La Formazione è Obbligatoria: La Cassazione Conferma che l’Affiancamento Non Basta
La sicurezza sul lavoro è un pilastro fondamentale, e la giurisprudenza italiana continua a rafforzare le tutele per i lavoratori. Una recente sentenza della Corte di Cassazione Penale, la n. 22843 del 17 giugno 2025, ha chiarito un punto essenziale: l’affiancamento di un collega esperto non può mai sostituire la formazione obbligatoria, soprattutto per i neoassunti. Questa decisione ribadisce la piena responsabilità del datore di lavoro in caso di infortunio, se non ha rispettato gli obblighi formativi previsti dalla legge.
Un Caso Emblematico: L’Infortunio del Neoassunto e la Decisione della Cassazione
Il caso in questione riguarda un operaio appena assunto, infortunatosi il primo giorno di lavoro. Nonostante fosse affiancato da un collega per imparare, ha usato autonomamente una macchina troncatrice, subendo un grave incidente.
Inizialmente, il Tribunale di Nocera Inferiore aveva assolto il datore di lavoro. La motivazione? La condotta del lavoratore era stata giudicata “atipica ed eccezionale”, tale da interrompere il legame tra la mancata formazione e l’incidente. Il Tribunale riteneva che il datore di lavoro non potesse prevedere un comportamento così imprudente.
Ma la Cassazione ha ribaltato questa decisione. Accogliendo il ricorso del Pubblico Ministero, ha annullato l’assoluzione, definendo le motivazioni del Tribunale “illogiche e contraddittorie”. La Suprema Corte ha riaffermato con forza che il datore di lavoro ha il dovere primario di garantire condizioni di sicurezza adeguate. Questo include la previsione di possibili comportamenti imprudenti dei lavoratori. Solo una condotta “eccentrica” o del tutto imprevedibile può esonerare il datore di lavoro dalla responsabilità. Nel caso specifico, l’azione del lavoratore rientrava nelle mansioni previste, anche se non ancora pienamente operative.
La sentenza evidenzia un aspetto cruciale: la mancanza di formazione e informazione sui rischi specifici del macchinario ha impedito al lavoratore di capire le conseguenze del suo agire. Per questo, il datore di lavoro è stato ritenuto responsabile per non aver rispettato gli obblighi di formazione e informazione, come stabilito dagli articoli 36 e 37 del D.Lgs. 81/2008.
Cosa Implica Questa Sentenza: Formazione e Responsabilità
Questa sentenza della Cassazione Penale rafforza due concetti chiave per la sicurezza sul lavoro:
Il Quadro Normativo: Il D.Lgs. 81/2008
La sentenza si basa sui principi del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro. In particolare, gli articoli 36 e 37 sono fondamentali:
È cruciale capire che la formazione non è una semplice formalità burocratica, ma uno strumento vitale per prevenire infortuni e tutelare la salute. L’addestramento pratico, che insegna l’uso sicuro di attrezzature, deve integrare la formazione teorica, ma non può sostituirla.
Conclusione: Un monito per la sicurezza
La sentenza della Cassazione Penale n. 22843/2025 è un messaggio chiaro per tutti i datori di lavoro: la formazione sulla sicurezza è un obbligo inderogabile e prioritario. Ignorare questo principio espone a gravi responsabilità in caso di infortunio. Investire nella formazione non è solo un dovere legale, ma un passo essenziale per creare un ambiente di lavoro più sicuro, produttivo e consapevole.