sono soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le norme di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a promuovere la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la riduzione dei rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro (articolo 2, lettera V) decreto legislativo 81/2008 e successive modificazioni e integrazioni.
Le buone prassi sono validate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro articolo 6, D. Lgs. 81/2008 e s.m.i.) istituita presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.
Le aziende che intendono presentare una buona prassi dovranno compilare ed inviare il modello elaborato dalla Commissione consultiva permanente secondo le modalità previste dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Le aziende che elaborano il SGSL e adottano le buone prassi o che adottano interventi migliorativi coerenti con le buone prassi, validate dalla predetta Commissione e pubblicate sul sito internet del Ministero del lavoro, possono accedere alla riduzione del tasso di premio Inail dopo il primo biennio di attività utilizzando il relativo modulo di domanda, secondo le indicazioni riportate sul sito internet dell’Inail.
Net supporta il Cliente in tutte le fasi di applicazione del Sistema di Gestione della Sicurezza ed elaborazione del SGSL.
Per informazioni riguardo ai costi e alle modalità di formazione o i luoghi di formazione, chiamare 011.822.78.80.
Regolamento CE 842/2006; DPR 43/2012; D. Lgs 26/2013
Campo di applicazione
Vi è l’obbligo di iscrizione nell’apposito registro nazionale, ai sensi del DPR n. 43/2012. Per l’iscrizione nell’apposito registro deve essere conseguito il certificato definitivo gli apparecchi frigoriferi.
GAS PERICOLOSI
Soggetti obbligati
Sono soggetti all’obbligo di dichiarazione tutti gli operatori delle applicazioni fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore, nonché dei sistemi fissi di protezione antincendio contenenti 3 kg o più di gas fluorurati ad effetto serra.
Gli addetti che necessitano obbligatoriamente del Patentino sono tutti i tecnici che utilizzano e installano o maneggiano il gas refrigerante che contiene Cloro CFC HCFC come i gas R11 R12 o che contengono i gas fluorati HFC come i gas R134a R407C . Questi soggetti devono obbligatoriamente conseguire la certificazione.
Ricordiamo che tali Gas sono nocivi per l’ambiente e quindi necessitano di personale consapevole e adeguatamente certificato.
Pertanto il controllo, il recupero installazione e manutenzione di apparecchiature fisse di refrigerazione condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti questi gas fluorurati ad effetto serra.
Oggetto della comunicazione
Oggetto della comunicazione sono i dati identificativi dell’operatore, la tipologia e il numero delle applicazioni fisse o dei sistemi fissi contenenti 3 kg o più di gas fluorurati ad effetto serra, i dati di emissione per tipologia di apparecchiatura e sostanza e i dati aggregati (somma) delle emissioni per tipologia di sostanza.
Patentino obbligatorio
Sanzioni
Le imprese di cui all’articolo 8, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 27 gennaio 2012, n. 43, che non ottemperano agli obblighi di iscrizione al registro, di cui all’articolo 13 dello stesso decreto, sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000,00 euro a 10.000,00 euro.
Quale il Patentino Frigoristi Scadenza e Cosa succede in caso di mancanza del requisito ?
Nel caso i lavoratori non avessero il Patentino o patentino scaduto, possono in questo lasso di tempo richiedere un certificato provvisorio valido sei mesi entro i quali devono obbligatoriamente conseguire la certificazione oppure effettuare il rinnovo.
Net è a disposizione per ogni chiarimento allo 0118227880 oppure formazione@netsrl.net
Nell’attuale economia globale è importante che le norme siano armonizzate a livello internazionale. Ad esempio permettendo che un cartello, un pittogramma, siano correttamente riconosciuti dai lavoratori indipendentemente dalla lingua e dalla cultura di origine.
La norma prevede i segnali di sicurezza da utilizzare nella prevenzione degli infortuni, nella protezione dal fuoco, per l’informazione sui pericoli alla salute. In questo senso è bene segnalare che, ad oggi la nuova normativa UNI EN ISO 7010:2012 sulla segnaletica non vieta la circolazione dei segnali già contenuti nel Decreto legislativo 81/2008 (da allegato XXIV a XXXII) evacuazioni di emergenza.
SEGNALETICA DI SICUREZZA
Quali sono i segnali di prescrizione?
Il più comune segnale di prescrizione è il cartello di avviso o di attenzionamento. Infatti la cartellonistica di sicurezza individua quali sono i segnali di prescrizione più comuni.
La forma e il colore di ogni segnale di sicurezza sono conformi alla ISO 3864-1 e la progettazione dei segni grafici è conforme alla ISO 3864-3.
E dunque riguardo alla segnaletica già installata in azienda non c’è obbligo di modifica.
La norma è applicabile a tutti i siti in cui le questioni legate alla sicurezza delle persone necessitano di essere poste.
Il Datore di Lavoro dovrà prevedere alla predisposizione di segnaletica adeguata.
Comunque, non è applicabile ai segnali utilizzati nel traffico ferroviario, stradale, fluviale, marittimo e aereo e, in generale, in quei settori soggetti a una regolamentazione che può differire in alcuni punti della presente norma e della serie ISO 3864.
È tuttavia possibile sostituirla con i nuovi cartelli e pittogrammi in conformità con quanto indicato dal Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (All. XXV, punto 1.3):
La norma specifica gli originali dei segnali di sicurezza che possono essere ridotti o ingranditi per esigenze di riproduzione e di applicazione.
Il quadro sanzionatorio previsto per il datore di lavoro nel caso di violazioni è il seguente:
ammenda da € 2.500 a € 6.400
arresto da tre a sei mesi.
Il nostro ufficio tecnico è a Vostra disposizione per consulenza allo 011.8227880 oppure tecnico@netsrl.net